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Manifestazioni di un’anima purgante avvenute in Montefalco (Parte II)

Catechesi29 Marzo 2021
Testo dell'audio

Il 25 maggio, il 4 giugno e il 21 giugno furono trovate sulla ruota 10 lire ogni volta, senza sapere donde venissero. Il 7 luglio, circa le ore 14, in tempo di ritiro, suonò due volte il campanello, ma l’Abbadessa, credendo che fossero bambini in chiesa, non volle rispondere. Essendosi appoggiata per riposare, una voce fuori della camera le disse: – Hanno suonato il campanello della sacrestia. Andata subito a rispondere, udì la solita voce dire: – Lascio qui lire 10 per preghiere. Ella domandò: – Da parte di Dio, chi è? – Le fu risposto: – Non è permesso – e non sentì altro. Domandò poi alle suore chi l’avesse chiamata, ma nessuna di loro era stata.

Il 18 luglio, dopo il silenzio della sera, circa le ore: 21,30, scesa la Badessa a chiudere la porta del forno rimasta aperta, mentre risaliva udì il suono del campanello; andata alla ruota, al saluto «Lodato Gesù e Maria» sentì rispondersi
«Amen» e poi soggiungere Lascio questa elemosina per le solite preghiere. La Badessa si fece animo e domandò: – In nome di Dio e della SS. Trinità, chi è? – E la stessa voce rispose: – Non è permesso. – E non udì altro. La chiesa esterna era
chiusa. Il 27 luglio, andata l’Abbadessa alla ruota prima della Messa, trovò 10 lire senza sapere chi ce le avesse messe. Il 12 agosto, circa le ore 20, suonato il salito campanello, andarono a vedere l’Abbadessa, Suor Maria Nazarena dell’Addolorata e Suor Chiara Benedetta Giuseppa del S. Cuore; trovarono sulla ruota 10 lire.

Avendo scongiurato in nome di Dio, nessuna risposta. La chiesa era chiusa. Essendo stata chiamata la servigiana per guardare se c’era nessuno in chiesa, vi andarono il Rev. D. Alessandro Clinati, priore di S. Bartolomeo e confessore delle suore, D. Agazio Tabarrini, parroco di Casale e cappellano del Monastero, e P. Angelo, Guardiano dei Cappuccini, ma in chiesa non trovarono nessuno. Il 19 agosto, circa le ore 18,30 essendo suonato il campanello, l’Abbadessa andò a rispondere. Al saluto – «Lodato Gesù e Maria », la voce rispose « Amen », e – subito soggiunse: – Lascio quest’elemosina per preghiere. – L’Abbadessa rispose: – Noi pregheremo lo stesso, l’elemosina la dia a qualche altra persona più bisognosa. – Allora la voce, fattasi compassionevole: – No, la prendano, è una misericordia. – E’ permesso sapere chi è ? – Sono sempre la medesima – rispose, e non si udì altro. Lasciò lire 10.

Altrettanto accadde il 28 agosto e il 4 settembre, ma alle domande dell’Abbadessa non rispose nessuno. Il 16 settembre, circa le ore 2 l’Abbadessa chiuse il dormitorio e sentì suonare il campanello. Andata a rispondere con un’altra suora, nessuno parlò, ma sulla ruota v’erano 10 lire. Rifiutando l’Abbadessa di prendere il denaro, le fu risposto: – Le prenda, è per soddisfare la divina giustizia. L’Abbadessa fece ripetere al suo misterioso interlocutore la giaculatoria: « Sia benedetta la santa, purissima ed immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria» e la giaculatoria fu fedelmente ripetuta. Il 21 settembre, si trovano sulla ruota altre 10 lire. Il 3 ottobre, circa le ore 21, dopo il silenzio, mentre l’Abbadessa era affacciata alla finestra della camera, le parve di sentir suonare. Andata a rispondere e ricusando le 20 lire che le venivano date in elemosina, col dire che il confessore non era contento dubitando di una manifestazione diabolica, fu risposto: – No, sono un’anima purgante: sono 40 anni che mi trovo in Purgatorio; per aver dissipato beni ecclesiastici. – Il 6 ottobre fu fatta celebrare una Messa in suffragio di quell’anima. Dopo poco suonò il campanello; andata la Badessa a sentire, la solita voce disse: – Lascio quest’elemosina, grazie tanto. – La Badessa fece altre domande, ma non ebbe risposta. La sacrestia era chiusa, e sulla ruota furono lasciate le solite 10 lire. Altrettanto accadde il 10 ottobre.

