L’uso di Cannabis è indifferente dal punto di vista morale?

Di recente, sui social, il dibattito si è riacceso sulle cosiddette “droghe leggere” e in particolare sull’utilizzo della Cannabis, ritenuta non nociva, anzi da legalizzare, così come si è fatto per la versione “light”, senza pensare a tutti i possibili danni per la salute a breve e a lungo termine, soprattutto per gli adolescenti.
L’imprinting della “beat generation” ha determinato la diffusione dell’idea – contraddetta dagli studi scientifici dagli anni’90 in poi – secondo cui la Cannabis sarebbe una droga “leggera”, dunque non dannosa, oltre che indifferente dal punto di vista morale. Questa immagine fuorviante che ha ispirato anche parte delle politiche “anti-droga” è alla base della identificazione della Cannabis come un “non problema”, perpetuando una sottovalutazione della sua pericolosità.
In questa puntata, oltre alla questione generale, vedremo anche che la Bioetica entra in rotta di collisione con il mondo della Cannabis anche per via indiretta. Infatti, questa sostanza riguarda molti dei temi “classici” della Bioetica per i suoi effetti deleteri ad esempio in gravidanza per quanto riguarda i danni allo sviluppo del feto, l’influenza che può avere sulla motilità degli spermatozoi e dunque come fattore di rischio per l’infertilità, l’eventuale impiego medico dei cannabinoidi esogeni, il danno derivante dal consumo di cannabis sugli organi, ecc.