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Lettere di Adriano VI su Lutero e sulla riforma della Chiesa

Recensioni librarie04 Febbraio 2020
Testo dell'audio
La circostanza che fossero l’uno e l’altro della stessa “nazione germanica” e che entrambi denunciassero la mondanizzazione della Chiesa avrebbe potuto forse favorire un avvicinamento tra Wittenberg, patria della Riforma luterana, e Roma, capitale della cristianità? Quali sono state le ragioni per cui Lutero e Adriano VI non hanno nemmeno tentato di instaurare un confronto dialogico e costruttivo? Il volume cerca di dare risposta a questa e altre simili domande, partendo dal presupposto che una possibile via di avvicinamento alla verità la offrono le vicende e i documenti della dieta imperiale di Norimberga (1522-1523), alla quale parteciparono alcuni protagonisti chiave dello scontro allora in atto tra la Riforma luterana e il Cattolicesimo romano. Per ricostruirne storicamente gli eventi, gli autori pubblicano, in traduzione italiana, alcuni documenti redatti proprio in occasione della dieta, tra i quali uno dei testi più audaci di tutti i tempi: la celebre istruzione in cui Adriano VI riconosce responsabili della corruzione della Chiesa i pontefici e la curia romana.

Il volume (Lettere di Adriano VI su Lutero e sulla riforma della Chiesa, a cura e con introduzione di Nico De Mico e Lubomir Žak, Edizioni Millennium, Roma 2018, p. 335, € 15) propone la prima traduzione italiana delle quattro lettere che papa Adriano VI scrisse in occasione della Dieta di Norimberga (17 novembre 1522 – 6 marzo 1523), nel corso della quale fu a lungo dibattuta la questione della lotta contro Lutero e la «setta» dei suoi seguaci. Ad esse si aggiungono due missive del nunzio Francesco Chieregati, inviato dal Papa a partecipare alla Dieta con incarico di consegnare le lettere pontificie ai principi e ai rappresentanti delle città tedesche, per sollecitare, da parte loro, una severa presa di posizione contro il riformatore. Fa parte del corpus del volume anche la risposta delle città, con relativa traduzione.

Le lettere di Adriano VI evidenziano la profonda preoccupazione del Pontefice per la situazione venutasi a creare nella Chiesa a causa del crescente espandersi delle idee e del “movimento” di Martin Lutero, accolti favorevolmente o perlomeno tollerati in molte regioni tedesche; allo stesso tempo, mentre denunciano l’azione di progressiva conquista dell’Europa cristiana da parte dei Turchi, considerati sanguinari paladini della religione di Maometto, invitano i principi cristiani a una comune ed efficace difesa armata che ne freni l’avanzata.

Emerge, tuttavia, che Adriano VI volle interpretare sia la “ribellione” di Lutero sia il pericolo musulmano come eventi di dimensione non solo storica, ma anche spirituale, arrivando a pensarli come una punizione divina provocata dagli abusi commessi a tutti i livelli nella Chiesa e diffusisi «dal capo nelle membra», dalla Curia romana ai prelati inferiori. Emblematico, al riguardo, è il Breve papale del 25 novembre 1522, letto dal nunzio Chieregati alla Dieta il 3 gennaio 1523. La lettera, citata da numerosi studiosi ma finora mai tradotta in italiano, fa parte delle quattro missive papali pubblicate nel volume.

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Questo testo di Gianandrea De Antonellis è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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