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Napoleone Rivoluzionario

Storia30 Luglio 2021
Testo dell'audio

Nel 1660, dopo la morte di Oliver Cromwell, il generale George Monck ebbe un ruolo fondamentale nel chiudere il periodo repubblicano e restaurare la monarchia in Gran Bretagna nella persona di re Carlo II. Napoleone Bonaparte avrebbe potuto svolgere lo stesso ruolo in Francia, ma preferì conseguire il potere per sé, fondando una sua effimera dinastia.

Alcuni momenti importanti della sua ascesa furono anzi segnati dalla sua feroce repressione delle forze monarchiche. Nell’estate 1793 fu nominato comandante dell’artiglieria delle forze repubblicane, che assediavano Tolone in mano ai realisti, appoggiati da truppe inglesi. Riconquistò la città, massacrando spietatamente la popolazione.

Questa sua impresa valse a Napoleone la nomina a generale di brigata e indusse Paul Barras, principale esponente del Direttorio che aveva posto fine al terrore robesperriano, ad affidare a Napoleone la difesa del palazzo delle Tuileries contro gli insorti monarchici. Con l’aiuto di Gioacchino Murat, suo futuro cognato, il 5 ottobre 1795 li represse a cannonate; si parla di 1.400 morti. Secondo alcune testimonianze, Barras, uno dei più corrotti esponenti del regime del Direttorio, ebbe poi l’intenzione d’intavolare trattative attraverso gli inglesi per riportare sul trono Luigi XVIII in cambio di 15 milioni di franchi, ma fu preceduto dal colpo di Stato del 18 Brumaio (9 novembre 1799), con il quale Napoleone, che aveva cominciato ad acquisire gloria sui campi di battaglia in Italia ed in Egitto e non più solo reprimendo rivolte, conquistò definitivamente il potere, come Primo Console, carica che si farà poi decretare a vita nel 1802 per trasformarla infine nel 1804 in quella di Imperatore dei Francesi.

Poco prima di salire sul suo effimero trono, il Primo Console si macchiò del sangue di un membro della famiglia reale, Luigi Antonio di Borbone-Condé, duca d’Enghien. A scopo intimidatorio nei confronti dei monarchici, che complottavano contro il Primo Console, e per ingraziarsi i repubblicani, lo fece rapire mentre soggiornava nell’Elettorato del Baden, stato confinante con la Francia. Dopo un rapidissimo processo-farsa, il duca fu subito fucilato in un fossato del castello di Vincennes il 21 marzo 1804.

uesti pochi cenni aiutano a rispondere ad una domanda fondamentale: Napoleone non pose fine alla Rivoluzione, ma la consolidò ed estese a tutta l’Europa. La sua gloria militare, innegabile, costò dal 1799 al 1815, un milione e 300mila caduti militari alla Francia, 100mila ai suoi alleati, più di un milione e 700mila ai suoi nemici e un milione e mezzo di civili morti nei due campi. Fin dalla campagna d’Italia del 1798, il Bonaparte si guadagnò l’epiteto di «gran ladro d’Europa» per i saccheggi, le ruberie, i furti di opere d’arte trasferite in Francia e solo in parte recuperate dopo la restaurazione dei Borbone, grazie anche all’impegno di Pio VII, che incaricò della missione il famoso scultore Giacomo Canova.

Le armate napoleoniche promettevano libertà, ma la carta d’Europa fu ridisegnata con Stati a capo dei quali Napoleone I pose la sua vasta parentela. Egli stesso fu re d’Italia, mediatore della Confederazione svizzera, protettore della Confederazione del Reno. Il regno di Napoli fu dato al fratello Giuseppe, in seguito promosso a re di Spagna, e poi al cognato Gioacchino Murat, i fratelli Luigi e Girolamo furono rispettivamente re d’Olanda e di Vestfalia. Il figliastro Eugenio Beauharnais fu viceré d’Italia e la sorella Elisa principessa di Lucca e Piombino, duchessa di Massa e principessa di Carrara. Tutti Stati destinati a breve durata.

 

Questo testo di Massimo de Leonardis è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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