Effetti della distruzione del rito romano sulla Chiesa

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Abbiamo visto come il Nuovo rito sia protestantizzante ed antropocentrico e come mal rappresenti la Fede. Come tale, è permeato da uno spirito di ambiguità che favorisce la dottrina non-cattolica.
Questo spirito non è altro che lo spirito del Modernismo nella forma in cui si è insinuato nella Chiesa d’oggi dal tempo del Concilio Vaticano II in poi.
Questo spirito permea non solo la liturgia, ma anche molti degli insegnamenti della gerarchia, specialmente nell’area del catechismo, e molte delle loro azioni, specialmente l’“ecumenismo”. Esso costituisce lo spirito del Mondo travestito da Nuovo cattolicesimo, che ha cominciato col distruggere il grande edificio, che è il Rito romano antico, e continuò col distruggere tutto un mondo [185].
Dov’è la conoscenza della Fede nei laici o persino nel clero? Dov’è il senso dell’anno liturgico? Dov’è lo spirito di adorazione di Dio, lo spirito di santificazione, di sacrificio, di sacrificio di sé e persino di martirio? Dove il senso della Giustizia di Dio, della punizione [186], del peccato, della gerarchia, della disciplina e dell’ordine? Dove sono l’autocontrollo, la modestia, la purezza, il rispetto o persino le buone maniere? Dove sono le famiglie numerose? Dove gli occhi innocenti dei bambini? Dove sono i “fioretti” o atti di mortificazione dei bambini? Dove sono i fiori offerti alla Beata Vergine Maria nel mese di maggio? Dove sono i giovani universitari come quelli che si vedono nelle fotografie in bianco e nero delle generazioni passate, che osservano le loro famiglie con sguardo fermo e sereno? Dov’è l’identità cattolica? Dov’è lo stesso sensus catholicus: il senso di ciò che significa essere cattolico? [187]
Se dovessimo chiederci se sia il Modernismo della liturgia, della dottrina o dell’azione, che ha avuto il maggior ruolo nel distruggere l’intero mondo cattolico – o Orbis Catholicus – dovremmo rispondere che è la liturgia, poiché ciò che si prega determina ciò che si crede (secondo il principio: lex orandi, lex credendi), [188] e ciò che si crede determina ciò che si fa. In breve, l’acqua è stata contaminata alla sua stessa sorgente.
La santa Messa costituisce il cuore delle virtù teologiche di Fede, Speranza e Carità: Fede nella Santissima Trinità, nell’Incarnazione, nel Sacrificio del Calvario per la redenzione dell’umanità, nel Santissimo Sacramento dell’Altare e nella Santa Comunione — anzi rende questi misteri presenti; viene offerta nella Speranza della vita eterna ed elargisce la santa Comunione ai fedeli come pegno di quella Speranza; rende presente l’amore sacrificale di Dio per l’uomo e rende possibile l’amore sacrificale dell’uomo per Dio. Quando questi sacri misteri vengono espressi con forza e chiarezza, essi rafforzano la Fede [189], la Speranza e la Carità di tutti i presenti, sino al grado del martirio; quando sono espressi con ambiguità – che favorisce l’eresia -, allora impediscono la crescita di queste virtù, le scuotono o le distruggono [190].
Questo è particolarmente vero per il sacerdote, che è il più intimamente coinvolto nei sacri misteri: è lui che li rende presenti. Se la liturgia che egli celebra ogni giorno non risponde alla Verità, così sarà anche per le sue credenze, il suo insegnamento [191] e le sue azioni [192]. Ma questo è anche vero per i laici cattolici, seppure in grado minore, perché è la Messa, è ciò che vivono e imparano alla Messa (che sia ogni giorno, ogni domenica o soltanto saltuariamente), che determina la loro cattolicità.
Tutto questo per la Chiesa visibile; ma che cosa si può dire della Chiesa invisibile? Quante anime si sono perse o non hanno raggiunto quel livello di gloria in cielo che Dio aveva preparato per loro da tutta l’eternità, come conseguenza del Modernismo del Nuovo rito, della sua alienazione dai fedeli e della sua riduzione della Grazia santificante?
