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Giambattista Casoni Cattolico e Italiano

Storia26 Febbraio 2021
Testo dell'audio

C’era una volta la Bologna, cattolica e intransigente. Oggi pare quasi impossibile, eppure tra ‘800 e ‘900 dalla città felsinea partiva l’azione di alcuni laici cattolici, difensori dei diritti della Chiesa e del Papato. Tra questi, merita un posto d’onore l’Avv. Giambattista Casoni, nato a Bologna nel 1830, grande giornalista, vero Cattolico ed Italiano. L’azione del Casoni deve essere collocata nell’orizzonte della cosiddetta “questione romana”, vale a dire l’assurda situazione che si venne a creare soprattutto dopo il 20 settembre 1870: il Pontefice “prigioniero” in Vaticano. Il rapporto tra la sovranità spirituale e quella temporale è il nodo principale di tutto quel processo storico, denominato “Risorgimento”. Oggi si fatica a comprendere le ragioni che i Cattolici “intransigenti” portarono circa la necessità di mantenere una certa sovranità temporale del Papa, ma occorre riflettere con serenità e ammettere come proprio questa difesa abbia contribuito non poco a “fare l’Italia con gli italiani”.

Si tenga presente che Casoni scrive queste righe dopo aver battagliato una vita, soprattutto sulla stampa, in un contesto politico che, con solo il 2% della popolazione votante, aveva compiuto una serie interminabile di angherie e soprusi contro la Chiesa. Comportamenti tutt’altro che liberali: Vescovi incarcerati, monasteri soppressi, beni espropriati, oltre dodicimila religiosi dispersi o espatriati. Lo stesso Casoni fu costretto a fuggire da Bologna, in seguito alla famigerata Legge Crispi, perché considerato sospetto reazionario. Ma il Casoni non si poteva giudicare cospiratore in quanto aveva sempre scritto pubblicamente ciò che pensava. Già dal 1858, infatti, su consiglio dell’Arcivescovo, partecipò alla fondazione del periodico L’Osservatore bolognese (soppresso dal governo liberale nel 1859), poi collaborò con Acquaderni alla collana Piccole letture cattoliche e finalmente, nel 1861, diede alle stampe L’Eco delle Romagne. Lo stesso Cavour attaccherà questo giornale nel corso di una seduta parlamentare e L’Eco, non per caso, fu soppresso nel 1863. Ma Casoni non si arrese e nel 1864, sempre a Bologna, fondò Il Patriota Cattolico, affiancandolo al mensile Il Conservatore. Dal 1890 fino al 1901, culmine della sua carriera giornalistica, su volontà di Leone XIII, fu direttore de L’Osservatore romano.

Oltre alla stampa, l’opera di Casoni si sviluppò nell’azione extra-governativa del movimento cattolico italiano, in qualità di Segretario generale del Comitato e dell’Opera dei Congressi cattolici. L’Opera dei Congressi (1874-1903) fu l’espressione ufficiale dell’intransigentismo, che, fedele al non expedit e appoggiato dalle gerarchie, procurò di organizzare le forze cattoliche, dando iniziativa, indirizzo e direzione a tutte le realtà del Paese.

Si prendeva parte alle elezioni amministrative, si reclamava la libertà di insegnamento, si trattavano le questioni economico-sociali e si presentarono petizioni al Parlamento. Queste le attività che contribuirono più di ogni altra al coinvolgimento del “Paese reale”, quegli Italiani che non erano affatto “da fare”, ma che erano già fatti. Mons. Pietro Zerbi ha scritto: «L’introduzione dei Cattolici alla vita nazionale, in quel senso in cui la vita della Nazione è più ampia di quella dello Stato, sembra proprio essere stata opera precipua dell’intransigenza cattolica». L’Avv. Giambattista Casoni morì a Bologna nel 1919. In quella Bologna che fu Cattolica e intransigente.

Questo testo di Lorenzo Bertocchi è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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