Commento al Trattato della Vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion di Montfort – Parte X

Al n. 40 del suo Trattato, san Luigi ribadisce che la devozione a Maria è necessaria alla salvezza e che la mancanza di stima e di amore per la SS.ma Vergine è un segno di riprovazione; “è al contrario un segno infallibile di predestinazione l’essere interamente consacrati a lei e veramente devoti” (n. 40). Ma, aggiunge “se la devozione alla santissima Vergine è necessaria a tutti gli uomini anche solo per salvarsi, è ancor più necessaria a quelli che sono chiamati a una perfezione particolare; ed io credo che nessuno possa acquistare un’unione intima con nostro Signore Gesù Cristo e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo, senza un’intima unione alla Santissima Vergine e una grande dipendenza dal suo aiuto” (n. 43).
San Luigi ribadisce a questo punto un concetto che ha espresso nei punti precedenti (23-25 e 28). Maria è colma di immense grazie e di queste grazie l’Altissimo l’ha costituita tesoriera e dispensatrice, affinché Ella le possa distribuire a chi vuole.
“A Maria solamente – egli spiega – Dio consegnò le chiavi delle celle del divino amore e il potere di entrare nelle vie più sublimi e più segrete della perfezione e di farvi entrare gli altri. Maria sola conduce nel paradiso terrestre i miseri figli di Eva l’infedele, perché vi passeggino piacevolmente con Dio; vi si nascondano con sicurezza dai loro nemici; vi si nutrano deliziosamente, senza più timore della morte, del frutto dell’albero della vita e della scienza del bene e del male” (n. 45).
Al numero 18 il santo aveva detto che “il Figlio discese nel suo seno virginale, quale nuovo Adamo nel paradiso terrestre, per compiacersene e per operarvi di nascosto meraviglie di grazia”. Nel numero 45 Maria è il nuovo paradiso terrestre per i miseri figli di Eva che vi possono ritrovare un nuovo Albero della vita, dopo che, a causa di Eva, è stato perduto quello del paradiso terrestre.
Il Paradiso terrestre non è un luogo immaginario, ma un luogo reale che secondo i Padri della Chiesa esiste ancora, anche se è inaccessibile, nascosto agli occhi degli uomini. Questo luogo è il meraviglioso giardino in cui, dopo la creazione, Dio pose Adamo ed Eva perché vi conducessero una vita felice (Gen. 1,5-3, 24); ed è il luogo da cui i nostri progenitori furono cacciati a causa della loro disobbedienza a Dio, ispirata dal serpente infernale. La Chiesa nel suo Magistero ha sempre ribadito che Adamo ed Eva sono reali, che il paradiso terrestre è un luogo reale e che reale è il peccato che vi fu commesso. Da quel peccato, il peccato originale, derivano tutti i mali e le sofferenze della storia, le malattie, le sciagure, la morte. Gesù Cristo, facendosi uomo, redense l’umanità dal peccato originale e la sua Incarnazione avvenne attraverso Maria. Per questo Maria è la nuova Eva, il nuovo paradiso terrestre, la strada che permette ai miseri figli di Eva, di ritrovare un Paradiso infinitamente più bello del paradiso perduto, il paradiso celeste, di cui ella ha le chiavi.
Volgiamo dunque lo sguardo a Maria. Siamo al n. 46 del Trattato, e san Luigi ripete ciò che ha già annunciato al n 35: alla fine del mondo, che per lui, come abbiamo detto, è in realtà la fine di un’epoca: “i più grandi santi, le anime più ricche in grazia e in virtù, saranno i più assidui nel pregare la santissima Vergine e nell’averla sempre come loro perfetto modello da imitare e loro aiuto potente per esserne soccorsi” (n. 46).