San Pio X (parte I) – La promozione della fede

San Pio X, nato a Riesi nell’anno 1835, provenne da una modestissima famiglia rurale. Studiò nel seminario di Padova con risultati eccellenti, ed operava per quasi 20 anni poi nelle parrocchie di Tombolo e di Salzano. A quarantanni fu chiamato alla curia di Treviso dove diviene direttore spirituale del seminario e canonico della cattedrale. A 50 anni fu elevato all’episcopato di Mantova – una prova che la santa Sede considerava disperata, ma dove uscì di nuovo vincitore. A quasi 60 anni diviene cardinal patriarca di Venezia, riuscendo a guadagnare i cuori di tutti: dal popolo più semplice, alla nobiltà, ai politici, ed ai visitatori illustri della città. A quasi 70 anni entrò nel conclave con la fama di uomo di alto profilo spirituale, che non aveva cercato nessuna promozione e non era mai fallito in nessuna prova. Da papa è noto tra l’altro per la sua riforma del diritto canonico, della musica sacra, della curia romana, dei seminari, e dell’Azione cattolica; anche per la sua promozione della santa Comunione frequente e di quella per i fanciulli.
Ci sarebbe molto da dire sulle sue virtù sacerdotali e personali: la mortificazione, le quattro ore di sonno che non oltrepassava sin dalla gioventù, l’evitare l’ozio, la rigorosa povertà, la dedicazione al lavoro ed agli studi, la carità verso i fedeli a lui affidati, i miracoli frequentissimi che accompagnavano le sue udienze papali; ma vogliamo volgere lo sguardo adesso su due suoi compimenti particolari: ovvero sulla promozione della fede e sul conflitto con la Francia. Questi compimenti si realizzano su due campi di importanza sempre più attuale: sul campo dottrinale dell’ insegnamento ecclestiastico, e sul campo politico del rapporto tra Chiesa e stato.
1. La promozione della fede
Durante l’intera vita sacerdotale, considerava l’ insegnamento del catechismo come il primo suo dovere: Già da cappellano di Tombolo iniziò a scrivere istruzioni catechetiche; da parroco di Salzano scrisse un primo catechismo; da vescovo di Mantova lavorava per giungere ad un catechismo unico e definitivo; da papa promulgò il celebre catechismo che porta il suo nome e che si può considerare addirittura come coronamento della sua missione papale.
Quest’opera si caratterizza per la sua precisione, chiarezza, e per la trattazione di tutte le verità della fede senza alcuna diluzione. Scritta in forma di domanda e risposta, si può illustrare con i seguenti esempi: “Chi adunque vi ha messo a questo mondo? Iddio; A qual fine vi ha messo a questo mondo? Perché avessi a conoscerlo, ad amarlo, a servirlo in questa vita, e poi andarlo a godere in paradiso… Chi è Dio? il Creatore, il Padrone del cielo e della terra; perché dite Creatore del cielo e della terra? Perché Dio è colui che ha fatto il cielo e la terra.”
Se san Pio X combatteva per la fede in modo positivo con la catechesi, combatteva in modo negativo coll’ attacco contro il modernismo che definiva: “la sintesi di tutte le eresie.” Particolarmente da notare in questa battaglia sono l’enciclica Pascendi ed il sodalitium, l’associazione da lui fondata per indagare e per sradicare l’eresia nascente.
La voce del santo che si sente attraverso le condanne del modernismo è nient’ altro che quella della Chiesa stessa, che anatematizza da sempre tutto ciò che possa minacciare, relativizzare o contaminare l’ assolutezza e la purezza della fede – anche se la mente moderna, ottenebrata, come lo è, dalla concupiscenza e dal soggettivismo sembrerebbe non comprendere più il fatto che se una cosa è vera, il suo contrario dev’essere falso.