Preparazione al Santo Sacrificio della Messa – Osservazioni preliminari – Cap. 25 Parte IV

Lo splendore e la ricchezza degli ornamenti servono, quindi, in primo luogo a
glorificare Dio e, inoltre, a promuovere l’edificazione e la salvezza degli uomini. Quando
nella celebrazione del servizio divino si utilizzano utensili e paramenti preziosi, allora i
fedeli cristiani sono in modo più suggestivo e vivo colpiti dalla sublimità e dall’adorabilità
dei misteri celebrati; i presenti si trovano innalzati al di sopra della vita quotidiana
comune, penetrati con santo timore e riverenza per le cose celesti, più devotamente e
seriamente disposti, edificati nel cuore e rinfrancati nella mente.
Per questo la Chiesa celebra con più sfarzo il suo culto divino, per risvegliare e
promuovere nei fedeli la massima stima e riverenza per i meravigliosi misteri del Sacrificio
di Cristo. “I suoi templi sono i più belli tra gli edifici artistici e i più ricchi e splendidi tra i
palazzi; i suoi altari sono di pietre preziose, I suoi tabernacoli sono capolavori di scultura
artistica; i suoi vasi sacri sono d’oro e d’argento, ornati di gemme; le tovaglie d’altare e i
corporali sono di lino fine e pulito, ornati di ricami; come il re è circondato dai suoi
cortigiani, qui Cristo è circondato con le immagini dei suoi santi; Egli è servito da
sacerdoti e ministri in abiti festivi, in mezzo allo splendore delle luci, la lucentezza di fiori
variegati e il dolce profumo di incenso, tra canti melodiosi, l’armonia dell’organo e il
suono delle campane.
“Così la Chiesa ha sempre amato adornare il santuario del Signore con tutto ciò che la
ricchezza e la magnificenza possono fornire. Ma la sua sollecitudine in questo senso non
le ha mai in alcun modo fatto trascurare quei templi viventi di Dio che sono i poveri e i
sofferenti. Lei sa che Cristo è assistito e curato nella persona dei suoi fratelli bisognosi;
per questo ha chiamato all’esistenza benevole fondazioni, istituzioni e confraternite per
l’esercizio di tutte le opere di misericordia.
Essa sa inoltre che un clero devoto, morale e dotto serve come il più bel ornamento della
casa di Dio; quindi per formare un tale corpo non risparmia sacrificio, nessuno sforzo. Ma
il migliore e il più perfetto consiste nel fare l’uno e non omettere l’altro. Così la Chiesa
agisce, non solo abbracciando e nutrendo amorevolmente Cristo nella persona dei poveri
e dei bisognosi, ma anche, per quanto possibile, onorandoLo e glorificandoLo nella Sua
vita Eucaristica e nel suo Sacrificio, consumandosi con zelo non solo per la santità dei
suoi ministri, ma anche per lo splendore e il servizio del Suo santuario.
Già nelle prime epoche i fedeli della Chiesa facevano ricchi regali per il servizio
dell’altare. Ma quando i cristiani erano in grande indigenza, o quando i loro persecutori
minacciavano di derubare il santuario dei suoi tesori, allora il capo della Chiesa distribuiva
questi tesori in elemosina ai poveri, come, per esempio, è evidente dalla storia del
martirio di San Lorenzo.
Se, dunque, la Chiesa si è sempre preoccupata che nella casa di Dio “il marmo
splendesse, l’oro brillasse dai soffitti, l’altare fosse adornato di pietre preziose”, solo
l’ignoranza religiosa o l’indifferenza possono accusarla di eccesso e stravaganza. Non si
può certo deplorare abbastanza che la casa dell’Altissimo sia, ahimè! spesso più
miserabile, povera e più miseramente arredata delle dimore dei suoi servi e dei fedeli. –
Se, come nel caso di alcuni Ordini religiosi, a causa della povertà e dell’amore per la
povertà, sono utilizzati nel servizio divino vasi sacri e paramenti di scarso valore, nessuna
censura o colpa deve essere applicata; ma se ciò è dovuto ad avarizia, negligenza e
abbandono, allora ciò è segno di disprezzo e di mancanza di rispetto per il Santissimo. La
vita religiosa di colui che non ha amore né zelo per l’ornamento del santuario, deve essere
molto stentata e tiepida. Colui che inveisce contro le spese sostenute per l’ornamento
della casa di Dio e per il culto divino, imita la condotta di Giuda. Quell’infelice discepolo
divenne irritato e offeso, quando Maddalena unse la testa e i piedi di Gesù con prezioso
nardo, ed esclamò: