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Romano de Roma

Il viandante23 Ottobre 2020
Testo dell'audio

Io sono nato a Roma, la mia famiglia è romana da molte generazioni, quindi sono uno di quelli che viene definito “romano de Roma“. Certo questo per me è un grande piacere, direi anche un grande onore, in quanto io penso che Roma sia una città con un destino speciale, un destino metafisico, un destino mistico, un destino eterno. Malgrado questo, non posso chiudere gli occhi alla decadenza della mia città, una decadenza che si manifesta in tanti modi, anche acuita dalle politiche scellerate della amministrazione comunale e del governo nazionale.

Abbiamo tante persone, in maggioranza stranieri, che vagano per le strade senza un lavoro e senza una dimora, e questo perché non si vuole contraddire la mitologia dell’accoglienza, un’accoglienza che certamente è una buona cosa quando può essere messa in atto, quando un paese ha i mezzi per accogliere. Roma, una città molto grande e già oberata di problemi di suo, questa capacità evidentemente non ce l’ha. Ma in realtà sappiamo che questa decadenza fa anche parte di quello che Roma è nei secoli.

Se si leggono alcuni resoconti di viaggiatori che venivano in visita alla città eterna, accanto alla meraviglia per la bellezza delle chiese e per la magnificenza delle vestigia della passata romanità, troviamo anche descrizioni di situazioni miserevoli, di una povertà diffusa, di una situazione di declino che alla fine non collassa mai. Questo è Roma, una città sempre sospesa fra il disastro e il trionfo.

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