News del 06/10/2018: Verona proclamata “città a favore della vita”
La democrazia, in Italia, è garantita solo a chi canti col coro. Tutti gli altri pare proprio che non vi abbiano diritto, anzi per taluni è praticamente certo che debbano soltanto tacere. Per chi sia “politicamente corretto”, plausi e applausi; per chi non lo sia, solo biasimi e fustigazioni mediatiche. Come quelli riservati al consiglio comunale di Verona, per il semplice fatto d’aver approvato, con 21 voti a favore e solo 6 contrari, una mozione della Lega, la n. 434, firmata dal Sindaco Federico Sboarina, con cui Verona è stata dichiarata «città a favore della vita».
Non solo un’affermazione di principio, pur importantissima, bensì tale da tradursi anche in sostegni economici messi a bilancio per le associazioni, che promuovano iniziative contro l’aborto, nonché a favore del progetto regionale «Culla segreta». Il progetto consiste, in pratica, in un servizio gratuito a favore della maternità e della famiglia con tanto di numero verde telefonico, sorta di «help line» permanente: in pratica, le donne possono partorire nel più totale anonimato, non riconoscere alla nascita il figlio, che viene a quel punto affidato alle cure di una famiglia adottiva, scelta dal tribunale dei Minori. Un modo concreto per tutelare la vita umana anche delle creature più deboli e innocenti.
L’unica proposta purtroppo respinta nell’aula del consiglio comunale di Verona è stata quella relativa alla sepoltura assicurata a tutti i feti abortiti. Ma tutto il resto è passato e già questo lo si può considerare un enorme successo politico inaspettato e per nulla scontato, un successo – più che altro – per la vita, indipendentemente dagli schieramenti. Tanto che, a sostegno dell’iniziativa, ha votato persino il capogruppo del Pd, Carla Padovani, che, travolta dagli attacchi interni, ha spiegato come la vita sia un «valore universale», trasversale e di aver pertanto votato secondo coscienza, ma, proprio per questo, è stata pesantemente criticata dal suo partito, dalle Sinistre e dalle femministe, furibonde contro una mozione, che certamente capovolge i fondamenti ideologici, con cui è stata finora condotta la campagna abortista.