V Domenica di Passione

Né per mezzo del sangue di capri e di vitelli, ma mediante il proprio Sangue (Cristo) entrò una volta per sempre nel santuario, avendo ottenuto una redenzione eterna
La Messa di oggi è la prima Messa del tempo di Passione, il periodo di due settimane alla fine della Quaresima in cui ci prepariamo con maggiore intensità a commemorare la morte e la Resurrezione di Nostro Signore. Questa Messa della domenica di Passione ci parla con forza del Sangue di Cristo, il Sangue prezioso mediante il Quale siamo stati tutti redenti.
San Paolo, scrivendo agli Ebrei, cioè ai Giudei convertiti, spiega la potenza del Sangue di Cristo con un paragone che era loro familiare, ma che lo è meno per noi, duemila anni dopo. Fa, dunque, un paragone tra Nostro Signore, che chiama il nostro Sommo Sacerdote, e i sommi sacerdoti giudei che si erano succeduti dai giorni di Aronne, fratello di Mosè, in poi, fino all’anno 70, quando il tempio giudaico fu infine distrutto dai Romani. Ricorda agli Ebrei il rituale che il sommo sacerdote compiva ogni anno, in uno dei giorni più sacri dell’anno, il giorno che la Bibbia chiama “il Giorno dell’Espiazione”, o Yom Kippur. Come forse sapete, il tempio giudaico a Gerusalemme, come il tempio portatile o tabernacolo che i Giudei portarono con loro per quarant’anni nel deserto, aveva due parti principali. C’era la prima stanza, chiamata luogo santo, in cui i sacerdoti nei giorni fissati andavano a bruciare incenso sull’altare d’oro. È qui che Zaccaria, il padre di san Giovanni Battista, ufficiava quando l’angelo Gabriele gli parlò. Oltre al luogo santo, c’era una seconda stanza, chiamata Sancta Sanctorum, nella quale poteva entrare solo il sommo sacerdote, e solo una volta all’anno, nel giorno dell’Espiazione. Come san Paolo ricorda agli Ebrei, il sommo sacerdote giudeo portava con sé nel Sancta Sanctorum il sangue di capri e vitelli; cospargeva di sangue l’arca dell’alleanza, o il luogo in cui avrebbe dovuto essere l’arca, e in questo modo pregava e faceva espiazione per i peccati commessi dal popolo giudaico durante l’anno precedente.
È una cerimonia commovente; ma, come san Paolo sottolinea altrove in questa Epistola, essa poneva un serio problema. Non era efficace. Il sangue di capri e di tori non poteva davvero togliere i peccati degli uomini. Perché allora Dio comandò ai Giudei di eseguire questo rito ogni anno? Voleva che in questo modo mantenessero viva la loro fede e la loro speranza e simboleggiassero la redenzione che Egli avrebbe mandato loro alla fine.
Questo è uno dei motivi per cui Nostro Signore è venuto al mondo. È venuto per essere quel vero Sommo Sacerdote che porta con Sé la vera redenzione, che i Giudei potevano solo simboleggiare. Cosa dice san Paolo? Cristo, venuto quale Pontefice dei beni futuri, attraverso un più grande e più perfetto tabernacolo, non fatto da mano d’uomo, e cioè non di questa creazione: né per mezzo del sangue di capri e di vitelli, ma mediante il proprio Sangue entrò una volta per sempre nel santuario, avendo ottenuto una redenzione eterna. Come un tempo i sommi sacerdoti erano soliti entrare nel tempio o nel tabernacolo e così passare dal luogo santo al Sancta Sanctorum, così il nostro Sommo Sacerdote, Gesù, entrò in un tabernacolo più perfetto, la beata Vergine, e così poté passare da questo mondo al Cielo, portando con Sé il Sangue che aveva sparso sulla Croce. E proprio come gli antichi sommi sacerdoti nel Sancta Sanctorum erano soliti offrire a Dio il sangue di tori e di capri, Nostro Signore offre Sé stesso in Cielo al Suo eterno Padre. Ma – e questo è il grande punto della lettera di san Paolo – l’offerta di Cristo, a differenza della loro, è efficace. Porta via, dice l’Apostolo, le trasgressioni commesse sotto l’antica alleanza, cioè toglie tutti i peccati che i Giudei avevano commesso nel tempo dell’Antico Testamento (ricordate che scrive a giudei convertiti); ma, in realtà, toglie anche i peccati commessi prima, e tutti quelli commessi dai Gentili al di fuori della Legge, fino al primissimo peccato, quello di Adamo ed Eva, che in un certo senso era stato il peggiore di tutti, poiché non era solo il loro peccato personale, ma il peccato originale che ha indebolito l’intera razza umana. Tale è il potere del Sangue di Gesù Cristo.
