Un’epoca di Cattedrali e di Santi

Nel caos attuale rappresenta un riferimento solido, sicuro, certo: il Sacro Romano Impero fu la risposta al tramonto morale prima ancora che politico, ormai ineludibile ed inesorabile, dell’Impero Romano, che si stava dissolvendo.
Quando nell’800 Carlo Magno fu incoronato Imperatore, raccolse con ciò l’eredità di Roma e riunificò la Cristianità prima ancora dell’Impero, dando inizio ad una tradizione, che gli Ottoni fecero propria e condussero a maturazione. Il comun denominatore, anche a livello sociale, fu primariamente la fede, non la politica, che anzi proprio nel Cristianesimo trovò l’impianto morale necessario per gestire rettamente la cosa pubblica, svolgendo al contempo anche un’azione fortemente pedagogica ed educativa per i popoli: al centro della storia si pose la persona, consapevole non solo del proprio stato di creatura chiamata ad aver cura del Creato affidatole, ma certa anche di poterlo fare soltanto ponendosi alla sequela di Cristo, affidandosi totalmente a Lui. A partire dall’annuncio, che si tradusse nell’incredibile vigore missionario dell’epoca: fu spontaneo, ovvio ed inevitabile, in virtù di una forte identità spirituale, desiderare di salvar anime.
Fu quindi questo il periodo delle Cattedrali e dei Santi, la cui fioritura sancì in modo chiaro ed inequivocabile quanto il Cristianesimo fosse vita, si traducesse cioè nel quotidiano, informasse di sé, dei suoi principi, dei suoi valori l’esistenza di ognuno, in Europa. La Germania – non quindi la Prussia, né tanto meno quella federale moderna, impregnata di protestantesimo – comprese come la propria vocazione fosse imperiale perché universale ed in qualche modo coincidesse, partecipasse così in ambito sociale a quel che la Chiesa con Roma e col Papato fu in ambito religioso, traendo da ciò e solo in ciò la propria giustificazione e la propria ragione politica ed istituzionale.
In tal senso il Medioevo rappresenta ancora oggi il momento più alto, l’apogeo della società e della civiltà occidentale.
Tale vocazione universale, incarnata dal Sacro Romano Impero, fu tradita certo da Federico II, ciò che alla lunga giunse ad intaccare gli ordinamenti portanti del diritto e della morale, provocando di nuovo disordine ed incertezza. Esperienza, in cui ci troviamo immersi anche oggi.
Se allora Benedetto XVI, nel discorso alla Curia Romana pronunciato il 20 dicembre 2010, paragonò la crisi del nostro tempo a quella che vide il tramonto dell’Impero romano, possiamo ragionevolmente ritenere che, al di là della forma e delle strutture dettate dal tempo, solo un ritorno agli ideali ed ai valori fondanti il Sacro Romano Impero possa efficacemente contrastare e dissolvere la necrosi innanzi tutto spirituale e quindi anche morale, sociale e politica dell’Occidente di oggi.
Questo testo di Mauro Faverzani è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it