Alle richieste dell’Abbadessa circa la sua identità, l’anima rispose: – Il giudizio di Dio è giusto e retto. – Ma come? Io le ho fatto dire delle Messe, e se una sola basta per liberare un’anima, come lei non è ancora libera? – Io ne ricevo la minima parte. – Ad altre domande non rispose e anche questa volta lasciò 20 lire. Il 20 ottobre, alle ore 20,45, appena suonato il silenzio, mentre l’Abbadessa saliva con due altre monache, Suor Maria Rosalia della Croce e Suor Chiara Giuseppa del S. Cuore, udirono suonare il campanello, ed andata l’Abbadessa a rispondere, trovò le 10 lire sulla ruota, ma non rispose nessuno.

Tornò l’Abbadessa a chiudere la porta del dormitorio, quando sentì suonare di nuovo; tornò, e al saluto «Lodato Gesù e Maria» l’anima rispose: «Amen», con voce assai intelligibile, e siccome l’Abbadessa non aveva preso le 10 lire, così soggiunse: – Prenda quest’elemosina; è una misericordia. – Avendola presa, disse: – Grazie!- Ma si potrebbe sapere chi è? – Preghi, preghi, preghi, preghi. – Il 30 ottobre, alle ore 2,45, l’Abbadessa da una voce fuori della camera sentì dirsi: – È suonato il campanello della sacrestia. Andata a rispondere, al solito saluto, l’anima rispose. «Amen» e poi subito: – Lascio qui quest’elemosina. – Ma l’Abbadessa, senza far finire la parola, soggiunse: – Io per ordine del confessore non posso prenderla In nome di Dio e per ordine del confessore, mi dica chi è: è sacerdote? – Si. – Erano di questo monastero i beni che ha dissipati? – No; ma ho il permesso di portarli qui. E dove li prende? – Il giudizio di Dio è giusto. – Ma io ci credo poco che sia un’anima, penso sempre che sia qualcuno che scherza. – Vuole un segno? No, che ho paura. Se chiamo qualcuna? Faccio subito… – No, che non mi è permesso. – L’Abbadessa prese le dieci lire e lui disse: – Grazie, adesso entro a parte delle preghiere. L’Abbadessa soggiunse: – Lei pregherà per me, per la mia Comunità, per il Confessore? Benedictus Deus qui… – E si allontanò mormorando a bassa voce, e non si capì altro. La voce di quest’ultima volta era meno frettolosa e meno cupa, anzi prima sembrava che stesse fuori, adesso come parlasse all’orecchio destro, e quando si allontanava era udita meglio dal sinistro.

Il 9 novembre ebbe luogo l’ultima manifestazione. Alle ore 4,15 circa, l’Abbadessa dal dormitorio intese suonare il campanello della sacrestia. Andata a rispondere, al saluto « Lodato Gesù e Maria » la solita voce rispose: – Sia iodato in eterno. Io ringrazio lei e la religiosa Comunità: sono fuori di ogni pena. – E i sacerdoti che hanno detto più Messe, no? Il confessore, il P. Luigi Bianchi, D. Agazio? – Io ringrazio tutti. – A me piacerebbe di andare in Purgatorio, dove si trovava lei, così starei sicura. – Faccia la volontà dell’Altissimo. – Pregherà per me, per la Comunità, per i miei genitori se sono in Purgatorio, per il confessore, per il P. Luigi Bianchi, per il Papa, per il Vescovo, per il Cardinale Ascalesi? – Si. – Benedica
me e le persone che ho nominate.

La mattina avanti fu fatta celebrare una Messa dal Luigi Bianchi S. J., alla chiesa del Gesù in Roma all’altare privilegiato. La voce del sacerdote defunto, che sul principio era mesta, poi man mano, sembrava più lieta e nell’ultima volta si capiva che era felicissima. Il suono del campanello era mesto e flebile e pareva che facesse scendere un senso di pace e di contento nel cuore di chi l’udiva, cosicché ormai tutte le Suore lo conoscevano e pregavano, appena lo udivano, per il defunto. Furono portate lire 300 e furono applicate 38 Messe di suffragio. Così la relazione delle suore del Monastero di San Leonardo in
Montefalco.

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