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La Vandea e i suoi castelli

Tesori del Mondo08 Agosto 2020
Testo dell'audio

Credo sia stato Foustel de Coulanges a scrivere: «Una regione è l’area di influenza d’una grande famiglia». Forse mai nella storia questo si è realizzato in modo più completo quanto nel Medioevo, quando il tessuto sociale ricalcava quello familiare. Uno dei grandi meriti del Medioevo, osserva ancora Coulanges, è stato proprio l’aver trasformato le istituzioni familiari in istituzioni sociali e, quindi, politiche. Era, insomma, la visione della monarchia come una famiglia di famiglie, con a capo il padre dei padri, vale a dire il Re.

In questa visione, ogni regione era formata da un tessuto di famiglie di piccola nobiltà infeudate a famiglie sempre più importanti. Il simbolo del potere di queste famiglie era il castello o, più modestamente, il maniero. Ripercorrendo i castelli di una regione possiamo, pari passu, ripercorrerne la storia, raccontata dalle vicende di queste casate. La Vandea non fa eccezione. È letteralmente costellata di castelli, ville e manieri. Molti giacciono ormai in rovina. In Vandea, però, le rovine parlano. Ogni rudere ha una storia da raccontare. Basta saper ascoltare. Sono storie di gloria e di decadenza, di eroismo e di tradimenti, di santità e di dissolutezza. Tutto intrecciato in questo fantastico panorama della storia umana.

Cominciamo con il Castello di Tiffauges, legato alla storia di un personaggio assai discutibile, Gilles de Montmorency-Laval, barone di Rais (1404-1440), sopranominato il Barbablù. Costruito nel secolo XII da Geoffroy de Thouars, il castello entra in possesso del Rais come dote di Catherine de Thouars, che egli sposa nel 1420. Gilles era stato un bambino straordinariamente intelligente. Imparentato con le più potenti famiglie del regno, fece una brillante carriera militare, che lo portò al titolo di Maresciallo di Francia. Eroe nella Guerra dei Cent’Anni, agli ordini di Arturo III di Bretagna e di Carlo VII di Francia, Gilles de Rais fu tra i più ferventi sostenitori di santa Giovanna d’Arco, combattendo al suo fianco contro gli inglesi. Era presente alla consacrazione di Carlo VII a Reims, avvenuta il 17 luglio 1429.

Uno dei più famosi, anche perché restaurato nel 1970, è il Vecchio Castello dell’Isola d’Yeu, un piccolo gioiello di architettura militare medievale. Costruito nel 1320 da Olivier IV de Clisson, nel 1355 fu preso d’assalto dal pirata Robert Knolls, che lo tenne per 37 anni. Sarà ripreso agli inglesi nel 1392 da Olivier V de Clisson, durante la riconquista del Poitu, all’interno della Guerra dei Cent’anni. Fortificato da ingegneri italiani durante il regno di Francesco I, il castello fu smantellato per ordine di Luigi XIV, insieme a molte altre fortificazioni costiere. Ripreso in mano da privati, il castello è stato totalmente restaurato nel 1970, e oggi funziona come centro di convenzioni.

Il Castello di Noirmoutier sorge sull’omonima isola. Le prime tracce appaiono documentate nell’830, con la costruzione di un castrum per ordine dell’abate Hilbold, del monastero di Saint Philbert. Serviva per difendere i monaci e la gente dell’isola contro i vichinghi. Ricostruito nel secolo XII, divenne residenza e centro di potere dei signori de la Garnache, passando poi nelle mani della famiglia de la Tremoille, visconti di Thouars, una delle più antiche famiglie del regno, di origini carolingie e titolare di uno dei più antichi principati di Francia, il Principato di Tallemont.

 

Questo testo di Julio Loredo è tratto da Radici Cristiane. Visita radicicristiane.it

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