Reatus culpae e Reatus poenae

Bisogna distinguere tra il reatus culpae e il reatus poenae. La colpa consiste nel fatto di avere offeso Dio, non osservando la Sua santa legge. Il reatus poenae significa il danno che è stato causato dal peccato commesso, ossia la conseguenza dannosa del peccato: infatti con il peccato sono lesi sia l’ordine divino che la nostra anima.
Il peccatore, dopo avere ricevuto il perdono di Dio, lo deve riparare o durante la sua vita terrena o dopo la morte nel Purgatorio.
Per poter capire meglio questa distinzione può essere utile un semplice paragone preso dalla vita quotidiana: Se un ragazzo giocando lancia un pallone verso una finestra e la rompe, evidentemente causa un danno. In questa situazione dovrebbe prima scusarsi dal proprietario e poi riparare il danno pagando una nuova finestra.
Applicando questo esempio all’insegnamento sul peccato, possiamo costatare che il peccatore deve chiedere perdono a Dio per i suoi peccati. Ciò avviene nel battesimo e nella confessione ed è sufficiente per sfuggire alle poena damni che porta all’inferno.
Nel battesimo viene pure cancellato il reatus poenae, nel sacramento della confessione, invece, ne viene rimessa soltanto una parte.
Per potere riparare il danno causato dal peccato la Chiesa ci propone la penitenza e, come altro mezzo efficacissimo, le indulgenze: Dal momento che alla Chiesa è stato affidato dal suo divino fondatore Gesù Cristo il tesoro inesauribile della Redenzione da lui compiuta e ulteriormente arricchito dalla vita dei santi. Ella ha il potere di distribuire ai suoi membri i frutti di questo tesoro.
Ricordiamo qui che con il Suo Preziosissimo Sangue Cristo ha pagato il prezzo per tutti i peccati dell’umanità: “Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia.” (1 Pietro 1,18-19) Questa frase di san Pietro mostra che per riparare il danno immenso causato dai peccati era necessario il sangue di Cristo. Perciò il peccatore non può riparare il reatus poenae senza ricorrere all’opera redentrice di Cristo.
Rivolgiamoci in fine più concretamente alle indulgenze: l’indulgenza è un mezzo che la Chiesa ci offre per liberarci dal reatus poenae. Si distingue fra l’indulgenza plenaria che elimina tutte le pene e quella parziale che a secondo della disposizione del penitente ne elimina soltanto una parte.
Le condizioni che la Chiesa ha stabilito per l’acquisto dell’ indulgenza sono la confessione, che restituisce al peccatore, se avesse commesso un peccato mortale, lo stato di Grazia; poi la comunione eucaristica; una preghiera nell’intenzione del Sommo Pontefice ed un’opera o un pio esercizio, al quale l’autorità delle Chiesa ha annesso un’indulgenza plenaria o parziale.
Perché l’indulgenza possa essere plenaria, inoltre al compimento di un’opera per la quale è prevista tale indulgenza, è necessario essere liberi da ogni tendenza volontaria verso ogni tipo di peccato, anche quello veniale.
L’indulgenza si può applicare anche in suffragio delle anime del Purgatorio. In questo modo ci è data la possibilità di venire in soccorso ai fratelli defunti che soffrono e hanno bisogno del nostro aiuto. L’indulgenza applicata in suffraggio dei defunti accelera la loro entrata nel Cielo, dove, liberi da ogni peccato, potranno vedere Dio e partecipare alla Sua gloria eterna.
Deo Gratias!