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Un’ opera perfetta

Liturgia04 Aprile 2018
Testo dell'audio

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

La Messa è culto e azione di Dio. Come tale è un’opera perfetta che l’uomo ha sempre cercato di celebrare in modo perfetto (humano modo) con il massimo grado di bellezza di cui sia capace: nell’architettura, scultura, pittura, negli affreschi e nella musica: il tutto creato dai più grandi maestri che il mondo abbia mai conosciuto; nei vasi sacri, nei paramenti, nell’incenso e nei fiori e nelle cerimonie solenni, che si addicono alla corte del Re dei re.

In nessun altro posto si può vedere questo più chiaramente che nella Messa papale come era prima dei cambiamenti liturgici: la Messa papale, che è stata definita «il compimento il più alto della civiltà occidentale»: quella Messa, che in tutta la sua gloria, servì come modello per qualsiasi altra forma di Messa sino alla Messa letta servita da un solo chierichetto.

Con l’introduzione del Nuovo rito, la ricerca della perfezione e della bellezza è stata ampiamente abbandonata. È stata rimpiazzata da una forma di riduzionismo o minimalismo, che vede la Messa come la semplice esecuzione di una funzione o il convogliare di concetti.

Per quanto concerne le conseguenze estetiche, basti pensare all’architettura, all’arte, agli altari, alle vetrate e ai vasi sacri delle chiese moderne, le fibre sintetiche dei paramenti e la musica, che è scesa dalle sublimi altezze del canto gregoriano al livello della canzonetta popolare [127] .

Allo stesso tempo, begli altari e balaustre sono stati ridotti in pezzi [128] e gettati via come simboli di un passato degno solo di essere disprezzato e calpestato; e la Messa papale nella forma conosciuta da due millenni è stata abolita e ricostruita sul modello della nuova Missa simplex. Assistiamo ad un allontanamento dai canoni della bellezza oggettiva santificata dalla Tradizione perenne della Chiesa verso i canoni del funzionalismo di una società, che ha voltato le spalle a Dio. Questo è l’allontanamento da Dio verso l’uomo, che culmina nel nichilismo.

Se si tratta di un’ideologia è l’ideologia della povertà, ma una povertà non sposata alla bellezza e alla sacralità, come nelle grandi tradizioni monastiche e mendicanti, bensì separata da queste, cosicché non corrisponde più alla Natura divina di Cristo, ma soltanto a un’immagine eretica di Cristo come semplice uomo.

Come asserisce Michael Davies, i nemici della Chiesa hanno spesso messo in contrasto la ricchezza delle chiese cattoliche con la povertà della gente in certi Paesi. Fu Giuda, che condannò Maria Maddalena per aver unto Cristo con preziosi unguenti, che sarebbero potuti essere venduti per aiutare i poveri. Frequentemente sono i più poveri tra il popolo di Dio ad essere anche i più generosi nel fare sacrifici per assicurarsi che le loro chiese abbiano un ambiente adatto per il Santo Sacrificio — e così facendo ricevono un conforto che rende sopportabile una vita, che altrimenti sarebbe potuta essere troppo dura da vivere.

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[127] «... quelle ineffabili melodie gregoriane che sono, a volte, l’unico residuo di quella musica antica, di cui si raccontano meraviglie, sono il frutto della più elevata e sublime ispirazione cattolica; melodie ammirabili da cui ci si è allontanati per cadere nel barbaro, credendo di poter sostituire le melodie così facilmente come si sostituiscono le formula nuove a quelle antiche oppure per gettarsi in un genere del tutto profano, cosa che costituisce il contrasto più ripugnante nei confronti della santità del luogo, la maestosità delle parole e la pietà dei misteri» (di Dom Prosper Guéranger, Les Institutions Liturgiques).

[128] In questa distruzione del tutto brutale ed indiscriminata, che ricorda i peggiori eccessi dell’iconoclastia o della Bilderstuermung, vediamo chiaramente l’odio del diavolo per il sacrificio di Cristo offerto sull’altare e la di Lui adorazione da parte del popolo offerta dalle balaustre. Quale altra spiegazione potrebbe esserci per questa violenza tutta gratuita ed irrazionale? – o, per di più, per quella con la quale il clero modernizzante si oppone al ritorno del Rito antico?

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