La Spiritualità del Nuovo Testamento – Parte III

- LA SPIRITUALITÀ DEI SINOTTICI
Parte III
Nella prima parte di questa presentazione della spiritualità del Nuovo Testamento abbiamo considerato in genere la sua idea centrale che è quella del Regno di Dio; nella seconda parte ne abbiamo considerato la sua costituzione. Procediamo adesso guardando le condizioni per entrarci.
- c) Condizioni per entrare in questo regno
Per entrarvi si deve far penitenza, ricevere il battesimo, credere al Vangelo e osservare i comandamenti. Ma a perfezionarvisi, l’ideale proposto ai discepoli è di accostarsi quanto più è possibile alla perfezione stessa di Dio. Essendo Suoi figli, una tal nobiltà c’impone doveri, onde dobbiamo accostarci quanto più è possibile alle divine perfezioni: “Estote ergo vos perfecti, sicut et Pater vester caelestis perfectus est: Siate perfetti come Vostro Padre celeste è perfetto” (Mt 5. 48).
A conseguire ideale così perfetto occorrono due condizioni essenziali: la rinunzia a se stesso e alle creature, onde uno si distacca da tutto ciò che è ostacolo all’unione con Dio; e l’amore, onde uno si dà intieramente a Dio seguendo Gesù Cristo: “Si quis vult post me venire, abnegat semetipsum, et tollat crucem suam quotidie, et sequatur me: se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9.23).
Ora la rinunzia ha vari gradi. Deve escludere per tutti quel disordinato amore di sè e delle creature che costituisce il peccato, e specialmente il peccato grave, ostacolo assoluto al nostro fine; il che è tanto vero che, se l’occhio destro ci scandalizza, non dobbiamo esitare a strapparlo: “Quod si oculis tuus dexter scandalizat te, erue eum et projice abs te: se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te. ” (Mt 5.29).
Ma per coloro che vogliono essere perfetti, la rinunzia sarà assai più intiera e comprenderà la pratica dei consigli evangelici: la povertà effettiva, il distacco dalla famiglia e la castità perfetta o continenza. Chi poi non volesse o non potesse arrivare a tanto, si contenterà della rinunzia interna alla famiglia e ai beni di questo mondo; praticherà lo spirito di povertà e l’interno distacco da tutto ciò che si oppone al regno di Dio nell’anima; può così assorgere ad alto grado di santità. Questi vari gradi risultano dalla distinzione tra precetti e consigli: per entrare nella vita, basta osservare i comandamenti; ma per essere perfetti, bisogna vendere i propri beni e darli ai poveri: “Si autem vis ad vitam ingredi, serva mandata… Si vis perfectus esse, vade, vende quae habes et da pauperibus: Se vuoi entrare entrare nella vita, osserva i comandamenti… se vuoi essere perfetto, va’ vendi quelli che possiedi, dallo ai poveri…” (Mt. 19.16-22)
La perfetta rinuncia va sino all’amor della croce “tollat crucem suam: prenda la sua croce”; si finisce con amar la croce, non per se stessa, ma per ragione del divin Crocifisso che uno vuol seguire sino alla fine: “… et sequatur me: e mi segua”. Si riesce anzi a trovare la perfetta letizia nella croce: Beati pauperes spiritu beati i poveri in ispirito… beati mites: beati i miti… beati qui persecutionem patiuntur: beati i perseguitati… Beati estis cum maledixerint vobis: beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno, e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.” (Mt 5. 1-12)
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.