Vecchio e nuovo modernismo, radici della crisi nella Chiesa

Edizioni Fiducia, Roma 2020, pp. 178, € 15.
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L’obiettivo del volume Vecchio e nuovo modernismo. Radici della crisi nella Chiesa è quello di comprendere dove oggi vada il Corpo Mistico di Cristo, analizzando l’origine storica, filosofica, teologica, epistemologica, e pastorale degli errori penetrati nel corso degli anni al suo interno. È questo un lavoro necessario da compiersi, in quanto consente di porre le premesse per l’auspicata ed auspicabile rinascita della Chiesa, individuandone anche i rimedi migliori.
Il libro raccoglie gli Atti del Convegno di Studi omonimo promosso a Roma da Fondazione Lepanto il 23 giugno 2018. Il Prof. Roberto de Mattei centra l’attenzione sul modernismo storico, sulla svolta antropologica impressa dal Concilio Vaticano II e sul neo-modernismo contemporaneo. Il prof. Giovanni Turco pone, invece, in risalto una caratteristica specifica del modernismo, quella d’essere una «filosofia della prassi». Il teologo John R.T. Lamont si occupa della Nouvelle Théologie e delle sue condanne. Padre Albert Kallio analizza, se il concetto di collegialità nel Vaticano II possa esser considerato una «nuova dottrina».
Enrico Maria Radaelli evoca il pensiero di Romano Amerio. Don Claude Barthe indica nella riforma liturgica lo specchio del progetto conciliare. Maria Guerini propone un confronto tra rito romano antico ed applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum. Don Alberto Strumia evidenzia le condizioni per un costruttivo confronto tra scienza e fede. Valerio Gigliotti pone il caso del Papa «eretico» tra teologia e prassi giuridica, mentre José Antonio Ureta fa il punto sull’attuale pontificato.