A Bergamo ordini del giorno pro-life “congelati” da un anno

Della Chiesa cattolica si è ricordato nel proprio programma elettorale, tanto nel primo quanto nel secondo mandato come Sindaco di Bergamo: Giorgio Gori, in particolare, del mondo ecclesiale ha dichiarato di apprezzare il «volontariato», la «cura delle fragilità», le «forme di accoglienza e di integrazione dei nuovi cittadini stranieri», in una parola l’aspetto della «solidarietà» ovvero tutto e solo quanto fosse funzionale all’idea propria e delle Sinistre al governo locale. Tralasciando tuttavia come per chi davvero creda vi siano precisi principi non negoziabili cui far riferimento, imprescindibili, quali la vita, la tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e la libertà educativa.
Proprio sul primo di questi punti, quello della vita, le crepe interne alla maggioranza Gori appaiono sempre più evidenti. Addirittura dal gennaio dell’anno scorso giacciono in Comune due ordini del giorno pro-life, uno a sostegno delle madri in difficoltà economiche nel corso della gravidanza, l’altro teso a diffondere l’iniziativa “Culla per la Vita”. Da allora, a distanza di un anno, non sono mai, dicasi mai giunti in aula per la discussione. Sono rimasti “congelati”. Perché?
A far emergere l’anomalia istituzionale ha provveduto lo scorso 21 dicembre l’interrogazione urgente a risposta orale presentata dal consigliere comunale della Lega, Filippo Bianchi, prendendo spunto dalla rimozione di tre manifesti pro-life, ordinata di proprio pugno dal primo cittadino lo scorso 10 dicembre, poiché, come recita il provvedimento, ritenuti tali da «ingenerare ingiustificato allarme». Ciò, nonostante lo stesso Gori non abbia mostrato la stessa foga censoria, né trovato alcunché da ridire lo scorso agosto di fronte ai manifesti del «Bergamo Sex» [svoltosi anche in piena pandemia-NdR], «quelli sì veramente da censurare, perché tali da mercificare il corpo della donna, in contrasto con quanto previsto dagli intenti assunti a livello istituzionale», come ricorda Bianchi, con l’approvazione, in passato, di specifici ordini del giorno, per di più urgenti.
Così il consigliere della Lega ha colto da qui spunto per chieder anche conto al Sindaco Gori di quei due ordini del giorno “dimenticati” e domandare «se intenda attivarsi, affinché il consiglio comunale di Bergamo possa finalmente discuterli».
Certamente, l’emergenza sanitaria, dovuta alla pandemia in atto, non ha aiutato ad accelerare i tempi, tuttavia, osserva Bianchi, «con quella scusa siamo rimasti alcuni mesi senza tenere sedute consiliari. Adesso si svolgono a distanza, ma, in attesa di poter tornare in aula, auspichiamo comunque il rispetto delle procedure, senza ch’esse vengano reinterpretate in modo peraltro opinabile». Va notato come i due testi “congelati” per un anno siano ordini del giorno, particolare non indifferente, poiché tali da prevedere, dopo la discussione, il voto finale. Ed è forse proprio questo voto, che la maggioranza di Centrosinistra al governo di Bergamo intende evitare, poiché potrebbe rivelarsi un autogoal imbarazzante: potrebbe cioè far emergere in modo chiaro crepe e divergenze, che viceversa la giunta Gori preferisce sottacere e tenere ben nascoste.
«Guardi, loro di fronte a testi come questi sono molto in difficoltà. A Bergamo c’è una Sinistra molto estremista e v’è un’avversione ideologica verso tutti quei soggetti, che propongano misure contro l’aborto, a priori da avversarsi – afferma il consigliere Bianchi – accanto però ad una serie di liste civiche più moderate, i cui esponenti prendono i voti dei cattolici, frequentano le parrocchie, cui dovrebbero render conto e spiegare determinate scelte. Per questo, su certi temi non v’è probabilmente coesione totale nella maggioranza… E per questo la giunta presieduta dalla Sinistra tende a procrastinare ed a rinviare tutto quanto risulti scomodo».
Intanto, anche Bergamo, come molte altre città italiane, patisce purtroppo le gravi conseguenze di problemi demografici non indifferenti con un saldo negativo in media di 500 persone all’anno tra morti e nati ed un ulteriore crollo nel 2020 già accertato. Benché ancora si debbano tirare le somme ufficiali, l’incremento registrato nel numero dei decessi, a causa dell’emergenza Covid, ha inciso molto ed aggravato il tasso di denatalità. Il che rende ancor più urgente l’adozione di misure a favore della famiglia e della vita.
Il consigliere comunale Filippo Bianchi appare fiducioso: chissà che questi ordini del giorno non siano in grado di intercettare, questa volta, il voto di una maggioranza trasversale. Bergamo ne avrebbe bisogno. Ma, perché ciò accada, il primo passo è quello d’inserirli tra quelli in discussione. Magari già nel prossimo consiglio. Dopo un anno di attesa sarebbe il minimo…