Commento al Trattato della Vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion di Montfort – Parte XIV

San Luigi ha scritto il suo Trattato per tutti i devoti di Maria che nei secoli lo avrebbero letto, ma soprattutto per quelli che egli definisce gli “apostoli degli ultimi tempi”, le “grandi anime piene di grazia e di zelo, – ha detto al numero 48 – che saranno elette per combattere i nemici di Dio. Il primo capitolo della sua opera, dal numero 51 al numero 59, si conclude con la descrizione di questi apostoli, a partire dal versetto della Genesi: “Io porrò inimicizia tra te e la tua donna, la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn, 3, 15)
Leggiamo il commento di san Luigi a questo versetto:
“Dio non ha mai fatto o formato che una sola inimicizia, ma irriconciliabile, che durerà, anzi aumenterà fino alla fine: quella fra Maria, sua degna Madre, e il diavolo; tra i figli e i servi della S. Vergine e i figli e seguaci di Lucifero; così che la più terribile nemica del diavolo, creata da Dio, è Maria, la sua santa Madre. Egli le donò fin dal paradiso terrestre, quantunque ella non fosse ancora che nella sua idea, tanto odio contro questo maledetto nemico di Dio, tanta abilità per scoprire la malizia di questo antico serpente, tanta forza per vincere, atterrare, umiliare quest’empio orgoglioso, che egli la teme non solamente più degli angeli e degli uomini, ma in un certo senso più di Dio stesso. Non già che l’ira, e l’odio e la potenza di Dio non siano infinitamente più grandi di quelli della santissima Vergine, poiché le perfezioni di Maria sono limitate, ma prima di tutto perché Satana essendo orgoglioso soffre infinitamente di più d’essere vinto e punito da una piccola e umile serva di Dio: l’umiltà di lei lo umilia più che la potenza di Dio. In secondo luogo perché Dio diede a Maria un potere così grande contro i diavoli che essi temono di più, come essi stessi furono obbligati a confessare loro malgrado per bocca degli ossessi, uno solo dei suoi sospiri per qualche anima, che le preghiere di tutti i santi; una sola delle sue minacce contro di essi, che tutti gli altri tormenti” (n. 52.
San Luigi ha già definito la Madonna “un esercito schierato a battaglia” contro il diavolo e i suoi seguaci. Questa battaglia è iniziata nel momento della ribellione degli Angeli e fin da allora Dio ha affidato a Maria il compito di guidare questa battaglia, di essere Lei a schiacciare la testa del serpente infernale. Lucifero si ribellò perché, per il suo smisurato orgoglio, rifiutò il piano divino dell’Incarnazione del Verbo. Sarà Colei che accolse il Verbo divino nel suo seno a schiacciare il capo dell’orgoglioso e Dio ha dato a Maria tanto odio contro il maledetto nemico, tanta accortezza per scoprire la sua malizia, tanta forza per sbaragliarlo, che costui la teme in un certo senso perfino più di Dio.
L’ ira e l’odio che san Luigi attribuisce alla Madonna, non sono difetti, ma perfezioni, in Lei presenti in misura immensa, ma pur sempre limitata, perché ella è una creatura. Queste perfezioni sono invece presenti in maniera illimitata in Dio.
Un apologeta dei primi secoli, Lattanzio, ha scritto un’opera intitolata De ira Dei, “la collera di Dio”, in cui spiega che Dio, essendo infinito amore è anche infinito odio cioè totale separazione da ogni pur minima traccia di male. L’inferno è una prova della sua collera, che Egli conserva eternamente contro coloro che peccano eternamente. E Maria, specchio perfetto di Dio, è come Lui capace di un solo odio, l’odio contro il male e il peccato, contro il demonio e le sue opere.