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Santo Sacrificio della Messa dal punto di vista dogmatico, liturgico e ascetico (Parte V)

Liturgia04 Marzo 2021
Testo dell'audio

Ai tempi del Vecchio Testamento aleggiava su quelle profezie una misteriosa oscurità che ora si è dileguata alla luce del Cristianesimo. Chi non riconosce questo adempimento tanto splendido nella celebrazione eucaristica del Sacrificio e della Comunione, che la Chiesa Cattolica compie in ogni luogo e in tutti i tempi? Vigorose e vibranti sono queste promesse: difatti testimoniano la verità e la divinità del nostro Sacrificio quotidiano. “Non per sé stessi, ma per noi erano servitori i profeti” (1Piet. 1,12) in quanto, mossi e illuminati dallo Spirito di Dio, hanno proclamato in anticipo il Sacrificio della salvezza e la divina Cena dell’Eucaristia. Immensa è la nostra felicità e la nostra grazia, nel vedere e godere di tutti questi tesori del Signore nel grembo della Chiesa!

Quegli uomini dell’antichità, seppure illuminati da Dio, non hanno ricevuto tali promesse, ma le hanno viste e salutate da lontano (Ebr. 11,13): noi invece siamo in possesso e godiamo di tutti i tesori della Redenzione. Perciò valgono anche per noi le parole che un tempo il Signore disse ai Suoi discepoli: “Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete, perché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non l’hanno visto; e udire quello che voi udite, e non l’hanno udito” (Lc. 10,23-24).

Sì, talmente ricchi e allettanti, quanto divini sono i mezzi della Salvezza che ci sono stati donati in Cristo, tanto che non solamente i profeti li scrutavano con grande zelo, ma perfino gli esseri celesti – gli angeli beati – anelavano a penetrare sempre più profondamente nei misteri e nei tesori dell’opera redentrice di Cristo. Ma ancor più dei profeti e degli angeli il popolo Cristiano, redento al caro prezzo del preziosissimo sangue di Gesù (1Cor. 6,20), ha ogni motivo per penetrare sempre più in profondità nelle verità della Fede e nei fatti della Salvezza, e non solamente in pie contemplazioni ma, con una sempre rinnovata gioia ed entusiasmo, esprimendo con giubilo in parole e opere il ringraziamento per la pienezza delle benedizioni ricevute.

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