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I Padri dell’Occidente (Parte V)

Liturgia24 Giugno 2021
Testo dell'audio

Il carattere sacrificale della Messa è ancora più enfaticamente simboleggiato in un dipinto che si trova nella cosiddetta “cappella del Santuario” dello stesso cimitero. Sulla parete principale, adiacente alla tomba del martire o all’altare, è dipinta una tavola a tre gambe su cui sono rappresentati pane e un pesce; di fianco alla tavola si trova da un lato un uomo, con la mano destra stesa in benedizione sopra le offerte (pesce e pane), mentre sul lato opposto si vede una donna con le mani sollevate, in preghiera (Orans).

Chi può fare a meno di vedere in questa immagine la rappresentazione del Sacrificio Eucaristico? L’uomo avvolto nell’ascetico mantello rossastro, che estende la mano destra sopra la patena, è evidentemente un sacerdote che benedice, ossia consacra il pane, cioè, che lo trasforma nel Pesce vivente e divino, nel Corpo di Gesù Cristo, e in questo modo offre il Sacrificio Eucaristico.

La figura della donna in preghiera è un simbolo comune della Chiesa verginalmente pura e maternamente feconda, nel cui nome il sacerdote all’altare celebra e prega. – Al fine di mostrare il significato e l’oggetto di questa immagine in una luce ancora più chiara, il sacrificio figurato di Abramo è rappresentato sulla parete opposta; qui, com’è usuale, si tratta dello speciale tipo del Sacrificio Eucaristico, non del Sacrificio cruento della Croce. Abramo aveva sacrificato suo figlio. Ma in realtà il sangue di Isacco non era stato versato; era solo “come se fosse ucciso” (tanquam occisus, Apoc. 5, 6). Abramo “lo riebbe in parabola” [come simbolo] dalla morte, cioè, come se fosse stato resuscitato (Eb. 11,19). Da ciò è prefigurato il Sacrificio incruento dell’altare: perché qui Cristo è l’Agnello che non muore più, ma vive eternamente, anche se è per sempre misticamente immolato (Agnus, qui numquam moritur immolatus, sed semper vivit occisus).

Queste gloriose testimonianze del Sacrificio Eucaristico sono tanto più preziose, perché hanno avuto origine in momenti in cui la situazione dei cristiani era dolorosa e oppressiva, com’è descritto nell’iscrizione sulla tomba del martire Alessandro nelle catacombe di S. Callisto: “Alessandro non è morto, ma sopra le stelle, e il suo corpo riposa in questa tomba. Inginocchiato per sacrificare al vero Dio, è stato condotto alla morte. O tempi deprecabili, in cui non possiamo nemmeno offrire i santi misteri e dire le nostre preghiere in sicurezza nelle caverne! Cosa c’è di più miserabile della vita!

Nel tranquillo recinto di questa città di morte, risuonavano i suoni misteriosi della sublime salmodia dei fedeli; qui presso le tombe dei martiri veniva celebrato il Santo Sacrificio; Qui i fedeli ricevevano il Pane dei forti, e, forti nella fede, si affrettavano al campo di battaglia del martirio, a versare il loro sangue e a morire per Cristo. Ancora oggi l’odore della santità, il profumo del sacrificio, lo spirito del martirio emanano da queste silenziose grotte e camere delle Catacombe, nelle quali le venerate tracce della fede e della vita dei primi cristiani sono state conservate, nel corso dei secoli fino alla nostra epoca, per la nostra gioia e consolazione.

La Santa Chiesa ha ricevuto e fedelmente conservato l’eredità benedetta (del Sacrificio Eucaristico) che le è stata trasmessa, memore del Mandato divino: Fate questo in memoria di Me!” Quando la tempesta della persecuzione era al suo apice, scese nelle catacombe sotterranee; si ritirò in valli solitarie e grotte di montagna isolate. In mezzo al silenzio della notte e sotto la terra su rozzi altari, ha compiuto la misteriosa funzione del sacrificio della Cena del Signore, ed ha inviato i suoi confessori in tal modo fortificati, per dare testimonianza al Signore nel mondo davanti ai loro persecutori, sotto la spada, sulla griglia, tra le bestie selvatiche, nei flutti e in ogni tipo di tortura, e, sul Suo esempio, a sigillare la loro testimonianza con il loro sangue.

La morte del Cristiano divenne continuamente seme di nuovi confessori della Croce. E come il Signore era stato tre giorni nel sepolcro, e poi era risorto in potenza e gloriosamente asceso al cielo; così anche la Chiesa, dopo anni di persecuzione, è sorta dal seno della terra, dalle catacombe e grotte, e ha trionfato su tutti i poteri del mondo e dell’inferno.

Così risorta, la Chiesa andò nelle città, nei villaggi e nelle valli e lontano sulle altezze montagnose, entrando nelle basiliche, nei templi di marmo, nelle grandi cattedrali, nelle innumerevoli chiese e cappelle, costruì là dentro altari e celebrò, come un tempo nella quiete della notte, ma ora alla piena luce del giorno, alla presenza delle congregazioni riunite, l’eredità del Signore, il mistero della Sua Ultima Cena, il perpetuo Sacrificio della Sua morte sulla Croce.

Da questo momento in poi, la Chiesa ha adempiuto in tutte le epoche la sua missione di portare in tutti i paesi del mondo la sua santissima eredità. Ha riunito nazione dopo nazione attorno al suo altare, celebrato con esse, generazione dopo generazione, la morte sacrificale del Redentore, distribuito loro il Corpo del Signore (e il calice del Suo Sangue), e così ha compiuto la nuova ed eterna alleanza: ‘Fate questo in memoria di Me‘, e adempiuto il testamento del Signore : ‘È consumato’! Come il Profeta aveva predetto, ha offerto il nuovo e immacolato, vero e perfetto Sacrificio della Nuova Legge ovunque, glorificando così il nome del Signore in tutte le parti del globo, dal sorgere del sole fino al suo tramonto” (Geissel).

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