Le radici cristiane della Sardegna

Chi volesse indagare sulle radici cristiane della Sardegna non avrebbe da rivolgersi che ad un testimone d’eccezione: Benedetto XVI. Papa Ratzinger, infatti, nel suo unico viaggio in Sardegna, avvenuto il 7 settembre 2008, nell’omelia tenuta a Cagliari durante la Santa Messa celebrata sul sagrato del Santuario dedicato a Nostra Signora di Bonaria, patrona massima della Sardegna, tratteggiò con brevi pennellate la storia religiosa dell’Isola.
Dal sangue dei martiri
Innanzi tutto, egli affermò che il Cristianesimo in Sardegna germina dal sangue dei martiri: «In Sardegna il Cristianesimo è arrivato non con le spade dei conquistatori o per imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri, che qui hanno donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso gli uomini. È nelle vostre miniere che risuonò per la prima volta la buona novella portata da papa Ponziano e dal presbitero Ippolito e da tanti fratelli condannati ad metalla per la loro fede in Cristo. Così anche Saturnino, Gavino, Proto e Gianuario, Simplicio, Lussorio, Efisio, Antioco sono stati testimoni della totale dedizione a Cristo come vero Dio e Signore. La testimonianza del martirio conquistò un animo fiero come quello dei sardi, istintivamente refrattario a tutto ciò che veniva dal mare».
San Ponziano venne deportato insieme a sant’Ippolito in Sardegna nel 235, durante la persecuzione di Massimino Trace: condannati ad metalla ossia ai lavori forzati nelle miniere, entrambi morirono per i maltrattamenti e gli stenti patiti. Una fine simile toccò a sant’Antioco nel 127: medico durante l’impero di Adriano ed evangelizzatore in Cappadocia e in Galazia, venne per questo esiliato in Sardegna e condannato anch’egli ai lavori forzati in miniera. San Saturnino, patrono di Cagliari, venne sgozzato il 30 ottobre 304, all’età di 19 anni, durante la persecuzione di Diocleziano. Nel medesimo contesto caddero martiri anche san Simplicio, primo vescovo di Olbia e patrono della città, il governatore convertito dal paganesimo San Lussorio, ed il soldato sant’Efisio, che prima di convertirsi era un persecutore dei cristiani.
Contro l’arianesimo
Questa fede dei martiri generò a sua volta quella dei grandi difensori della fede durante la crisi ariana del IV secolo, i quali, per le persecuzioni e gli esili patiti, subirono in un certo senso un martirio incruento. Diceva a tale proposito papa Benedetto: «Dall’esempio dei martiri prese vigore il vescovo Lucifero di Cagliari, che difese l’ortodossia contro l’arianesimo e si oppose, insieme ad Eusebio di Vercelli, anch’egli cagliaritano, alla condanna di Atanasio nel Concilio di Milano del 335, e per questo ambedue, Lucifero ed Eusebio, vennero condannati all’esilio, un esilio molto duro».
La passione per l’ortodossia, perché la fede fosse trasmessa senza amputazioni ed adulterazioni, è stata una caratteristica costante nel popolo sardo come Benedetto XVI ha ampiamente riconosciuto: «La Sardegna non è mai stata terra di eresie; il suo popolo ha sempre manifestato filiale fedeltà a Cristo e alla Sede di Pietro. Sì, cari amici, nel susseguirsi delle invasioni e delle dominazioni, la fede in Cristo è rimasta nell’anima delle vostre popolazioni come elemento costitutivo della vostra stessa identità sarda».
Accolti i fedeli perseguitati
Un altro aspetto infine ha caratterizzato la storia delle prime comunità cristiane in Sardegna: la generosa ospitalità. Nell’isola furono accolti numerosi fedeli delle chiese nordafricane, perseguitati dal potere che voleva farli aderire all’eresia o in fuga dalla inarrestabile conquista dei Vandali. Diceva a tale proposito Benedetto XVI sempre nella succitata omelia: «Dopo i martiri, nel V secolo, arrivarono dall’Africa romana numerosi Vescovi che, non avendo aderito all’eresia ariana, dovettero subire l’esilio. Venendo nell’isola, essi portarono con sé la ricchezza della loro fede. Furono oltre cento i Vescovi che, sotto la guida di Fulgenzio di Ruspe, fondarono monasteri e intensificarono l’evangelizzazione. Insieme alle reliquie gloriose di Agostino, portarono la ricchezza della loro tradizione liturgica e spirituale, di cui voi conservate ancora le tracce».
San Fulgenzio venne eletto vescovo di Ruspe, nell’attuale Tunisia, nel 508, per essere poi esiliato in Sardegna dal re vandalo Trasamondo insieme ad altri vescovi del Nord Africa. Questi portarono con loro le spoglie di sant’Agostino, che furono custodite a Cagliari sino al 722, per poi essere traslate a Pavia per volere del re longobardo Liutprando allo scopo di preservarle dalle scorrerie dei Saraceni.
Le radici cristiane della Sardegna affondano in una terra bagnata dal sangue dei martiri, custodita dai difensori della fede ed arricchita dalla testimonianza di coloro che essa ospitò nell’ora della prova con grande premura e generosità.
Questo testo di Giuseppe Virgilio è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it