Le “cappellette” di san Luigi Gonzaga

Le “cappellette” o “stanze” di San Luigi Gonzaga (1568-1591) sono dense di spiritualità, arte e cultura e, anche per non essere facilmente accessibili, sono poco note ai romani stessi. Con il termine generico di “cappellette” di san Luigi si indica il Ritiramento, ovvero quella parte del Collegio Romano abitata dagli studenti da poco entrati in noviziato.
Originariamente queste camere erano molto semplici, poi, nel corso del tempo, specie dopo la beatificazione di Luigi, si cominciò a ornarle fino ad arrivare al loro restauro nel 1790. Restauro cui sono state sottoposte di nuovo anche recentemente.
Per accedere alla camera del santo, si deve passare per il cosiddetto salone della ricreazione, alle cui pareti tra il XVIII e il XIX secolo vennero incollate tele raffiguranti episodi della vita di Luigi. In esso spicca una statua in cui san Luigi calpesta la corona del suo marchesato e contempla il Crocifisso. Accanto a tale sala si trova pure la Cappella dei voti, dove gli studenti adempivano ai loro obblighi religiosi.
Circa la stanza abitata dal giovane Luigi, si cominciò a sistemarla e ripulirla nel 1713. Con le offerte dei devoti si ornarono il soffitto, le finestre e la porta laterale. L’anno successivo la stanza divenne una cappella e si concesse il permesso di celebrare la Santa Messa, dapprima saltuariamente e poi in modo illimitato. Sull’altare fu posto un ritratto del santo, ritenuto molto somigliante.
Il restauro compiuto di recente ha riportato alla loro bellezza originaria le pitture ad olio sul soffitto e dello zoccolo che corre intorno alla camera: ghirlande e serti di fiori hanno riacquistato la vivace delicatezza del loro colore con intarsi d’oro zecchino, che si erano anneriti a causa dell’umidità, della polvere, del nero dei ceri e della colla.
Altro lavoro di pulizia è stato eseguito per il damasco, spazzolato, asciugato dell’umidità e rammendato con fili di seta. Su di esso si possono scorgere il monogramma dei gesuiti e serti di rose che si riferiscono alla Madonna.
Sull’altare vi sono candelabri dorati e reliquiari, tra i quali uno che contiene il cranio di santa Costanza, mentre il lampadario con fiori di color pastello è in vetro di Murano. Alle pareti si possono ammirare quadri a olio con episodi della vita del giovane Luigi, commissionati da san Roberto Bellarmino, suo direttore spirituale, per ornare la camera dell’infermeria dove il santo rese l’anima a Dio.
Sulla parete di destra un primo dipinto rappresenta il giovane Luigi che si flagella di nascosto, facendo così capire a suo padre che lo spiava la propria sincera e convinta vocazione religiosa. Segue una tela che rappresenta il santo a colloquio con la Madonna che gli indica l’ingresso nella Compagnia di Gesù. Sulla parete di sinistra, Luigi è raffigurato mentre scrive le “meditazioni degli angeli” e mentre è nell’atto di rappacificare suo fratello Rodolfo con il Duca di Mantova.
Infine, sulla parete in cui si trova la porta d’ingresso, il santo è rappresentato in un ospedale mentre assiste i malati insieme ai confratelli e, nell’ultimo quadro, infermo sul letto di morte.
Accanto alla camera si trova un’altra stanza destinata all’abitazione degli studenti e ora adibita a sacrestia per i sacerdoti che vogliono celebrare la Messa nella Cappella di San Luigi. Anche qui sono conservati alcuni dipinti sempre raffiguranti episodi significativi della vita del Santo, tra cui spiccano due ritratti. C’è inoltre un prezioso reliquiario, in forma di tempietto, sopra il quale sono collocati due piccoli busti dorati di san Luigi e di san Giovanni Berchamns.
Importanti sono poi i reperti conservati nelle vetrinette. Quella di sinistra è dedicata a san Luigi e contiene lettere, manoscritti, libri su cui il santo studiava, testimonianze di miracoli avvenuti per sua intercessione e poi il Crocifisso che Luigi portò con sé al momento di entrare come novizio nella Compagnia di Gesù.
Questo testo di Federico Catani è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it