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Commento al Trattato della Vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion di Montfort – Parte VII

Il Trattato della Vera devozione alla Santa Vergine07 Maggio 2020
Testo dell'audio

Nel Vangelo di san Matteo leggiamo che Gesù dice: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. (Mt, 11, 25). Queste parole del Vangelo erano care a santa Teresa del Bambin Gesù e costituiscono una chiave di lettura della sua Storia di un’anima. Anche san Luigi dice di scrivere “specialmente per i poveri e semplici, i quali essendo di maggior buona volontà e avendo più fede della maggioranza dei sapienti, credono con più semplicità e con maggior merito” (n. 26). I sapienti spesso sono superbi, mentre è necessaria una profonda umiltà, una profonda sottomissione dell’intelligenza di fronte alla verità, per proseguire nella lettura del Trattato e comprenderne il significato. Con questa umiltà di spirito contempliamo ad esempio la bellezza di queste parole di san Luigi al n. 28 della sua opera:

“Maria comanda nei cieli agli angeli e ai beati. Per ricompensa alla sua profonda umiltà, Dio le ha dato il potere e la missione di riempire di santi i troni vuoti da cui caddero per superbia gli angeli ribelli. Tale è il volere dell’Altissimo, il quale esalta gli umili, che il cielo, la terra e l’inferno, volenti o nolenti, si pieghino ai comandi dell’umile Maria, che egli costituì sovrana del cielo e della terra, condottiera dei suoi eserciti, tesoriera dei suoi beni, dispensatrice delle sue grazie, operatrice delle sue grandi meraviglie, riparatrice del genere umano, mediatrice degli uomini, sterminatrice dei nemici di Dio e fedele compagna delle sue grandezze e dei suoi trionfi” (28).

In queste parole Maria appare in tutta la sua grandezza. Maria non è una donnicciola sentimentale, è sovrana, condottiera degli eserciti di Dio, sterminatrici dei nemici di Dio. E’ una donna che combatte, che regna, che trionfa. E combatte, regna e trionfa attraverso i suoi figli e devoti, perché, come spiega san Luigi: “Dio Padre vuole avere figli per mezzo di Maria sino alla fine del mondo e lo dice con queste parole; “Fissa la tenda in Giacobbe” (Sir, 24, 8), cioè poni la tua dimora e residenza tra i miei figli e predestinati, raffigurati in Giacobbe, e non già tra i figli del demonio e tra i reprobi, raffigurati in Esaù” (n. 34).

E nei numeri successivi san Luigi afferma che “tutti i veri figli di Dio e i predestinati hanno Dio per padre e Maria per madre, e chi non ha Maria per madre, non ha Dio per madre” (n. 30).

Occorre precisare che la predestinazione di cui parla il santo non ha niente a che vedere con quella di Calvino e dei protestanti. La predestinazione dei protestanti annulla la libertà umana, mentre quella cattolica la esalta. Dio sceglie i suoi figli, come sceglie Maria, la predestinata per eccellenza. Ma come a Maria chiese il suo Fiat, così chiede il libero consenso di ogni suo figlio, per realizzare il piano meraviglioso della divina Provvidenza, che è quello di riempire di santi i troni vuoti da cui caddero per superbia gli angeli ribelli.

I figli di Dio, coloro che accettano di avere Dio come padre, hanno come madre Maria, la madre di Gesù. Essi sono la dote di Maria, il suo possesso, destinati ad essere generati, nutriti ed allevati da lei (n. 31). E san Luigi, citando sant’Agostino, conclude il punto 33 con queste parole “tutti i predestinati per essere conformi all’immagine del Figlio di Dio, in questo mondo sono nascosti nel seno della santissima Vergine dove sono custoditi, nutriti, mantenuti e accresciuti da questa buona Madre, fino a quando ella li genererà alla gloria” (n. 33)

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