Ascensione di nostro Signore

Fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube Lo sottrasse al loro sguardo
Nella nostra vita umana possiamo fare due tipi di viaggi. Prima di tutto, possiamo fare viaggi in un nuovo luogo: in una nuova città o in un nuovo paese. Vediamo luoghi, paesaggi e usanze che non abbiamo mai visto prima. L’esempio più perfetto di questo tipo di viaggio è il pellegrinaggio: in questo caso, ci lasciamo alle spalle il nostro ambiente familiare solo per la gloria di Dio. L’altro tipo di viaggio è l’opposto di questo. È quando torniamo; torniamo alla nostra città natale, o alla nostra terra natale, o alla nostra famiglia. Lo chiamiamo un ritorno a casa. Di entrambi questi viaggi, il pellegrinaggio e il ritorno a casa, sono state scritte bellissime opere di poesia. E agli uomini piacciono entrambi, poiché sia ciò che è nuovo sia ciò che ci è familiare ci procurano piacere.
Ciò che è unico nell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo è che unisce entrambi questi viaggi in uno solo. L’Ascensione è ciò che nessun altro viaggio potrà mai essere: è sia un viaggio verso una nuova terra che un ritorno a casa. Com’è possibile?
Prima di tutto, l’Ascensione è un viaggio in un’altra terra, in quella che la Scrittura chiama la terra dei viventi, che è il Cielo. Fino ad ora, il luogo in cui Cristo ha vissuto è stata la terra. Come dice a santa Maria Maddalena la mattina della domenica di Pasqua, Non sono ancora asceso al Padre mio. Come uomo, è stato concepito nel seno della beata Vergine a Nazareth; è vissuto sulla terra per circa trentatré anni; poi è disceso con la Sua Anima santa nel regno dei morti per predicare la liberazione ai prigionieri nel Limbo; e poi è vissuto di nuovo altri quaranta giorni sulla terra, col Suo Corpo risorto, immortale. Ma solo oggi ascende al Padre.
L’Ascensione, quindi, in Nostro Signore Gesù Cristo, è stato un nuovo momento nella Sua vita umana. Era, possiamo dire, parte della ricompensa che ha ricevuto dal Padre Suo, per la Sua obbedienza alla Volontà del Padre. Come dice san Paolo, si umiliò, facendoSi obbediente fino alla morte […] perciò Dio Lo ha esaltato. Cristo stesso, in una delle Sue parabole, paragona l’Ascensione a un viaggio in terra straniera. Dice: Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Parla di Sé Stesso, profetizzando che sarebbe asceso al Cielo, e lì – come uomo – avrebbe ricevuto il potere regale, pronto a tornare sulla terra alla fine dei tempi. E possiamo supporre che Nostro Signore fosse felice, e si sia rallegrato nella Sua natura umana, alla prospettiva di questo viaggio. Chi non sarebbe felice alla prospettiva di entrare in Paradiso? Per questo dice agli Apostoli durante l’Ultima Cena: Se mi amaste, vi rallegrereste, perché vado al Padre. Quindi, in questo giorno, è intronizzato per la prima volta alla destra del Padre. Il Suo pellegrinaggio raggiunge la sua conclusione gloriosa e trionfante.
Tuttavia, l’Ascensione di Cristo può essere definita anche un ritorno a casa. È una Persona divina. Dunque, il Paradiso è il Suo proprio posto. Il Paradiso è il trono di Dio. La gloria di cui il Cielo è pieno è la gloria di Cristo, poiché è la gloria del Padre e dello Spirito Santo. Gli Angeli che riempiono il Cielo sin dalla creazione sono i Suoi Angeli. Sono, per così dire, i Suoi servi di casa. Per noi, se entriamo in Paradiso, ciò sarà al di là dei nostri meriti per due motivi: perché siamo creature e perché abbiamo peccato. È solo per la pura misericordia di Dio che possiamo, come dice il salmista, alzare gli occhi ai monti, cioè aspirare al Regno dei Cieli. Non è così per Cristo: solo in via del tutto eccezionale Egli poté abitare in altro luogo che non fosse il Cielo. Sebbene abbia vissuto tutta la Sua vita umana sulla terra, vi stette come uno straniero. Io sono di lassù, aveva detto agli Ebrei, voi siete di quaggiù.
L’Ascensione, quindi, è sia una ricompensa a Cristo per la Sua obbedienza al Padre, sia il momento in cui rivendica ciò che Gli apparteneva di diritto sin dall’inizio. È sia trionfante come la conquista di una nuova terra, sia semplice e naturale come tornare a casa. Se mi amaste, aveva detto agli Apostoli, vi rallegrereste. Quindi, rallegriamoci, perché non ci ha lasciati orfani: è andato a prepararci un posto.