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Vita e prodigi della Beata Beatrice d’Este

Storia10 Dicembre 2021
Testo dell'audio

Beatrice d’Este nasce nel 1226 nel Castello di Calaone. Cresce fra le lodi dei poeti, insensibile agli splendori della corte, attratta dal chiostro, benché la sua bellezza attiri molti pretendenti alle nozze. Casa d’Este conta su quella bellezza per rinsaldare il proprio potere con un matrimonio prestigioso, ma Beatrice vuole consacrarsi a Dio. Dovrà attendere a lungo il permesso che il padre Azzo VII s’ostina a negare. Col trasferimento a Ferrara, nel 1244, inizia una vita solitaria d’orazione al castello di Contrada San Paolo. Dieci anni dopo strappa il permesso di prendere i voti.

Venerdì 26 giugno 1254 il vescovo Giovanni Querini riceve la solenne processione di Beatrice presso Santo Stefano della Rotta. Le consorelle si aspettano che Beatrice sia badessa, ma lei rifiuta. Alla virtù dell’umiltà san Benedetto dedica il capitolo più lungo del Codice e Beatrice sa che non è una virtù facile da conquistare, soprattutto per chi, come lei, è stata educata all’orgoglio e al comando.

Abituata a vesti raffinate, ora indossa un ruvido saio. Abituata a cibi prelibati, ora spezza lunghi digiuni con un tozzo di pane. Ma, soprattutto, abituata ad essere servita, ora vuole servire. Suor Beatrice e le consorelle trascorrono tre anni al monastero di Santo Stefano, poi acquistano, grazie agli aiuti del marchese di Ferrara, il complesso di Sant’Antonio in Polesine.

Per comprendere la vita di Beatrice al monastero occorre calarsi nel contesto del Medioevo, dove la Regola monastica è di un rigore assoluto. Beatrice non solo la osserva scrupolosamente, ma la rende ancor più severa con le mortificazioni volontarie. Dice di voler aiutare Gesù a portare il peso della Croce e, dunque, la Croce la cerca nei sacrifici, nel curare gli infermi, nel voler essere sempre l’ultima in tutto.

L’aspra penitenza in breve mina il fragile corpo. La febbre accompagna spesso le sue giornate, ma non rallenta il suo zelo. Rifiuta di dormire sul materasso, preferisce stendersi a terra, su un sottile strato di cenere. Gli ultimi giorni di Beatrice trascorrono così, sulla cenere, sempre supina per non perdere mai di vista il Cielo. Promette alle consorelle che resterà sempre con loro e raccomanda di pregare per Casa d’Este. Lentamente si consuma. Poi la rottura di una vena e Beatrice, all’età di 36 anni, nasce al Cielo. È il 18 gennaio 1262. Un venerdì.

Il culto popolare inizia subito. Una moltitudine s’affretta verso il monastero. Tutti chiedono una reliquia. Le suore hanno appena lavato le spoglie e pensano di offrire un goccio d’acqua. Così nessuno se ne va a mani vuote. Anzi, tutti se ne vanno contenti, perché quell’acqua si rivela un balsamo prodigioso. Con tisane e decotti Beatrice alleviava le sofferenze degli ammalati, ora non poteva più farlo, ma la sua acqua ugualmente guariva.

 

Questo testo di Elena Bianchini Braglia è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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