Ora, se qualcuno ci chiedesse: “perché il Sangue di Cristo è così potente?”, cosa diremmo? Mi sembra che Nostro Signore nel Vangelo ci suggerisca due ragioni. Primo, all’inizio del Vangelo, dice ai Giudei: chi di voi può accusarmi di peccato?, cioè: “chi di voi mi riterrà colpevole di aver peccato?”. Notate, nel dialogo che segue, che essi ignorano la domanda. Nessuno di loro può pensare a un solo peccato che Egli abbia commesso. Lo avevano osservato da vicino per molto tempo, e tra loro c’erano certamente esperti legali; il loro ingegno era acuito dalla loro ostilità, eppure nessuno di loro osa accusarLo di un peccato. Gesù è l’Agnello di Dio innocente. Questa è la prima ragione per cui il Suo Sangue è così prezioso agli occhi del Padre.
Ma c’è una seconda ragione, ancora più stupenda. Questo motivo è suggerito alla fine del Vangelo. Dopo che Nostro Signore ha detto ai Suoi ascoltatori che Abramo gioì, forse mentre era sulla terra, alla prospettiva di vedere il Suo giorno, e anche che Abramo si rallegrò, forse nel Limbo dei padri, perché quel giorno era arrivato, Gli dicono, in tono beffardo o sbalordito: non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo? È come se chiedessero: “Come fai a sapere tanto di qualcuno che è vissuto venti secoli fa?”. La Sua risposta è semplice e solenne, maestosa e umile al contempo: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono. Nostro Signore è la seconda Persona della Santissima Trinità, fatto uomo, vero Dio e vero uomo. È principalmente questo il motivo per cui il Suo Sangue è così potente, capace di togliere tutti i peccati commessi dall’inizio della creazione fino al momento della Sua morte. Perché se, come dice il salmista, agli occhi di Dio è preziosa la morte dei Suoi santi, quanto più preziosa deve essere la morte del Suo unico Figlio?
Ma infine, che dire dei peccati che sarebbero stati commessi sotto la nuova alleanza? Perché, ahimè, anche i cristiani, che sono stati battezzati nella morte di Cristo, commettono ancora colpe, e alcuni di noi commettono colpe gravi. La morte di Cristo ha tolto i peccati commessi sotto l’antica alleanza, ma ora è risorto dai morti e non morirà più. Non c’è quindi speranza per coloro che hanno peccato sotta la nuova alleanza, dopo il battesimo? Ascoltate ancora san Paolo, questa volta nell’antifona di Comunione: questo calice è il nuovo patto nel mio Sangue, dice il Signore: tutte le volte che ne berrete, fatelo in mia memoria. Questo verso parla della Messa. Nella Santa Messa, come sulla Croce, Cristo offre il Suo prezioso Sangue al Padre Suo. Lo offre soprattutto per i peccati dei battezzati, per i nostri peccati, purificando la nostra coscienza, dice san Paolo, dalle opere di morte per servire il Dio vivente. ChiediamoGli quindi, come al nostro buon Sommo Sacerdote, di purificare tutto ciò che in noi ha bisogno di essere purificato, per poter celebrare in questa Pasqua il Suo trionfo con sincerità e gioia.