< Torna alla categoria

La Svezia ieri e oggi. Viaggio in una civiltà contadina

Tesori del Mondo03 Novembre 2018
Testo dell'audio

Chiunque voglia descrivere la bellezza della Svezia inizia dalla natura, e giustamente, perché la natura è una grande componente del paesaggio, imponente rispetto alla popolazione che conta appena più di 9 milioni di persone su un territorio grande una volta è mezzo l’Italia.

A rendere poi la natura svedese ancora più affascinante è la sua annuale morte e rinascita, con i grandi cambiamenti durante le quattro stagioni, i contrasti di temperatura e di luce.

Guerrieri e contadini

In questo esteso Paese vive un popolo che forse si può comprendere meglio osservandone le radici. Spesso l’idea diffusa del popolo nordico è quella di un popolo guerriero, che invadeva e saccheggiava le terre altrui. In realtà, approfondendo meglio la storia, si scopre che in fondo il popolo del nord era un popolo di contadini. Quando in Italia nel XIII secolo si contavano i comuni a centinaia, in Svezia v’erano solo 20 piccole città.

È dal tempo dei vichinghi nell’800 che quella che oggi è la Svezia sviluppa il suo rapporto con il continente e la civiltà europea. Ed è nello stesso periodo che il cristianesimo cominciò a diffondersi in Scandinavia, grazie ai monaci anglosassoni partiti per evangelizzare il popolo del nord.

Molti dei santi svedesi, alcuni martiri, sono proprio questi monaci; di cui possiamo nominare Sant’Eskil, Sant’Ansgarius e San Sigfrido.

L’incontro tra cultura e mitologia nordica e il cristianesimo del continente europeo è evidente negli scavi dell’insediamento vichingo dell’isola di Birka nel Mälaren. Il più antico crocifisso in Scandinavia del IX secolo proviene da Birka: è un ciondolo d’argento trovato in una tomba femminile, e la mano del fabbro scandinavo mostra evidenti tendenze pagane.

Il Medioevo svedese

Le spedizioni predatorie dei vichinghi cessarono completamente nell’XI secolo con l’ascesa di re, di grandi famiglie nobili e di un sistema che si ispirava a quello feudale. È l’inizio del Medioevo svedese, che ufficialmente durò fino al momento della riforma luterana nel 1520.

La maggior parte delle costruzioni erano in legno e per questo non è rimasta tanta edilizia medievale. L’eccezione sono le chiese. Un tipico elemento della campagna svedese sono le chiese di pietra imbiancate, al centro di un villaggio di case rosse, un colore che proviene dal prodotto di scarto delle miniere di ferro.

Le chiese cattoliche sono state mantenute dai protestanti. Purtroppo però hanno pensato bene di imbiancarne l’interno delle chiese e così molti degli affreschi biblici e di santi sono andati perduti.

Sopravvissuti sono alcuni affreschi del pittore Albertus Pictor che abbelliva le chiese della Svezia centrale durante il tardo Medioevo, dove vediamo personaggi biblici nei costumi tradizionali dei contadini svedesi.

Una fine meno bella hanno fatto i monasteri medievali, che normalmente troviamo con poche mura a cielo aperto. Nel XII secolo i cistercensi hanno fondato ben otto monasteri all’interno degli attuali confini della Svezia.

La casa più famosa è quella di Alvastra vicina al lago Vättern, fu aperta nel 1143 direttamente da Clairvaux. Qui santa Brigida ricevette alcune delle sue rivelazioni, e qui è morto il suo marito poco prima che la Santa si dirigesse verso Roma con la figlia santa Caterina per fondare il nuovo ordine, che poi avrà come prima casa il monastero nella vicina città di Vadstena, di cui la stessa santa Brigida ordinò le misure. Santa Brigida riposa nella sua chiesa a Vadstena chiamata la Chiesa Blu (Blåkyrkan).

Il patrono della Svezia è i re Sant’Erik, chiamato semplicemente “Il Santo”. Erik figlio di Jedward fu nominato re dai popoli dello Svealand nel 1150, e la sua crociata nella vicina Finlandia pagana è stato l’inizio dell’unione tra Finlandia e la Svezia. Fu un cristiano spinto da grande zelo, e la leggenda vuole che la bandiera svedese nasca da una visione di sant’Erik partito per la missione in Finlandia: vide nel cielo azzurro il sole prendere la forma della croce. Le sue reliquie si trovano nel duomo di Uppsala dove fu ucciso da spada danese, in continua lotta con la Svezia.

Pochi sanno poi che le tre corone dello stemma del Regno svedese rappresentano le corone dei Re Magi. Fu Alberto di Meclemburgo, Re di Svezia, che nel 1364 inserì il simbolo.

Chi voglia incontrare il Medioevo svedese si deve recare a Gotland, dov’è meglio preservato. L’isola più grande della Svezia nel Mar Baltico fu un importante centro commerciale e culturale, con contatti con la Germania, la Danimarca, la Russia.

