Un altare per il Sacrificio

Al sacrificio in senso improprio corrisponde il sacerdozio improprio dei laici. Perciò il Principe degli Apostoli chiama l’insieme dei Cristiani “un sacerdozio santo”, chiamato e qualificato “a offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio, tramite Gesù Cristo” (I Pt 2,5). I fedeli sono un “sacerdozio santo” quando, tramite la grazia del Battesimo, sono staccati dall’umanità peccaminosa, consacrati e santificati per onorare e glorificare Dio per mezzo del “sacrificio spirituale” di una nuova vita virtuosa, cioè tramite la preghiera, la devozione, la pietà, l’abnegazione, la penitenza, le opere di beneficenza e l’amore del prossimo. Ogniqualvolta con sentimento retto nei confronti di Dio – specialmente durante la lotta e la fatica – facciamo qualcosa di buono, offriamo a Dio un sacrificio.
Al Sacrificio e al sacerdozio è unito inseparabilmente l’altare. Esso è un tavolo consacrato un po’ rialzato, sul quale si posa l’offerta per il Sacrificio come segno del fatto di voler far salire dalla Terra al Cielo; e come espressione del desiderio e della fiducia che Dio verrà incontro, condiscendente e benevolo, per accettare il Sacrificio. Da lì, infatti, straripa ogni abbondanza di grazie celesti sui presenti; e tutti i bisognosi lì convenuti in cerca d’aiuto trovano benevolo ascolto. Il primo altare di cui parla la storia è quello costruito da Noè dopo aver lasciato l’Arca (1Gen. 8,20), benché si debba annoverare un altare anche per l’offerta dei sacrifici di Caino e Abele (1Gen. 4,3).
“Per nessun altro motivo si costruisce un altare se non per offrire un sacrificio a Dio”. Anche il vocabolo “altare” è usato non di rado in senso lato, cioè in maniera impropria. Noi siamo il tempio di Dio, perché Egli si è degnato di vivere in noi. Quando il nostro cuore s’innalza a Lui, esso è il Suo altare (cum ad Illum sursum est, Eius est altare cor nostrum); per Lui combattiamo battaglie cruente quando lottiamo fino al sangue per la Sua Verità; a Lui bruciamo l’amabile incenso quando alla Sua presenza ardiamo di pia devozione; a Lui offriamo il sacrificio dell’umiltà e della lode sull’altare del cuore in un fuoco di amore ardente.