< Torna alla categoria

Christi bonus odor

Liturgia08 Agosto 2019
Testo dell'audio

La Sacra Scrittura presenta simbolicamente “le preghiere dei santi” come “profumi amabili in coppe d’oro”, che gli Anziani portano sulle loro mani fino davanti al Trono dell’Agnello di Dio (Ap. 5,8). Adorazione, lodi, azioni di grazie e suppliche penetrano come un incenso fino al Santo dei Santi del Cielo e al Trono dell’Altissimo.

Da questo significato originale dell’incenso ne deriva spontaneo un altro: il sacrificio e la preghiera, simbolizzati dal “fumo di profumi fragranti”; cioè, il sacrificio e la preghiera suscitano la divina compiacenza e misericordia, attirano la Grazia di Dio su di noi, e perciò il profumo dell’incenso simbolizza anche la divina grazia. Mentre l’innalzarsi del profumo manifesta i devoti e insistenti sacrifici e le preghiere; le nubi d’incenso, che si spandono tutt’attorno, suggeriscono l’effetto della preghiera e del sacrificio, che è il profumo della Grazia che scende dal Cielo, o emana da Cristo presente sull’altare.

La preghiera si eleva verso l’alto e la misericordia di Dio scende a noi. Le nuvole profumate dell’incenso sono un monito, anche per i sacerdoti e per i fedeli, a diventare “buon odore di Cristo” (“Christi bonus odor” – 2Cor. 2,15) tramite lo spirito di sacrificio e di preghiera, tramite la grazia e la virtù, tramite una fervente devozione e la santità di vita, così da riempire di allegria il Cielo e la Terra. È nella stessa natura dell’azione che il bruciare i chicchi d’incenso sia un segno di adorazione, ossia del sacrificio da intendere come l’atto e l’atteggiamento più perfetto dell’adorazione.

Si tenga anche presente che, per disposizione della Chiesa, l’incenso non viene usato solo per venerare solennemente Dio, ma anche per dimostrare nei confronti delle cose sacre una religiosa venerazione. Perciò, oltre ai più venerabili oggetti, [p. 322] s’incensano, per esempio, le reliquie e le immagini dei santi, il libro del Vangelo, il sacerdote, il clero e i fedeli. Nelle celebrazioni solenni l’incenso viene benedetto, cioè diventa un oggetto sacro, o elemento consacrato a Dio.

L’incenso benedetto è un sacramentale, e come tale non ha semplicemente un significato elevato e misterioso, ma anche (a suo modo) un effetto soprannaturale. Questa benedizione, ora, conferisce all’incenso un senso religioso più marcato. Il significato simbolico dell’incenso è già presente nella sua natura, ma, tramite l’uso nelle funzioni religiose esso riceve quasi una consacrazione che viene confermata dalla benedizione della Chiesa. Da questo momento l’incensare simboleggia perfettamente (come la cenere e le palme benedette) il suo significato sacro e misterioso. 3 In quanto sacramentale l’incenso conferisce una protezione divina.

Tramite il segno di croce e la preghiera della Chiesa, l’incenso acquisisce un forte potere che allontana satana dall’anima o lo tiene lontano, agisce contro astuzia e malignità, contro tentazioni e assalti degli spiriti infernali, e dà grande aiuto di cui abbiamo particolarmente bisogno quando stiamo celebrando i Sacri Misteri all’altare. Prima di bruciare l’incenso sull’altare, che così sta per essere consacrato, il vescovo prega Dio che “guardi misericordioso questo incenso, lo benedica e lo consacri affinché il suo profumo allontani tutti i mali e le debolezze; davanti al suo profumo fuggano anche tutte le insidie del Maligno e la creatura (l’uomo), redenta dal prezioso sangue di Cristo, non venga mai ferita dai morsi dello scellerato serpente senza Dio”.

Perciò esso è utile anche nella consacrazione di persone e cose. Con le nuvole d’incenso, infatti, si spande anche la forza della benedizione che la Chiesa pronuncia e vuole comunicare: esse attirano tutto ciò che viene incensato entro un’atmosfera sacrale. Dal simbolo dell’incenso e dal suo effetto si può facilmente intuire lo scopo e il significato delle varie incensazioni. [p. 323] 3.

Da Facebook