L’Atto eroico (Parte I)

Abbiamo visto fino ad ora quali siano le diverse opere che possiamo offrire a Dio in sollievo delle anime purganti; resta quindi ad esporre l’atto virtuoso per eccellenza, cioè quello di offrire tutte queste opere insieme a vantaggio di quelle meschine e di applicarle loro senza alcuna riserva o restrizione, di fare insomma quel che si chiama comunemente l’atto eroico di carità. Eroico è infatti questo dono generale che noi fedeli possiamo fare di tutti i nostri meriti soddisfattorii, quest’atto di completa privazione che possiamo compiere a vantaggio dei defunti, poiché con esso noi veniamo a rinunziare generosamente a tutte le ricchezze spirituali colle quali potremmo pagare i nostri debiti e risparmiarci tante pene del Purgatorio.
Quantunque però l’eccellenza di questo atto sia così grande, non occorre per compierlo essere un eroe di santità, ma basta solo amar di tutto cuore Iddio e la salute dei fratelli, e di comprendere i propri veri interessi. L’atto eroico è una volontaria donazione che noi facciamo alle anime del Purgatorio della parte soddisfattoria che in sé racchiude ciascun’opera buona. Questa donazione si usa fare ordinariamente nelle mani di Maria SS., onde ne disponga a completo vantaggio di quelle anime.
Come abbiamo detto altrove, non si tratta con ciò di cedere il merito propriamente detto delle nostre opere, né la parte impetratoria di esse, ma bensì la sola parte soddisfattoria, in modo che a vantaggio nostro non rimanga soddisfazione alcuna in isconto dei peccati, ed è appunto in questo che consiste l’eroismo dell’atto. Quantunque da alcuni sia considerato e chiamato voto, esso nondimeno è revocabile a piacere del fedele, e non obbliga affatto sotto pena di peccato. Per farlo poi non è necessaria alcuna formala speciale, ma basta una ferma decisione della volontà.
Trattandosi di opera si caritatevole ed eccellente, è naturale che molti Santi ce ne abbiano dato l’esempio, ed è perciò che la storia ecclesiastica di ricorda i nomi di S. Cristina l’Ammirabile, di santa Geltrude, di S. Caterina da Siena e di molti altri Santi del medio evo; e in tempi a noi più vicini santa Teresa, la beata M. Alacoque, la madre Francesca di Pamplona e il cardinal Ximenes, il quale ultimo fece tale donazione per consiglio stesso di Maria SS.
Non si può dire quindi che questa sia una devozione nuova e recente, ma è bensì antica e praticata da molti fedeli. Solo è da osservare con piacere che ai giorni nostri, per una misericordiosa provvidenza di Dio, la quale forse vorrà così supplire alla negligenza che tanti cristiani adoperano nel sollevare le anime del Purgatorio, quest’uso dell’atto eroico si è divulgato per tutto il mondo e si va sempre più estendendo. Il P. Olinden, religioso Teatino, fu il promotore più zelante di tal divozione, per la quale ottenne da Benedetto XIII indulgenze e privilegi straordinari.
Da quell’epoca furono visti interi Ordini religiosi fare quest’atto, e la Compagnia di Gesù suggerirlo a tutti i suoi membri, e ai giorni nostri fondare a Parigi una congregazione religiosa chiamata delle Ausiliatrici del Purgatorio, le cui componenti, senza eccezione, fanno voto di offrire tutte le loro opere di soddisfazione e tutti i meriti della loro vita, di pregare, di lavorare, di soffrire a vantaggio delle anime del Purgatorio.