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Come gestire le Passioni

Spiritualità11 Gennaio 2020
Testo dell'audio

Le passioni, come abbiamo già fatto notare, sono state disordinate dal Peccato originale. Sono difficili da gestire, soprattutto quelle che corrispondono al proprio temperamento: irascibile, melanconico, eccessivamente affettuoso e così via. Ancor più difficilmente gestibili dopo che una persona abbia acquisito cattive abitudini, come cedere all’ira, alla tristezza, alla passione dell’amore senza la dovuta misura, oppure fino al peccato.

Poiché le passioni provengono dal cuore, ci spetta innanzitutto un lavoro su di esso, tramite l’intelletto e la fantasia. Abbiamo già esposto i due pericoli inerenti all’uso della fantasia (ci fa perdere tempo e porta al peccato mentale, e poi a sua volta, eventualmente anche al peccato dell’azione). Quando la passione è disordinata, proviamo a staccarci da essa. Se un uomo sposato ha concepito amore per una donna che non è la sua moglie, non deve soffermarsi su esso. Un collerico che è stato offeso da altrui non deve soffermarsi sull’offesa, e così via per tutte le passioni. Più da vicino, non si deve riflettere sulla causa della passione, ne immaginarci di doverla esprimere, perché più la immaginiamo, più cresce il desiderio di agire; e più cresce il desiderio, più è probabile che agiremo. L’uomo sposato non deve fantasticare su come si comporterebbe in determinate circostanze. Il collerico non deve fantasticare su come si vendicherebbe.

Quando le passioni sono eccitate, bisogna frenarle con un atto di volontà, accorgendosi che tali ruminazioni sono vuote e pericolose. La volontà comanda alla mente di pensare ad altro, e comanda al corpo di non cedere agli impulsi della passione. Se si viene presi dall’ira, ad esempio, non si deve alzare la voce, né gesticolare o assumere un’espressione di rabbia. Piuttosto si tace e si mantiene la calma. Se si incontra qualcuno per cui si ha un affetto disordinato, bisogna essere cauti a non esprimerlo neanche a parole. Se invece si incontra una persona per cui si ha un’antipatia, bisogna essere ugualmente cauti a non tradire i veri sentimenti del cuore.

Invece di trattenerci sulle passioni, bisogna indirizzare i pensieri e le energie su qualcosa di utile. Se siamo da soli ci possiamo dire: “Basta coi sogni! al lavoro!” Se siamo in compagnia, possiamo far ricorso a quegli atti che si oppongono alla passione in questione. Chi ci ha fatto arrabbiare verrà trattato con calma, chi ci ha provocato con sobria cortesia, e che ci è antipatico con bontà.

Quando una passione disordinata ha acquistato una tendenza tale da spingerci verso il peccato, bisogna prendere il tempo per ritirarci e rifletterci. Immaginiamoci quanto male potremmo operare, se cedessimo a questa tendenza; quale sorpresa vivissima, quale dolore, quale umiliazione (se siamo in compagnia) creeremmo per una persona che ci ha irritato se lo insultassimo. Oppure se è irascibile anche lui, quale litigata, quale scandalo, quale pessima impressione per tutti! Immaginiamoci quanto danno faremmo a noi stessi, opponendoci allo stesso scopo per cui siamo su questa terra, cioè per amare Dio ed il prossimo.

Similmente un uomo sposato deve pensare agli effetti eventuali delle libertà che si potrebbero forse permettere verso un’altra donna; la sottointesa complicità, il desiderio, la speranza che in lei si potrebbe suscitare, la pena che potrebbe dare alla moglie, il sospetto che potrebbe evocare in altrui, il cammino sul quale avrà già fatto il primo passo, che conduce chissà dove.

Riflettiamo, dunque, quando siamo da soli, su dove ci potrebbero portare le passioni disordinate, e prendiamo coraggio nel sottometterle ad un rigoroso controllo. Serviamoci dell’intelletto e della fantasia non per trattenerci su esse, ma piuttosto per riconoscere il loro pericolo ed evitarlo.

Vogliamo amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, e con tutta la forza? In questo caso cessiamo di perdere tempo, di condurre una vita di imperfezione, di pericolo, e di peccato, nuotando contro la ragione nel mare turbolento della natura caduta. Per superare la padronanza della passione in modo determinante, deve essere sostituito con un ideale più grande, più forte, più nobile, più potente: l’idea di Dio, la Sua volontà per me, il mio desiderio di amarLo sopra ogni altra cosa fino all’unione definitiva con Lui in cielo. Quest’idea superiore si può tradurre in una frase come ‘Deus meus et omnia’, ‘Dio mio e tutto’, ‘Tutto per Voi, o Dio’, ‘Dio mio, Misericordia’. ‘Tutto per la Vostra gloria.’

Per amore di Lui dunque intraprenderò questo lavoro su di me. L’autocontrollo, il non cedere alla passione dell’amore, dell’odio, dell’ira, della tristezza disordinata o di qualsiasi altra passione nociva, mi porterà la calma, la pace, ed in fine la felicità. Più l’idea superiore sovrasterà l’idea inferiore e la tirannia delle passioni, più regnerà sul cuore. Così i sentimenti saranno sottomessi all’intelletto e alla volontà, e l’intelletto e la volontà saranno sottomessi a Dio. Il cuore sarà stato purificato ed indirizzato verso le cose del cielo, per potermi guidare sopra il mare tempestoso di questo mondo fine nel porto senza onda dell’Eternità.

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