Rovereto. Piccola ma preziosa

Rovereto è la seconda città del Trentino. Situata nel fondovalle della Val Lagarina, è al contempo vicina al lago di Garda ed a stupende località di montagna. Pur essendo di dimensioni modeste con i suoi 40 mila abitanti, la città di Rovereto è molto ricca sotto il profilo storico-artistico, tanto da essere considerata quasi un museo a cielo aperto. Nei secoli passati la cittadina è stata visitata e apprezzata da personaggi quali Dante, Mozart e Goethe.
La storia
Le notizie storiche certe su Rovereto non risalgono ad un’epoca molto antica. Collocata in una zona di crocevia, nel XII secolo diviene possedimento dei signori di Lizzana e successivamente della famiglia dei Castelbarco.
Quindi, a partire dal 1416 e per quasi un secolo, Rovereto passa sotto il dominio veneziano. In questo periodo prende piede la lavorazione del baco da seta, che si rivelerà un elemento molto importante per la prosperità economica della cittadina.
Quale conseguenza dell’occupazione degli Imperiali nel primo decennio del Cinquecento, nel 1564 Rovereto si aggrega al Tirolo. Nei successivi due secoli di dominio austriaco, la città registra un forte incremento in diversi ambiti: sotto il profilo economico, sorgono molti filatoi e tintorie, che danno lavoro a moltissime persone; dal punto di vista architettonico, il Settecento fu un secolo particolarmente florido e molte delle realizzazioni sorte in quest’epoca conferiscono ancora oggi alla cittadina un’aura ricercata e importante; infine, c’è un importante sviluppo anche in ambito culturale, che trova il proprio apice nella nascita dell’Accademia degli Agiati nel 1750 e nella fondazione nel 1782 del primo teatro Trentino, intitolato a Riccardo Zandonai.
Sul finire del XVIII secolo Rovereto venne occupata dalle truppe napoleoniche e fu annessa al Regno Italico. Tuttavia, questo stato di cose si protrasse per pochi anni, poiché dopo il Congresso di Vienna (1815) Rovereto divenne parte integrante dell’Impero austriaco, sotto il quale rimane fino alla fine della Grande Guerra, quando la città divenne a tutti gli effetti italiana.
I due conflitti bellici del Novecento hanno messo a dura prova Rovereto, che subì notevoli danni. Eppure, dopo la fine delle ostilità, la cittadina riuscì in breve tempo, a dare concreta attuazione alla ricostruzione e a tornare ad essere un importante centro manifatturiero e industriale, fino a raggiungere l’apice del proprio sviluppo economico negli anni Settanta.
Dalla quercia allo sport
La città di Rovereto viene spesso chiamata con due titoli: “Città della Quercia” e “Città della Pace e dello Sport”. Il primo appellativo trova spiegazione nella traduzione di “Roboretum”, ossia bosco di querce e risale alla toponomastica romana. La quercia è un albero che abbonda nella valle e che per questo è stato scelto quale effigie per lo stemma comunale.
Rovereto è però anche “Città della Pace e dello Sport”. Sul vicino colle di Miravalle, infatti, dal 1965 è stata posta la “Campana dei Caduti” – nota anche come “Campana della Pace” –, la più grande al mondo a suonare a distesa. Ogni sera, al tramonto, con i suoi cento rintocchi essa intende fare memoria dei caduti di tutti i conflitti e ammonire le giovani generazioni circa l’atrocità della guerra.
A questo si aggiunga che dal 1988 Rovereto ospita annualmente il “Torneo Città della Pace”, una competizione internazionale giovanile di calcio e pallamano. Durante l’annuale cerimonia inaugurale, i partecipanti pronunciano un giuramento di fair play prima che la “Campana della Pace” rintocchi cento volte.
Questo testo di Antonio Righi è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it