Castello di Rivalta. Architettura di valore e di Valori

Il borgo di Rivalta si presenta oggi come un vero gioiello di architettura, che conserva, custodito fra le proprie possenti mura, il fascino di un tempo e l’inalterata bellezza di un piccolo mondo, che ha sfidato i secoli: un complesso fortificato che ospita botteghe e abitazioni, edificato in mattoni e ciottoli, che ancora recano i segni dei colpi di artiglieria subiti nei molti assedi, cruenti ma mai fatali.
In posizione centrale, il castello domina tutto l’abitato e svetta sul lussureggiante panorama circostante: a pianta quadrangolare, l’originaria fortezza medievale è stata ampliata nella sua forma attuale a partire dal XV secolo, quando gli architetti milanesi Guiniforte e Pietro Antonio Solari trasformarono nel suo complesso la struttura per adeguarla alle mutate esigenze belliche, profondamente cambiate a seguito dell’introduzione dell’artiglieria negli scontri campali.
Parallelamente al rafforzamento dei bastioni e della cinta muraria, agli ordini del conte Manfredo IV i Solari costruirono la caratteristica torre cilindrica sovrastata da un torresino, che rende inconfondibile la fisionomia del castello, e l’elegante cortile interno circondato da un doppio ordine di logge, a cui si accede attraverso un atrio preceduto da una maestosa facciata di gusto neoclassico con un antico orologio incastonato al centro del timpano triangolare superiore.
L’interno
Nel Salone d’Onore, stanza di accesso al maniero già realizzata al tempo di Manfredo IV, spiccano il soffitto ligneo a cassettoni con decori policromi ed un monumentale camino quattrocentesco in pietra scolpita. L’intera sala narra attraverso l’araldica la storia della casata: sull’architrave della cappa, due candidi putti reggono infatti l’antico blasone della famiglia, mentre lungo le pareti sono affrescati gli stemmi delle dinastie imparentate con i Landi tramite matrimonio.
Nella parete adiacente campeggia su drappo rosso a frange d’oro un enorme stemma dei Landi principi di Valtaro, sostenuto dall’aquila bicipite coronata, simbolo dell’Impero. I Landi ebbero infatti l’onore di essere nominati Reichsfürsten, feudatari immediati del Sacro Romano Imperatore; la loro fedeltà agli Augusti è espressa anche nel motto della famiglia Svevo Sanguine Laeta, «allietata da sangue svevo». Sul pavimento è poi visibile uno stemma degli Zanardi Landi, a testimonianza della stretta continuità con gli antenati. La sala custodisce altresì un’opera attribuita alla scuola del Pordenone, che raffigura la Battaglia di Pavia, combattuta tra Francia e Spagna nel 1525 e che vide una trionfale vittoria di Carlo V.
Numerose personalità illustri, dai Duchi di Parma alla principessa Margareth d’Inghilterra, furono spesso ospiti a Rivalta ed alloggiarono nelle stanze più belle del castello: fra queste, la Camera Verde, che accoglie arredi in stile barocco, un elegante letto a baldacchino in seta verde ed una preziosa Madonna con Bambino e San Giovannino, ascritta a Girolamo Bedoli, risalente alla fine del Cinquecento; nella Camera Rossa si possono invece ammirare una copia d’epoca del Ritratto di Paolo III di Tiziano, l’effigie del generale Marcantonio Bragadin e Lo sbarco di Onorio Scotti a Cipro, tela attribuita al Brescianino, che rappresenta l’evento bellico antecedente la Battaglia di Lepanto.
Le armi ed il Settecento
Al celebre scontro nel Mediterraneo (1571) è dedicata la Sala delle Armi, in cui sono esposti elmi, spade, mazze, armature di diverse epoche e fatture, oltre ad un puntuale e raffinato plastico che riproduce la disposizione delle navi nell’istmo di Corinto con modellini di estrema precisione. La sala custodisce tre rare e preziosissime bandiere, che sventolarono sulle galere cristiane durante lo scontro, e undici drappelle di seta, oltre ad una raccolta di ornamenti e armi raccolti in Amazzonia dall’esploratore di origine borgotarese Ermanno Stradelli, sul finire dell’Ottocento.
I rimaneggiamenti settecenteschi andarono a modificare lo scalone, gli affreschi di diversi saloni e la sala da pranzo, arredata con mobili in stile Luigi XVI intagliati e dorati, abbellita con dipinti settecenteschi di vedute paesaggistiche, ambiente notevole per l’effetto acustico che vi si realizza e che permette di udire con precisione ogni minimo rumore da un angolo all’altro della stanza, utile mezzo di comunicazione per la discreta servitù.
Uscendo nel parco che circonda il castello, lo sguardo si perde fra la distesa di alberi secolari e la bellezza del paesaggio d’intorno, che riporta la mente in un’epoca, in cui i valori di fede, onore e cortesia erano alla base della società: valori che rivivono oggi in pochi, eletti luoghi, coltivati da cuori sapienti e animi puri, come da secoli avviene a Rivalta.
******
Questo testo di Lorenzo Benedetti è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it