VII domenica dopo Pentecoste

Dai frutti li riconoscerete
Nostro Signore vuole che sappiamo distinguere i veri dai falsi profeti. Ma cosa intende qui per “profeta”? Non intende solo qualcuno che predice il futuro, ma chiunque predichi, o pretenda di predicare, la parola di Dio. Quindi qui profeta significa chiunque insegni la fede, o pretenda di farlo.
Nell’Antico Testamento, Dio disse a Samuele: L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore (1 Sam 16,7). Il nostro Salvatore sa che corriamo il rischio di essere sviati da falsi maestri che si presentano con un aspetto gradevole, perciò dice: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi sotto l’aspetto di pecore. Qual è l’aspetto di queste pecore? Un falso maestro, qualcuno che corrompe la parola di Dio, può essere, umanamente parlando, attraente. Si dice che Ario, il sacerdote che nel IV secolo diede inizio all’eresia ariana, fosse un affascinante oratore. In effetti, è improbabile che qualcuno abbia successo nel diffondere un’eresia se non ha delle qualità attraenti o almeno non comuni. Eppure, tali persone agli occhi di Dio sono nell’intimo lupi rapaci: non sono motivati dall’amore di Dio, ma da ciò che possono ottenere dai loro ascoltatori, come il loro denaro o la loro lode, e quindi è come se vivessero divorando i loro seguaci.
Come possiamo allora proteggerci dai falsi maestri? Nostro Signore ci dice due volte: Dai loro frutti li riconoscerete. Cosa significano queste parole? Hanno diversi significati, ma parlerò solo di uno. Ogni volta che una dottrina cattolica non concorda con qualche altro insegnamento, se mettiamo in pratica la dottrina cattolica, cresceremo nella santità: cominceremo a dare ciò che san Paolo chiama il frutto che porta alla santificazione. Se invece mettiamo in pratica l’altro insegnamento, quello che contraddice quello cattolico, troveremo in esso un ostacolo alla santificazione, e ci renderà più inclini a finire come quelli che san Paolo chiama schiavi del peccato. Vediamo alcuni esempi.
Ai tempi di Nostro Signore c’erano alcuni maestri eretici tra gli Ebrei. Ad esempio, i sadducei insegnavano che l’uomo non ha un’anima immortale. Ciò è contrario alla rivelazione divina, la quale dice che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio. Ma tende anche a produrre frutti cattivi: quando le persone credono che non ci sia alcuna vita oltre questa, allora probabilmente cercheranno tutto il piacere e il successo che possono, anche a costo di trasgredire i comandamenti di Dio.
Altri maestri Ebrei insegnavano un’altra falsa dottrina. Questa è la dottrina secondo cui un uomo può divorziare da sua moglie e sposarne un’altra. Alcuni di loro insegnavano persino che si poteva divorziare per qualche motivo molto insignificante, ad esempio perché la cucina della moglie era pessima. Ma questo era contrario alla parola di Dio, poiché, come disse Gesù quando gli fu posto questo interrogativo, Dio li creò fin dall’inizio maschio e femmina, e saranno due in una carne sola. Il falso insegnamento, oltre ad essere contrario alla rivelazione divina, tendeva anche a minare la virtù: se le persone sposate credono in quella che uno scrittore inglese ha chiamato “la superstizione del divorzio”, saranno meno propense a praticare quella fedeltà e mutua sopportazione che sono essenziali per la vita coniugale.
Se guardiamo alle eresie dei secoli cristiani, cosa vediamo? Una delle peggiori eresie del primo millennio è stata l’iconoclastia, che letteralmente significa “distruzione delle immagini”. Prevalse per un po’ di tempo in tutta la parte orientale della Chiesa. I falsi profeti di quel tempo e di quei luoghi, compresi alcuni Vescovi, dissero che non dovevano esserci più icone, né immagini della Madonna e dei Santi. Avanzavano una ragione che suonava pia: indossavano le vesti delle pecore. Dicevano che era troppo simile all’idolatria. Ma il loro insegnamento era un albero che portava frutti cattivi, perché dove i cristiani non vedono più le immagini dei Santi, si dimenticano presto dei Santi. Smettono di chiedere le loro preghiere e di imitare le loro virtù, e iniziano a vivere come pagani. Al contrario, la dottrina cattolica sulla venerazione dei Santi e delle loro immagini è un albero buono; fa sì che le persone amino i Santi e vogliano imitarli per stare con loro in Paradiso: questo albero dà buoni frutti.
Ma forse il miglior esempio di ciò che sto dicendo è la riforma protestante. Si pensi a uno qualsiasi degli argomenti sui quali i primi protestanti si discostavano dalla Chiesa: la Presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, il dovere di confessare i peccati mortali a un sacerdote, la possibilità di guadagnare indulgenze con certe opere buone. In tutte queste questioni, la posizione che era contraria alla Chiesa poteva sembrare lodevole, ma era sempre, a dir poco, un ostacolo alla santificazione. La dottrina cattolica, invece, è santificante. Quando sappiamo che Gesù ci aspetta nel tabernacolo, andiamo da Lui lì ed Egli ci aiuta. Quando sappiamo che i peccati mortali devono essere confessati ad un sacerdote, allora, se non abbiamo altro motivo per evitarli, cercheremo di non peccare almeno per questo. Se sappiamo che la Chiesa può concedere indulgenze che ci aiutino a pagare il debito della pena temporale dovuto ai peccati passati, ad esempio le indulgenze nel recitare il rosario o fare la Via Crucis, faremo questi esercizi di pietà più spesso e così daremo più gloria a Dio e ci avvicineremo a Cristo.
Infine, lo stesso vale per i nostri giorni. C’è qualche eresia che è caratteristica dei tempi moderni? Forse potremmo citarne diverse; ma una molto diffusa, mi sembra, è negare la giustizia retributiva di Dio. Cosa significa? Significa negare che Dio ricompensi le buone azioni e punisca quelle cattive. È l’eresia che parla solo della misericordia di Dio, e quindi distorce questa misericordia. Dio è misericordioso perché è molto disposto a diminuire le punizioni dovute al peccato, quando glieLo chiediamo. Ma se non ci fossero punizioni dovute al peccato, come potrebbe Egli essere misericordioso? E se pensiamo solo alla Sua misericordia e mai alla Sua giustizia, allora dimenticheremo di pregare per le povere anime del Purgatorio, e non faremo penitenza per i nostri peccati passati, e così diventeremo più mondani e saremo meno atti al Regno dei Cieli.
Ringraziamo Dio, che non ci ha lasciato al buio, ma ci ha donato la fede cattolica come albero di vita. Altri alberi, ci dice Gesù, un giorno saranno tagliati e gettati nel fuoco, ma di questo albero troveremo solo ciò che è buono. Crediamolo e facciamolo, e così certamente entreremo dove sono già entrati i Santi, nel Regno dei Cieli.