Pavia, città di cultura

Dopo la caduta di Roma, nel VI secolo, Pavia diventa capitale dei longobardi, di questo barbaro popolo germanico, che, al contatto con la cristianità, cambia costumi, religione, modo di vivere. Anche e soprattutto grazie a una donna, la regina cattolica Teodolinda, e al grande Re Lotario. Qui vengono sepolti, nel 525 d.C., il filosofo e senatore romano Severino Boezio e nel 720 sant’Agostino di Tagaste: due giganti del pensiero.
La maggiore città culturale italiana prima del Mille
Una volta sconfitti i Longobardi da Carlo Magno, il nipote di quest’ultimo, Lotario emana un capitolare, il 25 maggio 825, che è l’unico documento superstite contenente disposizioni sull’insegnamento pubblico superiore in Italia dalla fine dell’antichità sino all’anno 1000 circa.
Le città sede di istruzione superiore sono nove e Pavia spicca tra tutte per varie ragioni: viene nominata per prima, è l’unica ad avere un docente designato, il monaco irlandese Dugal, e numerose città, tra cui Milano e Genova, di un’ampia area oggi distribuita tra Lombardia, Liguria e Piemonte sono obbligate a mandarvi gli studenti.
Cosa fa Lotario? Prosegue la politica intrapresa da Carlo Magno, che voleva un impero forte, in cui fede e cultura avessero un ruolo centrale. Carlo Magno si era appoggiato ai monaci, gli unici che in un’epoca tanto difficile avessero conservato la passione per gli studi, insieme alle immense capacità tecniche che li resero essenziali alla rinascita agricola e tecnologica dell’Europa. Aveva avuto, accanto a sé, il monaco Eginardo, il monaco Paolo Diacono, il monaco Alcuino di York, il suo “ministro dell’istruzione”…
A Pavia, dunque, posta sulla via Francigena, e quindi luogo di passaggio e di grandi movimenti, giunge un monaco irlandese: i figli dell’Irlanda, convertiti alla fede cattolica e alla latinità, sono per molto tempo, insieme ai benedettini, il cuore e la mente dell’Europa. Costruiscono monasteri, biblioteche, insegnano, predicano, piantano giardini, erbe officinali, vigne…
Ebbene Dugal, uno di loro, è soprattutto un esegeta, si occupa cioè di Sacre Scritture, ma, nello stesso tempo, come molti altri monaci dell’epoca, ha una grande passione per lo studio della natura, creazione di Dio attraverso la quale l’uomo è chiamato a riconoscerne l’Artefice. «L’insegnamento di contenuti anche scientifici sarebbe del resto stato in linea con quanto praticato da altri maestri carolingi, tra cui il famoso Alcuino di York, che fu tra i principali artefici della rinascita carolingia e del quale sappiamo che tenne lezioni di astronomia nel monastero di san Martino di Tours».
Dugal studia, tra le altre cose, le eclissi solari e la loro regolarità, «ottenendo in pratica il risultato migliore della scienza occidentale di allora sull’argomento». «Un altro merito importante oggi riconosciuto a Dugal è quello di aver contribuito alla nascita delle prime rappresentazioni grafiche nell’astronomia e nella cosmologia della scienza occidentale di allora» (Pavia e le svolte della scienza, a cura di P. Mazzarello e L. Fregonese).
Nasce l’Università
Il 13 aprile 1361 a Pavia nasce uno Studium generale, che diverrà l’Università di Pavia, per l’insegnamento di entrambi i diritti, canonico e civile, della filosofia, della medicina e delle arti liberali. A concederlo è l’Imperatore Carlo IV di Lussemburgo (1316-1378), mentre il Pontefice Bonifacio IX attribuirà i medesimi diritti delle Università di Bologna, nello Stato Pontificio, e di Parigi. Il Cancelliere sarà, a lungo, il vescovo della città.
Dire “Università” significa raccontare una storia originale, una creazione della Cristianità italiana ed europea, e, per molti aspetti, del Papato, come ha ben illustrato lo storico Leo Moulin nel suo La vita quotidiana nelle università medievali.
Significa, anche, parlare di diritto: l’Italia, culla del diritto, maestra di iurisprudentia per il mondo intero, altro non è che il luogo in cui il Diritto Romano si sposa con le nuove idee portate dal Cristianesimo e codificate nel corso dei secoli dagli imperatori cristiani.
I celebri giuristi del Medioevo, padri del moderno diritto, sono spesso terziari francescani come Cino di Pistoia, Bartolo da Sassoferrato, detto lucerna iuris, e il frate minore Baldo degli Ubaldi, doctorum princeps. Quest’ultimo, allievo di Bartolo, professore a Bologna, Perugia, Pisa, Firenze e Padova, terminerà il suo magistero proprio a Pavia, dove morrà il 28 aprile del 1400 (sarà sepolto, su sua richiesta, con l’abito francescano, nella chiesa di san Francesco).
La facoltà di Giurisprudenza di Pavia sarà infine resa celebre, tra Ottocento e Novecento, dal beato Contardo Ferrini, confratello della San Vincenzo, laureato e poi docente, nella città lombarda, dal 1894 alla morte.
Ferrini, uomo di fede e di scienza, sarà un esponente insigne del rinnovamento della scienza giuridica italiana, sui versanti privilegiati del diritto romano e di quello bizantino.
Questo testo di Raffaele Citterio è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it