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L’Autoinganno e il demonio

Spiritualità26 Gennaio 2019
Testo dell'audio

Il demonio ci riempie di aspirazioni che non convengono né alla nostra natura, né alla grazia che abbiamo ricevuto. Non convengono né alle nostre disposizioni, né alle buone qualità del nostro carattere, e neppure ci trasformano. Anzi, sviluppano ciò che bisogna sopprimere e lasciano incustoditi i posti più deboli dell’anima.

Queste aspirazioni convengono ad altri, ma non a noi. L’opera di Dio è dappertutto un’opera di ordine, il quale il demonio si impegna a disturbare quanto può. Nella vita spirituale lo fa riempiendo persone devote di aspirazioni sconvenienti.

Quando il demonio riesce a trascinare tali persone a compiere le azioni a cui aspirano, lui effettivamente oppone a Dio tutto ciò che è di meglio e di meno egoista nella nostra natura: un’anima attiva che si mette a contemplare, cadrà o nell’ipocondria o nella mondanità; un contemplativo, invece, che si mette a lavorare, cadrà o nella malinconia o nell’illusione.

Uno che si dedica a molta preghiera mentale quando dovrebbe stare piuttosto a casa a cucire, o con i poveri, compie una simulazione presuntuosa, gonfia, stupefatta, della santità interiore, che disturberebbe pure il buon umore di un angelo.

In ultimo, il nostro nemico spirituale ci sta sempre spronando alla fretta: questa è la cosa più fatale di tutte. Qualcuno potrebbe lamentarsi che una certa delicatezza della coscienza si è indurita; oppure che il focolare, dove bruciavano un tempo le fiamme del divin amore, sia diventato freddo; o anche che la vicinanza a Dio si sia ritirata come la bassa marea; così, su cento grandi grazie a portata di mano, rimangono solo parole.

Ma la causa di tutto quanto non è proprio la fretta? Essere lenti insegnano san Francesco di Sales e Fénélon. La fretta porta sempre alle tenebre. Tutto il potere del regno del peccato si basa sull’autoinganno. È sconcertante, ammettiamolo, ma non per forza scoraggiante. Non vuoi amare Dio, ma poi ti lamenti che un predicatore ti abbia sconcertato: hai bisogno di essere sconcertato, altrimenti non crescerai.

Hai bisogno di un amore semplice per Gesù, come quello di un bambino: un amore che passa al di sopra di tutti questi pericoli senza quasi accorgersene. Altrimenti la vita spirituale è fin troppo malaticcia. Ci vuole un amore precipitoso, robusto e sano per Dio; un amore esteriore, pieno di aria fresca. Ci vuole il pensiero di Dio, quello genuino, che dev’essere grave, sobrio, generoso, sincero: un inesorabile esorcismo contro ogni malaticcità.

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