I discussi natali di Corleone

Secondo la tradizione storiografica, la città di Corleone nacque col privilegio del novembre 1237, con il quale Oddone de Camerana da Brescia ottenne da Federico II il permesso di trasferirsi in terra siciliana, insieme a una folta schiera di lombardi («homines de partibus Lombardiae»). Il sovrano concesse a Oddone ed al seguito anche la possibilità di distribuire le terre a propria discrezione, il diritto di legnatico e di pascolo. L’atto fu siglato «in castris ante Brixiam», presso gli accampamenti di fronte a Brescia: Federico II era allora alle prese con l’assedio di questa città, nel corso della propria marcia in direzione di Milano. Si trattava di una manovra offensiva, ai danni delle città anti-imperiali dell’Italia settentrionale.
Quanto riportato all’interno del citato documento può trarre facilmente in inganno, se non si tiene conto del fatto che spesso, all’epoca, col termine “Lombardia” si indicasse, in realtà, l’intera area padana. Molti di questi “lombardi” erano, in larga misura, piemontesi. Sul fatto, poi, che lo stesso Oddone fosse effettivamente originario di Brescia esiste qualche ragionevole dubbio, considerata la scarsità di fonti in grado di confermare tale ipotesi.
C’è dell’altro: vi è chi afferma che il privilegio federiciano sia, in realtà, un falso storico. Andrebbe messa in dubbio, fra l’altro, l’autenticità di un altro atto, apparentemente vergato una dozzina di anni dopo il primo: con tale nuovo documento, Corleone sarebbe tornata a far parte del demanio regio ed, in cambio, Bonifacio, figlio di Oddone, avrebbe ottenuto il casale e il castello di Militello, un tempo appartenuto all’estinta famiglia Lentini. A sollevare più di una perplessità sono alcune incoerenze a livello cronologico e stilistico, rintracciabili nei testi. Per di più si tratterebbe di un unicum nella politica federiciana: Federico II ha raramente concesso la cittadinanza a singoli exteri e non l’ha mai accordata a interi gruppi di immigrati, non ha mai ceduto territori appartenenti al demanio regio e non ha mai autorizzato alcuno a esercitare diritti generici di amministrazione di un luogo, nei termini del privilegio che avrebbe dato i “natali” a Corleone.
Si consideri, inoltre, il fatto che il sovrano fosse maggiormente interessato, in quegli anni, agli affari dell’Impero e, in modo particolare, alla difficile gestione dei Comuni: era, dunque, difficile che si occupasse personalmente di questioni inerenti il Regno di Sicilia. Infine, al di fuori di tali atti, non vi sono fonti storiche in grado di testimoniare una presenza strutturata e omogenea di lombardi nel territorio di Corleone prima degli ultimi anni del XIII secolo.
Rimane, però, sicuro il fatto che i Camerana abbiano esercitato un ruolo importante, a Corleone, nel XIII secolo: Bonifacio fu eletto Capitano del popolo e occupò una posizione di primo piano, al tempo dei Vespri siciliani, nelle operazioni militari volte a cacciare i Francesi dall’isola. Altri membri di questa famiglia, nel corso degli anni, furono investiti di incarichi di assoluto rispetto.
Questo testo di Rino Zabiaffi è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it