Le parole contano

Sto leggendo un libro che spiega come l’uso delle parole possa, anche con spostamenti grammaticali minimi, avere un’influenza sul modo in cui noi percepiremo il significato di certe frasi. In effetti noi sappiamo come le parole hanno una importanza profonda nel formare la realtà in cui viviamo. L’uso del linguaggio appropriato dovrebbe essere insegnato come materia fondamentale in tutte le scuole. Si dovrebbe recuperare l’arte della retorica, un’arte che era usata non solo per convincere le persone di una tesi o del suo contrario, ma anche per dare una forma efficace a ogni discorso.
Credo di aver già detto, che sono personalmente molto appassionato del linguaggio ecclesiastico di alcuni decenni fa, un linguaggio a volte aulico ma molto elegante, molto ben tornito. Penso per esempio ai discorsi di Pio XII, in cui oltre alla profondità del significato si può ammirare senz’altro la grande eleganza della forma. Ci sono senz’altro altri esempi di questa eleganza nel linguaggio ecclesiastico di un tempo. Penso per esempio anche a Paolo VI, forse l’ultimo Papa ad aver impiegato una certa eleganza nel suo linguaggio. Dopo di lui, forse perché i Papi sono stati tutti stranieri (tranne Giovanni Paolo I che ha regnato però troppo poco), il linguaggio si è fatto più tecnico, forse ugualmente efficace, ma senz’altro meno bello.