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Contro i nemici della Fede in Slovenia

Storia29 Novembre 2019
Testo dell'audio

Il paziente lavoro dei monaci cistercensi e certosini permise nel Medioevo al Cristianesimo di attecchire nei cuori del popolo sloveno. La fede, qui, ebbe due grandi nemici: il protestantesimo prima ed il comunismo poi. Ma il lavoro silenzioso compiuto dagli Ordini religiosi, nonché figure luminose quali il vescovo di Lubiana, Tomaž Hren, ed il beato Artur Martin Slomšek contro gli emuli di Lutero, nonché l’arcivescovo di Lubiana, Anton Vovk, col martirio proprio e di tanti altri presbiteri, impedirono provvidenzialmente ai nemici della fede di avere la meglio.

Nel Medioevo fu il contributo dei monaci latini, in particolare dei cistercensi, a permettere al Cristianesimo di attecchire nei cuori del popolo sloveno: tra il 1135 e il 1136, infatti, dodici monaci provenienti dal monastero di Rein, vicino a Graz, si stabilirono a Stična sotto la guida dell’abate Vincenzo. L’abbazia di Stična divenne ben presto il più importante centro religioso, spirituale e culturale dell’intero territorio sloveno.

Qualche anno più tardi anche i certosini, piantarono le loro radici in Slovenia fondando quattro certose. Quella di Ziče divenne la sede generale per le altre, di obbedienza romana. Il priore generale di Ziče fu Stefano Maconi (allora stretto collaboratore di Santa Caterina da Siena).

Tali monasteri cominciarono a diventare fari, che irradiavano la luce del Vangelo in un contesto sociale di forte disagio, sia in ambito civile che religioso. Tali centri assunsero tanta importanza da acquisire persino alcune parrocchie, nelle quali i monaci svolsero le attività pastorali necessarie per confermare e far crescere i fratelli nella fede.

Il ruolo dei monasteri

I monasteri divennero centri di assistenza verso i più disagiati, mediante la distribuzione di cibo, vestiti e calzature, ma anche verso i malati, ai quali si prestavano cure nelle farmacie interne. Anche l’istruzione teologica era alla base dell’attività dei monaci, i quali nelle loro biblioteche custodivano antichi manoscritti di tutte le branche del sapere.

Il patriarca di Aquileia, Francesco Barbaro, nel 1593, così scriveva del convento di Stična: «È un centro importante, in cui si insegna ai giovani per poi educarli come bravi sacerdoti e inviarli nelle parrocchie dell’Ordine». Nel XIII secolo si diedero molto da fare anche i francescani, i domenicani e gli agostiniani nell’annuncio della Parola di Dio, improntata soprattutto sull’ideale della povertà. Ciò che accomunava tutti questi Ordini religiosi era la grande devozione verso la Madonna.

Il protestantesimo

Nel XVI secolo il contesto sociale e culturale mutò profondamente e in Slovenia cominciò a diffondersi un nuovo pensiero, segnato dall’attività riformatrice protestante. L’inadeguata struttura ecclesiale dava molto spazio a negative improvvisazioni, superficialità, fenomeni di superstizione, che causavano l’allontanamento dei fedeli dalla Chiesa. Le idee dei riformatori provenivano dalle Università tedesche, dove avevano studiato gli sloveni, che, rientrati in Patria, costituirono l’intelligencija della propria nazione.

Il protestantesimo penetrò soprattutto all’interno della nobiltà e dell’alta borghesia slovena, grazie all’operato della stampa. I tentativi di Riforma non solo trovarono terreno fertile nell’ambito della società civile attraverso il contributo della cultura umanistica, ma, anzi, si diffusero rapidamente anche all’interno della comunità ecclesiale.

Dapprima il clero cattolico prese spunto dalle teorie del protestantesimo al fine di adattarle alle proprie comunità, per dar vita ad un vero e proprio tentativo di rinnovamento ecclesiale; tale iniziativa non ebbe successo e molti sacerdoti cattolici finirono per aderire al protestantesimo. Tra i più celebri rappresentanti della Riforma in Slovenia va ricordato l’ex-sacerdote cattolico Primož Trubar, seguito successivamente da Sebasttijan Krelj Jurij Dalmatin e Adam Bohorič.

Il beato Slomšek

La Slovenia tornò cattolica grazie alle nuove metodologie pastorali acquisite dai nuovi Ordini religiosi come i gesuiti e i cappuccini, ma non può non essere ricordato l’apostolato del vescovo di Lubiana Tomaž Hren (1560- 1630), il quale diede un notevole contributo alla riaffermazione del culto liturgico e dell’arte sacra.

Nell’800, invece, la Chiesa cattolica slovena fu debitrice del suo ottimo stato di salute all’impegno del suo grande pastore, il beato Artur Martin Slomšek, considerato da Giovanni Paolo II come modello da seguire soprattutto per i giovani:

«Seguite le orme di questo vostro connazionale, integro e generoso, che bramava di conoscere la volontà di Dio e dei vostri fratelli. Per i sacerdoti, egli sia modello di spirito di sacrificio e di zelante operosità. Per i laici sia esempio di onestà, di servizio e di coraggiosa ricerca della giustizia e del bene comune».

Contro il comunismo

Tra i personaggi che hanno dato lustro al popolo sloveno, in particolare nell’arco temporale a noi più contemporaneo, sempre papa Wojtyla, in occasione del suo viaggio in Slovenia nel 1999, ha ricordato con affetto l’arcivescovo di Lubiana Anton Vovk, il quale è stato il degno rappresentante e difensore del popolo sloveno nel periodo forse più duro della sua storia, quando la politica attuata dal regime comunista mirava alla cancellazione dell’identità nazionale e soprattutto all’eliminazione della Chiesa cattolica non solo come istituzione, ma anche come detentrice di una fede. Pertinente è al riguardo la dichiarazione del membro del Politburo, Franc Leskošek, nel 1954:

«Noi siamo oppositori della religione. Sappiamo che la fede è una follia. Essa è impostura per la gente. Nel XX secolo la religione non è più adeguata alla nostra realtà. Fu conveniente 500 anni fa, oggi invece è una stupidità».

Il martirio di Anton Vovk e di tanti altri presbiteri ha impedito provvidenzialmente che questo progetto riuscisse secondo il fine che i comunisti avrebbero voluto.

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Questo testo di Marco Mancini è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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