XIV domenica dopo Pentecoste

AD 2021
Cercate prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, e ogni altra cosa vi verrà data in più
Questa domenica è talvolta chiamata “la domenica dei due maestri”. Chi di loro serviremo: la carne o lo spirito? Dio o il denaro? Ma potremmo anche chiamarla “la domenica del Regno di Dio”. Sia san Paolo nell’Epistola, sia poi Nostro Signore nel Vangelo, ci parlano di questo grande tema. L’Apostolo ci dà l’insegnamento più elementare. Ci parla di alcuni dei peccati mortali che impediscono a una persona di ereditare il Regno: fornicazione, idolatria, invidia, omicidi e così via. Questo è, per così dire, l’ABC del Cristianesimo. Poi Nostro Signore ci dà un insegnamento più avanzato. Ci mette in guardia non tanto dai peccati, quanto da quello che san Francesco di Sales diceva essere il male più grande che può capitarci dopo il peccato, cioè l’ansia o la sollecitudine. Cristo non ci vieta di desiderare cibo, bevande o vestiti, poiché queste sono necessità naturali; né ci vieta di pensare a come acquistarli, per noi stessi o per gli altri, e di lavorare sodo, se occorre, per questo. Non vuole però che ce ne preoccupiamo, come i pagani, ma piuttosto che abbiamo fede nella provvidenza del nostro Padre celeste e teniamo gli occhi fissi sulla meta: il Regno di Dio.
Ma cos’è esattamente il Regno di Dio? E dove si trova? In primo luogo, è la Chiesa qui sulla terra. San Giovanni Battista una volta disse ai farisei: In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, cioè Gesù, il Figlio di Dio. Ma potrebbe dire la stessa cosa ai potenti di questo mondo: In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, cioè la Chiesa di Cristo. Non conoscono come essa realmente è. La Chiesa spesso sembra debole, eppure è l’unico regno che dura. Attraverso il battesimo siamo suoi cittadini. Tuttavia, le parole di san Paolo trovano già qui un’applicazione, poiché i battezzati che commettono i peccati da lui nominati non ereditano il Regno a cui appartengono; cioè, non traggono beneficio dai sacramenti che ricevono. Si confessino bene, e allora cominceranno già ad assaporare il frutto dello Spirito: la carità, la gioia, la pace e gli altri.
Quindi, in un certo senso, siamo già nel Regno di Dio, poiché la fede è l’inizio della vita eterna. Eppure, Nostro Signore ci dice di cercarlo. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia. Sappiamo che anche se viviamo secondo lo spirito, la carne è ancora attiva. Vale a dire, sentiamo ancora dentro di noi gli effetti del peccato originale che abbiamo ereditato. Per questo, dice san Paolo, non possiamo fare tutto il bene che desideriamo. E proprio come le erbacce ricominciano a ricrescere non appena sono estirpate, così noi siamo consapevoli delle sollecitudini che costantemente minacciano di contaminare i nostri migliori pensieri, e ci tolgono la pace. Così avviene che desideriamo la fine di questa lotta tra la carne e lo spirito, e la fine delle necessità temporali. Desideriamo ereditare il Regno di Dio in modo più perfetto.
In altre parole, desideriamo il Paradiso. Almeno questo è quello che chiediamo, ogni volta che assistiamo alla Messa. Il sacerdote dice al Signore, nel Canone della Messa, e a nome di tutti i fedeli, sia sulla terra che nel purgatorio: “Degnati di dare qualche parte e società coi Tuoi santi Apostoli e Martiri”. Quegli uomini e quelle donne che sono menzionati, morti tanto tempo fa, non sono morti. Essi vivono per Dio. Oppure, se volete, potete sostituire ai nomi dei Santi citati nel Canone romano, qualsiasi santo a cui siete particolarmente legato. Tutti stanno già sperimentando ciò che san Giovanni descrive nell’Apocalisse: L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E noi desideriamo stare con loro, conoscerli e provare la gioia che essi già possiedono.
Non dico che sia possibile per tutti noi avere in ogni momento un forte e consapevole desiderio del Paradiso. Ciò sembra difficilmente compatibile con ciò che dice san Paolo, sulla battaglia tra la carne e lo spirito. Ma se non abbiamo tale desiderio, possiamo chiederlo. Questo è un buon modo per fare ciò che Gesù ci dice di fare, cioè cercare il Regno di Dio.
Ma c’è un terzo e ultimo modo in cui dobbiamo cercare questo Regno. Al momento, è in larga misura invisibile. Certo, la Chiesa è un’istituzione visibile, con le sue leggi e anche i suoi tribunali. Ma per coloro che non hanno fede, e che vedono solo il lato umano della Chiesa, essa non appare ancora come il Regno di Dio, ma semplicemente come un’istituzione tra le tante sulla terra. E il Cielo stesso è ancora nascosto ai nostri occhi, anche se facciamo del nostro meglio per rifletterlo sulla terra costruendo belle chiese e celebrandovi la sacra liturgia in maniera degna. Ma anche se gli Angeli sono presenti alla liturgia della Chiesa, non è dato a molte persone in questa vita di vederli; e, come dice san Paolo, sebbene tutte le cose siano state sottomesse a Cristo nella Sua Ascensione, al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a Lui sottomessa.
Quindi, facciamo bene a desiderare che il Regno di Dio venga in modo visibile. San Pietro ci dice che dobbiamo cercare e affrettare la venuta del giorno del Signore, e se questo era vero ai suoi giorni, tanto più lo è ai nostri, poiché quel grande giorno è ora molto più vicino. San Giovanni, alla fine dell’Apocalisse, ci insegna a dire: Vieni, Signore Gesù. E Cristo stesso vuole che siamo come gli uomini che aspettano il loro Signore, quando tornerà dalle nozze.
In altre parole, noi cerchiamo il Regno di Dio soprattutto desiderando il ritorno di Cristo nella gloria e la resurrezione dei morti. Questo, mi sembra, sarà il momento in cui le parole di Gesù nel Vangelo di oggi si adempiranno nel modo più perfetto: ogni altra cosa vi verrà data in più. Alla resurrezione dei morti, tutte le cose verranno date in più agli amici di Dio. Non solo vedranno Dio così com’è, come già è visto in Cielo, ma anche i loro sensi saranno glorificati. Con i loro occhi corporei vedranno il Re di quel Regno e la Sua Regina. E i loro corpi saranno rivestiti di una gloria che supererà tutte le bellezze del mondo che ora conosciamo. Amen. Vieni, Signore Gesù.