Sentimentalismo

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
1. La Natura dell’amore ecumenico
Forse qualcuno proverà a difendere questo falso Ecumenismo, che è la ricerca del bene terreno dell’uomo, sostenendo che sia comunque una forma di amore, anche se non un amore spirituale, e dicendo: ‘Basta l’amore’ e che nell’analisi finale l’amore è lo scopo della nostra vita, anzi che Dio Stesso è amore: nel senso che la Santissima Trinità è un mistero di amore tra le Tre Persone Divine.
Procediamo dunque, indagando più da vicino la natura dell’amore ecumenico, prima l’elemento di unione, poi il bene evidenziato da questa unione.
Unione ecumenica
Innanzitutto chiediamo in cosa consistano le unioni ecumeniche. In primo luogo il ‘Dialogo’ e poi iniziative comuni quali assemblee interreligiose o interconfessionali o gesti diplomatici, come può essere il piantare alberi o l’abbracciarsi.
Cosa unisce i partecipanti alle iniziative ecumeniche? Credenze ed ideali comuni, a prescindere da divergenze dottrinali. Questo principio viene tipicamente espresso con lo slogan ‘E’ importante ciò che abbiamo in comune, non ciò che ci separa’. In rapporto alle altre religioni, monoteiste in particolare, viene diverse volte espresso con lo slogan ‘Adoriamo lo stesso Dio’.
Il rimarchevole delle unioni ecumeniche è che prescindono dalla Verità oggettiva. Questo però è irrazionale, poiché, per rapportarsi con altre confessioni o religioni in modo razionale e realista, bisogna chiaramente prendere in considerazione la verità intiera e non soltanto una parte di essa: non solo credenze ed ideali comuni, ma anche differenze dottrinali.
Dopo un momento di riflessione possiamo vedere, di fatti, che non è tanto ciò che ci accomuna alle altre confessioni e religioni che importa, quanto ciò che ci separa: poiché ciò che ci separa è la Fede, e la Fede tiene la chiave della vita eterna.
Prendiamo l’esempio delle altre religioni monoteiste: giudaismo ed islam, guardando lo slogan ‘Adoriamo lo stesso Dio’[29]. Il fatto che loro ‘adorino lo stesso Dio’ nostro è irrilevante per tutti gli effetti pratici, perché il Dio che adorano loro è lo stesso della Fede cattolica solo nel senso filosofico: come Iddio Uno, Creatore e Signore di tutte le cose. Mentre il Dio che adorano loro non è lo stesso Dio della Fede cattolica nel senso teologico, in quanto Dio nel senso teologico è Iddio Trino, la Santissima Trinità: ciò viene negato dal giudaismo, dall’islam e da tutte le altre religioni monoteiste. Ma ciò che importa nei rapporti con le altre religioni è proprio questa credenza nell’unico Dio nel senso teologico, la credenza che professiamo nel Credo con le parole: Credo in unum Deum: la credenza in Dio Santissima Trinità, perché solo questa credenza è salvifica.
b) Il Bene Ecumenico
Abbiamo già parlato del bene mirato dall’Ecumenismo, che è cioè un bene prettamente terreno. Questo bene giustificherebbe di fatti l’iniziativa ecumenica, se non ostacolasse il bene spirituale dell’uomo, come abbiamo già accennato, perseguendo in questo modo un fine secondario della Chiesa a costo del Suo fine primario. Per di più conduce ad una serie di mali ulteriori, che elencheremo più avanti.
Il falso Ecumenismo è un amore che non conviene, dunque. Il vero Ecumenismo, invece, è un amore giusto e vero, poiché, come ogni tipo di amore giusto e vero, mira al vero bene altrui. Anzi, mira al suo bene supremo che è la sua salvezza, che cerca di assicurare mediante la sua conversione.
Che il tipo di amore proposto da questa forma di Ecumenismo falso non convenga, si può illustrare con l’immagine seguente: un numero di persone sta provando ad attraversare l’oceano. Alcune di queste viaggiano su una grande barca, costruita per sopravvivere a tempeste e ad ogni tipo di pericolo, fornita di tutto ciò che occorre per un lungo tragitto. Altre persone viaggiano su barche più piccole: barche a vela, barche a remi e altre ancora su galleggianti o anche solo nuotando. Solo la grande barca raggiungerà l’altra sponda con sicurezza; qualche altra barca riuscirà forse, ma con difficoltà; le altre barche e persone invece certamente non vi riusciranno. Le persone sulla grande barca non provano a convincere le altre a venire a bordo della propria, ma solo si limitano a salutarle allegramente mentre passano. Come il lettore avrà capito: la grande barca è la Chiesa cattolica; l’oceano è il mondo; le persone fuori da questa barca sono coloro che non appartengono alla parte visibile della Chiesa.
Ovviamente è più facile e anche più piacevole, almeno a breve termine, agitare la mano e sorridere beatamente ad un altro da una bella barca, piuttosto che dirgli che vive nell’errore, convincerlo a lasciare la sua barca (che probabilmente gli piace anche) e venire a bordo della propria. Se viene, ci sarà poi tutta la fatica di occuparsi di lui.
Abbiamo detto che l’Ecumenismo falso è un amore che non conviene. Come lo possiamo caratterizzare più precisamente? In quanto prescinde dalla Verità oggettiva, è irrazionale e per quello non costituisce l’amore razionale, bensì solo l’amore emozionale. Si può caratterizzare più precisamente come il sentimentalismo. In termini scolastici, è la passione dell’amore piuttosto che la virtù dell’amore.
Questo sentimentalismo ha fatto la sua prima apparizione ufficiale nella Chiesa nei testi del concilio Vaticano II, in un atteggiamento e linguaggio sentimentali e morbidi verso le altre religioni e soprattutto verso il mondo contemporaneo; notevolmente anche nella sua nuova dottrina etica, secondo cui la prima finalità del matrimonio è ‘l’amore’. Come surrogato del vero amore, della virtù dell’amore, l’amore emozionale è effeminato e svirilizzato. In virtù della mancanza di formazione e vigilanza del Clero e dei fedeli, si è potuto far passare per il vero amore.
______________________________________________
29 Nel Nuovo Catechismo § 841 si legge: ‘I musulmani,… professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giudizio finale’. Esaminiamo la tesi di fondo ossia che i musulmani condividono con noi la fede nel Dio unico,Creatore e Signore di tutte le cose, cioè la fede in Iddio Uno. Questo lo faremo rispondendo a due questioni: 1) se i musulmani abbiano la fede in Iddio Uno; 2) se professino lo stesso Dio di noi. Quanto a (1), se intendiamo il termine ‘fede’ nel senso proprio del termine, dobbiamo ricordare che la Fede costituisce la conoscenza della Santissima Trinità e tutti i dogmi che si rapportano ad Essa. Ne segue che solo i cattolici possiedono la Fede e nessun altro. Se invece intendiamo la parola ‘fede’in un senso secondario come ‘credenza’, possiamo dire che i musulmani abbiano la fede in Iddio Uno, o, più chiaramente, che loro professano l’esistenza del Dio Uno. Quanto a (2), bisogna dire che il fatto che i cattolici ed i musulmani professino tutti e due l’esistenza del Dio Uno, non implica che professino lo stesso Dio. Poiché noi intendiamo Iddio Uno anche come Iddio Trino, ciò che loro, invece, negano. Alcune credenze condividiamo con loro, altre, invece, no: perciò non possiamo dire che professiamo lo stesso Dio loro. In maggiore dettaglio si può dire che non professiamo lo stesso Dio loro sul livello teologico, bensì solo sul livello filosofico, sul livello della ragione.