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Benvenuti alla Villa di Hellbrunn!

Tesori del Mondo12 Giugno 2021
Testo dell'audio

Tra i molti conti-vescovi che si comportarono, oltre che da pastori d’anime, da munificenti signori fu Markus von Hohenems (1574-1619), arcivescovo di Salisburgo. Vantava una discendenza dalla famiglia Medici: sua nonna paterna era Clara Medici, a sua volta sorella di Gian Angelo Medici, che era divenuto papa con il nome di Pio IV: si trovava quindi ad essere imparentato con un altro famoso arcivescovo, ma di tutt’altra tempra, san Carlo Borromeo.

Se però il Santo milanese è noto per aver saputo realizzare concretamente i dettami del Concilio di Trento nella propria diocesi, divenendo un esempio per tutti i pastori della Chiesa universale, il suo omologo salisburghese è passato alla storia per la sua azione politica (riuscì a tenere Salisburgo al di fuori della Guerra dei Trent’Anni) e in particolar modo per il grande mecenatismo che lo contraddistinse, concretizzato nella costruzione di chiese, palazzi e soprattutto della magnifica villa di Hellbrunn (in tedesco, col significato di “luogo luminoso”).

La magnifica villa di Hellbrunn è circondata da un grande parco (al cui interno si trova un gazebo reso famoso dal delicato film Tutti insieme appassionatamente e meta di turisti), ma è il suo giardino quello che merita di essere ricordato prima di tutto: in esso infatti si sbizzarrì la fantasia del suo ideatore, che si rivolse a vari architetti italiani, in particolare a Santino Solari, presente a Salisburgo per la realizzazione del Duomo. Alla sua inventiva si devono i numerosi giochi d’acqua presenti.

Si tratta per la maggior parte di “scherzi” che il Principe-Arcivescovo destinava ai suoi ospiti: si inizia da un piccolo teatro a gradoni nella cui platea si trova una lunga tavolata in pietra attraversata da un’ampia scanalatura entro cui scorre l’acqua. Che non corre solo al centro della tavola, bensì, al comando di una leva, può attraversare anche il sottosuolo e schizzare dai sedili in pietra, bagnando gli ospiti. Naturalmente il sedile del padrone di casa non ha alcun ugello ed è posto in maniera che nessun getto possa colpirlo.

Dopo lo scherzo postprandiale ai visitatori veniva offerta una visita attraverso le altre meraviglie del luogo: cascate artificiali, piccole grotte in cui si muovono figure mitologiche ed una ampia grotta con affreschi in stile romano – un classico dell’arredo dei giardini barocchi – in cui la potenza dell’acqua veniva assoggettata alla volontà umana. In particolare la maggior attrazione è data da un getto, che permette di sollevare un cono d’oro, il quale ricade perfettamente al suo posto dopo essere stato in aria, quasi volando, una volta che il getto – potente e perfettamente incanalato – venga interrotto. C’è chi vede in questo “gioco” la simbologia del potere e della sua caducità.

Un secolo dopo il giardino della Villa, passata agli Asburgo, fu abbellito, tra le altre opere, da un mirabile capolavoro: si tratta di un “teatro di burattini” con oltre cento figure in legno, tutte mosse dalla forza dell’acqua, che fa suonare anche un organo. È uno spettacolo di rara maestria ed eleganza, ben diverso dagli schizzi che colgono di sorpresa o dai mascheroni in pietra che strabuzzano gli occhi e fanno le linguacce!

 

Questo testo di Gianandrea de Antonellis è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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