I frutti del Santo Sacrificio della Messa

Avendo parlato dei frutti del Santo Sacrificio della Messa, carissimi fedeli vogliamo guardare adesso ai frutti del Sacramento in particolare, cioè la Santa Comunione. Innanzi tutto notiamo che solo i cattolici (come dico sempre prima della predica) nello stato di grazia possono ricevere beneficio dalla Santa Comunione.
Un primo frutto di questa è che ci unisce a Cristo, e dunque ci da, o ci aumenta, la divina grazia, le virtù infuse e i doni dello Spirito Santo, come dichiara il sacro Concilio di Firenze (1431) “ci nutrisce spiritualmente sostenendo, aumentando, riparando e dilettandoci in modo spirituale”. Il sacro Concilio di Trento (1545) descrive la Santa Comunione similmente come “cibo delle anime con cui siamo nutriti e confortati, vivendo della vita di Colui che disse: colui che mangia di me, vivrà per me”(Gv.6,57).
Un secondo frutto della Santa Comunione è che ci ottiene la gloria eterna. Il Concilio di Trento dichiara: “Egli voleva che fosse un pegno della nostra futura gloria e perpetua felicità”. Qua possiamo citare di nuovo San Giovanni nel capitolo 6 “se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno”. La ragione per la quale la Santa Comunione ci ottiene la gloria eterna è che contiene il nostro Signore Gesù Cristo, Che ci da la gloria.
La Santa Comunione è un cibo che conforta l’anima proprio affinché possa perseverare fino a quando otterrà questa gloria. Un modo che conforta l’anima e che la rende forte contro le tentazioni, e San Giovanni Crisostomo scrive a riguardo che la Santa Comunione, essendo un segno della Passione del Signore, respinge gli attacchi dei dèmoni perché sono stati vinti dalla stessa Passione.
Un terzo frutto della Santa Comunione è che rimette i peccati veniali e la loro pena, come dichiara Benedetto XII col suo libello agli Armeni, e altrettanto il sacro Concilio di Trento. La Santa Comunione ha questi effetti in quanto aumenta in noi la vera carità.
Ora, il frutto che viene ricevuto dalla Santa Messa e dalla Santa Comunione, dipende dalle disposizioni del celebrante, dei fedeli che sono presenti, e le persone per cui il frutto viene richiesto: dipende ciòè dal grado di devozione del celebrante, dei fedeli presenti e comunicanti, e dall’apertura alla grazia delle persone beneficiare a ricevere la grazia; è naturale che più grande sarà la devozione, più grande sarà il beneficio.
Concludiamo queste considerazioni con una citazione dell’Imitazione di Cristo che esprime con parole sublimi la devozione della persona che si accosta alla Santa Comunione. Viene dal IV Libro capitolo 17 e la cui lettura raccomando tutti, citando oggi solo l’inizio:
“Con devozione grandissima e con ardente amore, con tutto lo slancio di un cuore appassionato, io desidero riceverVi, o Signore, come Vi desiderarono, nella Comunione, molti santi e molti devoti, a Voi massimamente graditi per la santità della loro vita e per la loro infiammata pietà. O mio Dio, amore eterno che siete tutto il mio bene, la mia felicità senza fine, io bramo riceverVi con intenso desiderio e con venerazione grandissima, quale mai poté avere o sentire santo alcuno. Anche se non sono degno di sentire tutta quella devozione, tuttavia Vi offro tutto lo slancio del mio cuore, come se io solo avessi tutti quegli accesi desideri, che tanto Vi sono graditi. Ché anzi, tutto quel che un animo devoto può concepire e desiderare, tutto questo io lo porgo e lo offro a Voi, con estrema venerazione in pio raccoglimento. Nulla voglio tenere per me, ma voglio immolarVi me stesso e tutto quello che ho, con scelta libera e altamente gioiosa”.
In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.