Il comunismo, aspetti dottrinali

Tuttora molti pensano che quello comunista sia stato un ideale in teoria ottimo, ma in concreto realizzato in modo pessimo; Augusto Del Noce invece obiettava che è stato un ideale in teoria pessimo, ma in concreto realizzato in modo ottimo, purtroppo, visto che è riuscito a devastare mezzo mondo per 70 anni.
Come spiegò già Pio XII, il comunismo riusciva a soggiogare o influenzare così a lungo popoli anche colti ed evoluti, perché la sua ideologia non era ben capita nella sua gravità e portata, per cui il suo regime non veniva combattuto efficacemente.
A cosa mirava la rivoluzione sovietica?
Secolarizzando la naturale aspirazione religiosa all’assoluto ed al conseguimento della felicità, il comunismo pretendeva che l’uomo moderno, essendo diventato «adulto ed emancipato», dovesse liberarsi da ogni forma d’autorità e di guida, da quella del padrone fino a quella dei genitori e di Dio stesso, instaurando una società di fratelli senza padre comune. Pertanto, l’umanità potrebbe costruire un nuovo paradiso terrestre, assicurato non attuando la verità (intellettuale, morale e sociale), ma eseguendo una prassi rivoluzionaria basata sulla scienza e sulla tecnica politiche.
La «società nuova» progettata dal comunismo mirava a produrre l’“uomo nuovo” ossia a realizzare una rivoluzione antropologica. Dopo aver ripudiato il proprio fine religioso e reciso i legami politici, l’homo sovieticus doveva abolire anche i fini e i legami sociali, per inserirsi in una paradossale società priva di legami e di dipendenze, per annullarsi in un «popolo» inteso come una mistica massa, nella quale tutti diventano uguali perché ciascuno s’identifica con tutti; non a caso si è parlato di «panteismo sociale».
In tal modo, l’umanità otterrebbe una sorta di onnipotenza e si salverebbe con le sole proprie forze, redimendo gl’individui dal loro «egoismo».
Tuttavia questo progetto utopistico va scontrandosi non solo con il «potere costituito», ma anche e soprattutto con la realtà costituita da Dio ossia con la natura umana, la sua società e la sua storia, riassumibili nella categoria di tradizione. Per il semplice fatto di esistere, di avere identità, misura, spessore, peso e stabilità, la realtà delle cose impedisce l’assoluta indipendenza, libertà e creatività umane.
Pertanto, il regime sovietico ha tentato di distruggere la società lottando contro le superstiti comunità sociali, soprattutto contro la loro origine e modello, ossia la famiglia, e contro il loro esemplare trascendente, ossia la Chiesa. Non a caso, Marx faceva suo il noto motto degli anarchici: «Tutto ciò che esiste merita di essere abbattuto».
Come si passò dalle intenzioni ai risultati?
Per ottenere questo scopo, come diceva Mao Ze-Dong, il potere sovietico doveva «impadronirsi di tutto l’uomo e di tutti gli uomini», corrompendo le mentalità, le sensibilità e le abitudini sociali. Pertanto, come ogni rivoluzione, anche quella sovietica del 1917 s’impose nei tre settori cruciali della vita umana: quello delle tendenze, quello delle idee e quello dei fatti.
Le tendenze disordinate che hanno preparato il comunismo sono quelle alimentate dai vizi capitali. Ad esempio l’orgoglio, rifiutando ogni forma di superiorità, alimenta l’invidia per i beni, per l’autorità e per il prestigio altrui, per cui suscita l’odio verso le classi più ricche o potenti o stimate e la brama ossessiva di abbattere ogni forma di superiorità, autorità e gerarchia. Questo ci fa capire perché papa Pio XI abbia condannato il socialismo come «vizio intellettuale e morale».
Da queste tendenze disordinate sono derivate le idee false, che hanno giustificato e programmato la rivoluzione. L’idea fondamentale era quella dell’egualitarismo radicale, che pretende di abolire non solo la proprietà privata, ma anche ogni organizzazione sociale, ogni tradizione culturale e ogni organismo spirituale, colpevole di favorire la disuguaglianza tra gli uomini. E’ importante notare che questo programma sovversivo non era proclamato dai sovietici come una verità da realizzare secondo giustizia – per il comunismo non esistono verità, né giustizia oggettive –, bensì solo come un’ideologia funzionale a giustificare la rivoluzione, a mobilitare le masse e a imporre il potere sovietico. Lo stesso Marx ammise che la sua teoria del «materialismo storico» non era veridica, ma serviva a togliere prestigio alle autorità tradizionali da abbattere e a darlo ai poteri sovversivi da imporre.