In sintesi, il Nuovo rito ha frustrato e contrastato gli scopi stessi della Chiesa, che sono la santificazione dell’uomo e la gloria di Dio. La santa Messa è il mezzo con il quale Nostro Signore Gesù Cristo, fonte di tutta Verità e santità, entra in questo mondo: il mezzo per il quale il Verbo, lo Splendore del Padre, scende dal suo trono regale e, passando attraverso l’infinità di spazio e di tempo [193], trapassa il tessuto del mondo finito e transitorio. Ma la sua Luce è stata attenuata alla sua stessa sorgente e ora brilla con minor intensità sulla nostra umanità caduta dolorante.
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[185] Ci ricordiamo che nella sua introduzione al libro di mons. Gamber (op. cit.), il card. Ratzinger parla della “devastazione” (“Verwuestung”), conseguenza della riforma liturgica.
[186] Assieme alla diminuzione del senso della Giustizia divina, della punizione e del sacrificio, osserviamo le tendenze dentro la Chiesa contemporanea verso il pacifismo e verso l’abolizione della pena di morte e, come il santo Padre Benedetto XVI lamenta nel libro Luce nel Mondo, la riluttanza nel punire i crimini del clero nel passato recente.
[187] Chiaramente ci sono zone dove questi elementi sopravvivono, ma stiamo analizzando il fenomeno in termini universali.
[188] Abbiamo già citato la parola di padre Nocent, secondo cui il nuovo lezionario cambierebbe la teologia e spiritualità cattoliche; secondo don Braga, il Nuovo rito altererebbe «la realtà dottrinale», introdurrebbe «una nuova impostazione della teologia eucaristica» (Il proprium de sanctis, p. 419); e trasformerebbe la catechesi (Il nuovo, p. 274) WHH p. 396.
[189] Mons. Gamber osserva: «Il rito romano è attualmente la roccia nel mare tempestoso dell’apostasia. Gli innovatori sono ben consapevoli di questo: spiega il loro odio cieco per la “Messa tridentina”. La sua preservazione non è affatto una questione di estetica, bensì della vita della Chiesa: Der Ritus romanus ist gegenwaertig der Fels in the Brandung des Unglaubens. Das wissen die Neuerer sehr gut. Darum auch der blinde Hasz gegen die “Tridentinische Messe”. Ihre Erhaltung ist keine Frage der Aesthetik, sondern des Lebens der Kirche» (Una Voce Korrespondenz 2, 1976, p. 301). In connessione a ciò facciamo riferimento anche all’osservazione di Papa Paolo VI in Paolo VI segreto (op. cit.): «Cette Messe dite de St.Pie V, comme on la voit à Ecône, devient le symbole de la condamnation du Concile: Questa Messa, detta di san Pio V, come è vista a Ecône, sta diventando il simbolo della condanna del Concilio».
190 Una delle ragioni per le quali la Chiesa considera pericoloso per i fedeli assistere a liturgie non-cattoliche e per tale ragione le scoraggia è che può portare alla perdita della Fede. Il Nuovo rito, cattolico in un senso ma protestante in un altro, rappresenta questo pericolo ad un livello altissimo. Per quanto concerne la distruzione della Fede, citiamo le memorabili parole del cardinale Journet: “La liturgia ed il catechismo (di oggi) sono le due ganasce della tenaglia con cui stanno strappando la Fede dai cuori dei nostri figli: La Liturgie e le catechèse (d’aujourd’hui) sont les deux mâchoirs de la tenaille avec laquelle on arrache la foi des coeurs de nos enfants”. Lucien Méroz, l’Obéissance dans l’Eglise (Claude Martingay, Genève). Padre Bruckberger OP, regista del film Les Carmélites de Compiègne, va oltre e scrive (nella Révélation de Jésus Christ): “Ciò a cui assistiamo con il pretesto di rinnovo liturgico è l’apostasia organizzata della Fede cattolica: Ce que nous assistons sous le prétexte de renouvellement liturgique c’est l’apostasie organisée de la foi catholique”.
[191] Questo è di particolare rilevanza per i vescovi e per coloro che sono responsabili della composizione dei documenti ufficiali della Chiesa.
[192] In particolare, osserviamo che se l’azione centrale del sacerdote, la celebrazione della santa Messa, è svirilizzata, così avviene anche per il sacerdote. (Lo stesso, seppure in grado minore, avviene per la dottrina.) Le conseguenze morali, altrettanto evidenti oltre che deplorevoli, non saranno trattate in questo luogo.