Treviri. Storia di una città imperiale

Il santo milanese per eccellenza, sant’Ambrogio, non era originario della città di cui è protettore, bensì di una città tedesca al confine con la Francia, attualmente nella ragione Renania-Palatinato.
Una delle capitali dell’Impero Romano d’Occidente
Di antichissima fondazione (esistono leggende che ne fanno risalire l’origine addirittura ad un principe assiro, Trebata, da cui prenderebbe il nome) e quindi rifondata dai Romani due millenni dopo alla fine del I secolo a.C. con il nome di Augusta Treverorum e posta a capo della provincia Belgica, Treviri ha in comune con Milano anche l’essere stata una delle quattro capitali della Tetrarchia dioclezianea.
Comunque, pur se non è la città più antica d’Europa, visto l’alone mitico che circonda la fondazione da parte di Trebata, l’iniziale insediamento militare romano, che risale – secondo fonti sicure – all’anno 30 a.C., in una quindicina di anni divenne se non altro una delle città più antiche in assoluto del territorio tedesco.
Data la sua importanza strategica, a cavallo della Mosella, affluente del Reno, non stupisce che già a partire dalla seconda metà del III secolo sia divenuta sede vescovile (e con Carlo Magno sarebbe stata elevata al rango di arcidiocesi). Distrutta dagli Alemanni nel 275, venne ricostruita con cura, se nel IV secolo fu la residenza dell’Imperatore Romano d’Occidente (vi abitarono stabilmente Costantino II e Valentiniano I).
Importanti costruzioni risalgono al periodo costantiniano (306-324), quando la città si ampliò, sorsero le terme imperiali e la Basilica di Costantino e vi venne posta la sede della Prefettura del Pretorio delle Gallie, uno dei due enti più importanti dell’Impero Romano d’Occidente (poi spostata ad Arles sotto la minaccia delle invasioni barbariche).
Anche ai nostri giorni molti monumenti romani sono ben conservati, tanto da essere inseriti dall’Unesco nell’elenco dei beni considerati patrimonio dell’umanità: tra questi spicca la celebre Porta Nigra (o, per gli abitanti del luogo, semplicemente “la Porta”), che costituisce l’esempio di porta cittadina di epoca romana meglio conservato a settentrione delle Alpi, poiché fu scelta da san Simeone come luogo di eremitaggio e vi sorse accanto un convento, che preservò il monumento (Napoleone, preso da un impulso filologico, fece abbattere le strutture non romane); ma vanno ricordati anche l’anfiteatro, i resti delle terme Imperiali e la già ricordata Basilica (in senso civile) di Costantino: si tratta della vastissima sala del trono dell’Imperatore, lunga ben 67 metri.
Dall’Impero Romano al Sacro Romano Impero
Dopo il periodo imperiale, Treviri mantenne la sua importanza: con Carlo Magno fu elevata al rango di arcidiocesi e l’Imperatore confermò la totale immunità giudiziaria non solo per tutte le chiese e i monasteri, ma anche per i castelli e i villaggi appartenenti alla Chiesa di San Pietro (cioè la cattedrale) di Treviri.
Passata dopo la morte di Carlo Magno prima alla Lotaringia, quindi al Regno dei Franchi Orientali ed infine al Regno di Germania, l’arcidiocesi mantenne la completa immunità da tutte le tasse per l’intero territorio episcopale (nell’anno 898), a cui aggiunse due anni dopo quello di battere moneta propria e imporre tasse: privilegi tanto importanti da far divenire gli arcivescovi veri e propri signori territoriali.
Inoltre l’arcivescovo Ratbod ottenne il diritto di eleggere il proprio successore tra i membri del capitolo della cattedrale, senza dover subire alcuna interferenza da parte dell’Imperatore.
Degno di un tale arcivescovo l’imponente duomo in stile romanico (Dom), i cui lavori iniziarono nel 1030 e si protrassero per ben due secoli, che è la chiesa più antica della Germania e tra le più grandi di quella regione.
Il riconoscimento più grande fu poi quello che fece dell’arcivescovo di Treviri uno dei Principi-Elettori del Re di Germania, assieme ai più grandi nobili e prelati dell’area tedesca: per questo il suo Stato prese il nome di Elettorato di Treviri, durando fino al 1795, quando le truppe rivoluzionarie francesi lo invasero, chiudendo anche l’antica università, che era nata alla fine del Quattrocento (e che sarebbe stata riaperta solo dopo la Seconda Guerra Mondiale).
Con l’ingresso dell’esercito francese, la secolare indipendenza di Treviri cessò e il suo territorio fu smembrato tra Francia e Ducato di Nassau-Weilburg: la città sarebbe stata quindi ricordata quasi esclusivamente per il molto dubbio onore di aver dato i natali all’economista Karl Marx e, soprattutto, per essere stata la patria di sant’Ambrogio, ricordato però sempre come sant’Ambrogio “da Milano”.
Questo testo di Luigi Vinciguerra è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it