Queste tendenze disordinate e idee false hanno causato i fatti storici ben noti ossia il regime totalitario sovietico; sono infatti i vizi e gli errori, che favoriscono gli orrori. Usando un misto di menzogna, di astuzia, di seduzione e di violenza sistematica, esso ha tentato di abolire ogni disuguaglianza, autorità, supremazia, non solo economica ma anche politica, sociale e perfino culturale.
Come mai ebbe successo?
Il regime sovietico riuscì a imporsi facendo valere la sua carica utopistica, mettendo gl’ideali più alti al servizio delle passioni più basse, usando il metodo leninista di conquista e di mantenimento del potere. Ad esempio, coniugò fanatismo ideologico, cinismo tattico e feroce violenza, sfruttò abilmente occasioni belliche, divisioni negli avversari, debolezze dei regimi “borghesi”, conformismo del mondo intellettuale, illusioni del mondo religioso.
Bisogna però ammettere che il lungo successo del comunismo è stato reso possibile non tanto in virtù della propria forza quanto dalla debolezza di coloro che avrebbero potuto contrastarlo. Da una parte le potenze capitalistiche spesso furono complici del regime sovietico, dall’altra molti occidentali s’illusero d’evitare le conseguenze del comunismo senza eliminarne le cause, opponendosi ai fatti ma non combattendo le idee o addirittura favorendo le tendenze sovversive.
Ad esempio, molti movimenti liberali si sono accontentati di criticare l’ateismo dell’ideologia comunista o i metodi antidemocratici del regime sovietico, come se una sua versione “religiosa” o libertaria fosse possibile; oppure si sono illusi di prevenire il contagio comunista, favorendo la libera diffusione delle idee o dei beni economici, come se il sovietismo fosse risultato della somma tra ignoranza e indigenza.
Per tutto risultato, la libera diffusione delle idee ha favorito la propaganda comunista in Occidente, mentre la copiosa diffusione di beni al “terzo mondo” ha disposto quei Paesi ad entrare nell’area d’influenza sovietica. Non è un caso se oggi i regimi comunisti (sopravvissuti o nuovi) li troviamo proprio in quell’area geopolitica.
Fine regime: sconfitta o suicidio?
Come aveva previsto Del Noce, ormai l’ideologia comunista si è auto-confutata e il regime sovietico si è auto-soppresso quasi dovunque. Ma ciò è avvenuto solo perché il programma comunista è stato superato dal solidarismo libertario e il potere sovietico è stato sostituito dalla tecnocrazia relativistica e permissiva, che ha un suo tipico esempio in quell’Unione Europea che ha per motto «liberismo nella produzione ma socialismo nella distribuzione».
Possiamo quindi dire che il comunismo non è stato sconfitto, ma si è suicidato come regime, per evitare l’imminente fallimento politico-economico, e si è trasformato come movimento culturale, per diventare una sorta di virus, che va diffondendosi nei gangli vitali dell’Occidente, strumentalizzandone cinicamente le strutture «pluralistiche e democratiche».
Resta però il fatto confortante che Dio non ha permesso il trionfo planetario del regime sovietico. Il merito di ciò non va al progresso dell’economia o dell’informazione, tantomeno alla “distensione Est-Ovest”, ma va all’opposizione attiva dei movimenti anticomunisti e a quella passiva dei popoli rimasti vittime. Non potendo sopprimere il regime, essi lo hanno logorato con una tenace resistenza basata su due ferme convinzioni: quella naturale, consistente nella non-plasmabilità della natura umana, e soprattutto quella soprannaturale, consistente nella fiducia nella divina Provvidenza.
Chi aveva creduto al messaggio mariano di Fatima aveva previsto questo insperato successo, perché la veggente suor Lucia aveva riferito che il Cuore Immacolato di Maria avrebbe trionfato sui nemici della Chiesa e che la Russia sarebbe sopravvissuta al dramma comunista, perché essa è destinata, in futuro, a convertirsi.
Come aveva profetizzato negli anni Venti san Massimiliano Kolbe, un giorno la statua dell’Immacolata sarà intronizzata a Mosca in cima al Cremlino; solo allora «verrà un tempo di pace», non solo per la sventurata Russia, ma anche per il mondo.
Questo testo è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it