Liturgia: Introduzione

Il termine “Liturgia” deriva delle parole greche laios (popolo) ed ergon (opera) e significa “opera del popolo” o “servizio pubblico”. Ad Atene si riferiva alla sovvenzione economica da parte dei cittadini benestanti, ad esempio, per la milizia, i giuochi e per le rappresentazioni teatrali al servizio del popolo.
Oggi si riferisce alla preghiera pubblica della Chiesa: della Chiesa come Chiesa visibile nel servizio di Dio. Questa preghiera, questo culto, si distingue in tre parti:
- il santo sacrificio della Messa, dove non solo la Chiesa ma anche Nostro Signore Gesù Cristo Stesso prega, è presente ed agisce personalmente;
- i Sacramenti dove il Signore agisce questa volta per propria virtù;
- l’ufficio divino o salmodia, che è la preghiera stabilita dalla Chiesa per il clero e per i religiosi, affinché loro compiano nel Suo nome una preghiera costante a Dio.
La decadenza, cui abbiamo assistito nell’ambito della dottrina e della spiritualità cattoliche, si manifesta ugualmente nella liturgia. Lo stesso spirito del Mondo, lo spirito della natura caduta, appare nella liturgia proprio nella sua essenza, nel suo principio formale, che è il soggettivismo. Questo soggettivismo tende a fare del culto di Dio il culto dell’uomo.
La tendenza si manifesta più chiaramente in quell’atto, che è il più grande e più alto del culto cattolico, cioè nel santo sacrificio della Messa. Quì si osserva come il culto di Dio si sciolga, si decomponga e si corrompa per trasformarsi nel culto dell’uomo e si vede al contempo come il senso della liturgia ritorni alle sue origini, per riferirsi di nuovo ad un servizio al popolo, per sostenere giuochi e rappresentazioni teatrali.
A causa della gravità di questa decadenza, ci concentreremo nella sezione presente sulla santa Messa stessa: sulla sua natura e sul modo in cui si è stata corrotta, ma parleremo anche della liturgia in modo più generale.