Charles Spencelayh – His Favourite

Charles Spencelayh (1865 -1958) è nato a Rochester nel Kent. È stato pittore e ritrattista di genere inglese, in stile accademico, ed ha studiato per la prima volta alla National Art Training School, South Kensington. Alcune delle sue mostre sono state realizzate al Salone di Parigi, ma la maggior parte in Gran Bretagna. Tra il 1892 e il 1958 ha esposto più di 30 dipinti alla Royal Academy, tra cui Why War (1939), che ha vinto il Picture of the Year della Royal Academy. Fu anche membro fondatore della Royal Society of Miniature Painters, dove espose 129 miniature tra il 1896 e il 1954. Molti dei suoi soggetti raffigurano scene domestiche, dipinte con un dettaglio quasi fotografico, come The Laughing Parson (1935) e His Daily Ration (1946).
Ha dipinto soggetti di nature morte tra cui Apples (1951). Nel 1924 ha dipinto anche una miniatura di Re Giorgio V per la casa delle bambole della regina.
Una calda atmosfera avvolge la scena di questo dipinto quasi “fotografico” per la raffigurazione di dettagli, che evidenziano un ambiente in stile inglese, culturalmente ricco, abbellito dalla sobrietà di suppellettili come le anfore da collezione, poste sopra il camino, l’imponente orologio a parete e il vaso di fiori, sistemato in un angolo dello studio, a sua volta impreziosito da un bel tappeto rosso. Nell’austera cornice di colori contrastanti ed intensi, Charles Spencelayh ritrae abilmente la personalità di un anziano violinista, mentre, in tenuta da camera, con in mano il suo prezioso strumento, è intento a sfogliare le pagine di svariati spartiti, alla ricerca di brani da interpretare per riviverne la memoria. Chissà quale autore o brano rientri nel ventaglio delle sue preferenze, di certo questo elegante signore, raccolto in una compostezza verticale, sembra identificarsi con il profilo spirituale di un uomo integro, lontano dalla mondanità del suo tempo ed in logica contrapposizione con i musicisti esordienti di questo tempo, ignari dell’antico ordine, ispirato alla magnificenza dell’armonia musicale e più inclini alle cacofonie della grande globalizzazione, che manovra tutti i campi, da quello musicale a quello letterario e figurativo.
Cosa augurarci, se non il ripristino della bellezza che salva? Impegnati, ognuno nel proprio campo, daremo vita alla speranza di un grande ritorno.
Questo testo di Francesca Bonadonna è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it