SPAGNA – Arrestati due giovanissimi, stavano “reclutando” coetanei per l’Isis

Il fatto che non se ne parli o se ne parli poco non significa che l’incubo sia finito: l’Isis fa e deve fare ancora paura. Lo sa bene la Spagna, dove la Guardia Civil, in collaborazione con la DGST-Direzione Generale di Sorveglianza del Terrorismo marocchina, ha appena portato a termine una brillante operazione, che ha consentito di smantellare la più grande struttura di radicalizzazione islamica per il “reclutamento” di giovani, anche minorenni, finora organizzato nel Paese.
Una cinquantina in tutto quelli finiti nel tritacarne del terrorismo jihadista, coordinato da Salim H. e Hugo C., entrambi diciottenni, di nazionalità spagnola, calciatori in erba nelle formazioni giovanili militanti nelle categorie inferiori, il secondo peraltro da poco convertitosi all’islam. È bastato che lordassero i muri con alcune scritte inneggianti all’Isis e che pubblicassero messaggi analoghi sui vari social, per attrarre come calamite l’interesse di molti altri loro coetanei e non. Alcuni dei loro post sono stati visualizzati da oltre 30 mila persone. Quelli che venivano ritenuti più adatti per il “gioco duro” finivano in un gruppo privato sulla rete di messaggistica Telegram, per condividere materiale scottante. I giovani caduti nella rete, provenienti da dieci diverse province spagnole, sono stati “preselezionati” dai terroristi sui forum ed erano diventati oggetto di un pesante bombardamento ideologico, per trasformarli in poco tempo in strumenti nelle mani della jihad.
Salim e Hugo sono stati arrestati lo scorso 2 agosto a Benavente e Valencia, il giudice del Tribunale Nazionale, María Tardón, ne ha imposto la detenzione preventiva, per evitare il rischio di fuga, di occultamento delle prove, di intralcio delle indagini e di reiterazione del reato. Le accuse nei loro confronti sono quelle di appartenenza ad un’organizzazione terroristica, reclutamento attivo e indottrinamento di giovani. Pare che i due abbiano già fatto giuramento di fedeltà all’Isis. Sono stati interrogati i loro genitori, effettuati controlli e perquisizioni nelle abitazioni, da cui è stata sequestrata una quantità rilevante di denaro. Ma il problema resta, enorme: «Quest’operazione è la prova di una tendenza piuttosto preoccupante, che stiamo vedendo sia nelle nostre indagini, sia in altri Paesi», hanno dichiarato al quotidiano spagnolo Abc fonti dei servizi segreti iberici. In realtà, la notizia, pur allarmando, non deve stupire: molti altri interventi analoghi sono già stati compiuti in passato. Tre giovanissimi inglesi – due di 17 anni ed uno di 19 – il 16 marzo 2015 erano stati arrestati dalla Polizia turca ad Istanbul e rimpatriati nel Regno Unito con l’accusa di terrorismo. Sempre in Spagna il 27 luglio 2016 erano stati arrestati due fratelli di nazionalità marocchina, di 22 e 33 anni, con le accuse di finanziamento dell’Isis, di collaborazione con un gruppo terrorista e di indottrinamento. Un paio di mesi dopo, il 14 settembre, due quindicenni sono stati arrestati in Francia, perché accusati di voler preparare attentati. Ad incastrarli, ancora una volta, i loro messaggi sui social. Pochi giorni dopo, il 28 settembre, le forze dell’ordine hanno arrestato altre cinque persone – tre in Spagna, una a Bruxelles ed una in Germania – con le accuse di istigazione alla violenza, radicalizzazione e promozione della militanza islamista. Pare che “reclutassero” in Europa miliziani, per costituire una nuova cellula dell’Isis. Ma l’elenco potrebbe continuare.
Questa nuova operazione dimostra però due cose: la prima, che la Spagna si conferma purtroppo come uno degli “epicentri” del terrorismo jihadista in Europa; la seconda, che le sconfitte subite in passato non hanno per nulla né scoraggiato, né disarmato il terrorismo islamico, il cui silenzio è solo tattico, ma presto potrebbe tristemente tornare a far parlare di sé.