Anche qui i cistercensi avevano un monastero nella città chiamata Roma. La capitale Visby è nata come un porto vichingo e si sviluppò come centro di passaggio commerciale. Nel XIII secolo c’erano 17 chiese e conventi nella città, cintata dalle mura che tutt’oggi sta in piedi.

È la città del nord dove il Medioevo si è mantenuto meglio, rafforzato ultimamente dall’evento della settimana medievale che ogni anno si svolge per mantenere vive le tradizioni di musica, gastronomia, giochi e danze.

La Svezia protestante

Con l’arrivo del Re Gustavo Wasa il governo della Svezia fu centralizzato. I primi interventi del re riguardarono le questioni religiose e il sovrano ritenne opportuno aderire alla riforma luterana, confiscando nel 1527 i beni ecclesiastici e facendosi riconoscere capo della Chiesa nazionale.

Segni importanti di quel periodo si trovano nel castello di Gripsholm situato nella cittadina di Mariefred (la pace di Maria). È stato prima confiscato ai certosini che vi possedevano un monastero, e poi ha subito molti cambiamenti. Qui si trova oggi la collezione di 4000 ritratti della corona e la nobiltà svedese.

La Svezia è ricca di castelli – la maggior parte dal XVI al XVIII secolo. Castelli come Läckö, Skokloster per non nominare Drottningholm che è la residenza della famiglia reale tolgono il fiato per la bellezza, inseriti come sono in un contesto di laghi e foreste.

Durante il 1700 fu forte l’influenza della Francia sulla corte svedese. Il francese diventò lingua ufficiale di corte e tante tendenze furono adottate e mischiate alla cultura svedese. Ciò lo si riscontra per esempio nello stile “gustaviano”, durante il regno di Gustavo III.

La capitale

La Svezia in gran parte circondata dal mare. La costa occidentale, con l’importante porto di Göteborg, è molto differente da quella orientale: è più rude, con suoi scogli verso il mare aperto del Nord. La pesca è sempre stata una delle risorse maggiori di questa zona e qui si trova il miglior pesce e i tipici gamberi affumicati.

La costa orientale del Mar Baltico è caratterizzata da arcipelaghi. Il più famoso è quello di Stoccolma, con le sue 30.000 isole. Anche Stoccolma stessa è costruita su 14 isole e viene per questo chiamato la “Venezia del Nord”.

La capitale non è la città più antica della Svezia. Fu dichiarata capitale soltanto nel 1436, soprattutto per la sua posizione ideale di difesa e di mercato tra il mare e il lago Mälaren.

La cattedrale di solito il monumento più importante nelle capitali; a Stoccolma, invece, il Municipio cittadino e il Castello reale sono le prime cose da visitare. Il Palazzo reale, dopo l’incendio del 1697, è stato ricostruito in uno stile misto barocco romano e rinascimentale francese.

Il piccolo duomo di Stoccolma è situato accanto al castello, piuttosto insignificante a confronto del duomo di Uppsala, di Linköping o di Strängnäs.

La Regina Josephine

Dobbiamo ringraziare una regina svedese di origini italiane per il ritorno della Chiesa Cattolica in Svezia: Joséphine Maximiliane Eugénie Napoleone, conosciuta in Svezia come Regina Josephine, consorte di Oscar I.

Quando è arrivata in Svezia nel 1823 portò con sé il suo padre spirituale e stabilì una cappella con il Santissimo Sacramento nel castello di Stoccolma. Madre di 5 figli, fu una regina che influenzò molto il governo del marito.

A Stoccolma in quel periodo nacquero varie attività caritative sotto la mano della regina, e lei di persona stabilì rapporti in Europa per coloro che venivano esiliati a causa della conversione al cattolicesimo. La legge del tempo vietava la conversione al cattolicesimo e la condanna era l’esilio e la confisca dei beni. Lei trovò i fondi per costruire la prima chiesa cattolica dopo la riforma: quella di Santa Eugenia, nel centro della città.

La tradizione contadina che non muore

Ma torniamo al fatto che quello svedese è un popolo di contadini. Ciò è dimostrato anche dal nome di una delle famiglie più antiche della nobiltà, la famiglia dei conti Bonde (“contadino”).

Lo spirito contadino viene raccontato anche dalla musica tradizionale svedese, melanconica, suonata su strumenti a corda. Le danze e i costumi tradizionali ancora portati da molti in occasioni importanti sono abiti di contadini, abiti di lavoro abbelliti di ricami e lavorazioni d’argento.

La zona della Svezia dov’è rimasta molto viva questa cultura è Dalarna, con il grande lago di Siljan al centro.

Nonostante la modernizzazione e l’industrializzazione, lo spirito svedese rimane di fondo uno spirito contadino, quello di un popolo che continua a raccogliere i frutti dei boschi, a fare il pane in casa, che segue il calendario delle stagioni, e che ogni anno in primavera rinasce con la natura.

 

Questo testo di Filippo Salatino è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

Da Facebook