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“Va’ dove ti porta il cuore”: è possibile essere fedeli alla propria vocazione nell’era dell’emotivismo?

Diario di bioetica22 Aprile 2021
Testo dell'audio

Ha suscitato molto scalpore mediatico la notizia del sacerdote che ha chiesto una dispensa dal celibato perché “innamorato”. Questo ci dà occasione di riflettere sull’amore e anche sul meccanismo delle “passioncelle”, oggi diremmo “flirt”, che possono portare persone sposate o consacrate a gesti di infedeltà verso se stessi e verso la propria vocazione. Nell’era dell’emotivismo si tende a circoscrive l’amore all’ambito dei sentimenti. Questo dato ha una importante radice antropologica: in primo luogo, è l’appiattimento delle dimensioni dell’essere umano (passioni, intelletto e volontà) e la resa della ragione, inghiottita completamente dalle “facoltà inferiori”, le passioni. Da questo anche la coscienza non può che uscirne sopraffatta nella sua capacità di giudizio.

In questa puntata, si parlerà del meccanismo della “cotta”, che non va affatto sottovalutato, e di come sia indispensabile per ognuno di noi un continuo lavoro su di sé, corroborato dalla Grazia di Dio, e una serena, ma seria, vigilanza sulle passioni.

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